sabato 24 novembre 2018

A Siracusa non c'è molto progresso morale



Si chiamava Arturo ed aveva sette mesi. Si chiamava Arturo quel gatto che qualche sera addietro è stato seviziato, preso a calci e poi ucciso barbaramente da un “uomo”. Si chiamava Arturo quel gatto bianco e nero che apparteneva ad una colonia di Ortigia, curato ed accudito da un’amica “umana”, che è stato ritrovato esanime, in condizioni pietose, accanto ad un albero. Oggi Arturo non c’è più. Ucciso dalla cattiveria di quell’essere umano che tanto vede la figura dell’animale, nella narrativa, legata a quella di un migliore amico. Arturo è morto ma la sua fine, filmata da telecamere di videosorveglianza di alcuni esercizi commerciali, ha indignato chi è visto solo in un fermo immagine di tre minuti di pura follia e che ha scosso terribilmente la comunità di Siracusa. Mentre è stata sporta regolare denuncia presso la stazione dei Carabinieri di Ortigia, l’associazione Attivisti nel Cuore  ha prontamente depositato sia la denuncia sia il video presso la Procura di Siracusa.


Sappiamo già che gli ordini di competenza che si occuperanno del caso sono già al lavoro per individuare nell’immediatezza l’uomo che la  notte del 21 novembre tra le ore 01.56 e le ore 02.00, nel cuore di Ortigia, ha deciso di porre fine, nella maniera più atroce alla vita di Arturo. Qualcuno direbbe che si tratta solo di un gatto, ma a noi, come già in passato, piace ricordare una delle frasi del Mahatma Gandhi: “grandezza e progresso morale di una nazione si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animale”.

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