Fonte: Corriere della sera
Sono stati condannati lunedì 12 novembre per istigazione all’odio e diffusione di idee neonaziste, razziste o improntate al «suprematismo bianco» di marca americana, tre militanti britannici di estrema destra, tra i quali anche una coppia che ha dato al figlio neonato il nome «Adolf Hitler». Il processo si è concluso con il verdetto di colpevolezza emesso da una giuria dinanzi alla Birmingham Crown Court, nella regione inglese delle Midlands nella quale i tre sono residenti.
Si tratta del 22enne Adam Thomas, e della sua compagna Claudia Patatas, 16 anni più grande (papà e mamma del piccolo Adolf Hitler Thomas), nonché di un terzo complice, Daniel Bogunovic, 27 anni, di Leicester. Tutti e tre hanno fatto parte del National Action, sigla neonazi messa fuori legge nel Regno Unito nel 2016 per «terrorismo» e rinata con altre denominazioni. Durante il processo sono state mostrate immagini di Adam Thomas che culla il suo piccolo, mascherato da esponente del Ku Klux Klan (riprese anche sul sito della polizia di West Midlands). Una fotografia che l’imputato ha minimizzato, parlando della scena come di «un gioco», pur confessandosi apertamente «razzista».
Altri sospetti componenti della cellula neonazista, indicata come «terrorista» dall’accusa, verranno giudicati più avanti. Nelle indagini sono stati anche coinvolti alcuni militari dell’esercito di Sua Maestà, sospettati di simpatie di ultradestra, avvicinati agli ambienti del National Action dal caporale Mikko Vehvilainen, 34 anni, reduce decorato dell’Afghanistan tra le file del Royal Anglian Regiment, condannato a marzo scorso a 8 anni di carcere. Vehvilainen aveva cercato di costituire una piccola milizia armata che immaginava potesse garantire la difesa di un contesto etnico «interamente bianco» nel suo villaggio di residenza, in Galles.
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