lunedì 26 novembre 2018

Fatto l'antibiotico, trovato l'inganno



Allarme rosso. Usiamo male gli antibiotici e stiamo giocando con il fuoco, contribuendo a sviluppare batteri più resistenti con cui, prima o poi, dovremo fare i conti. Secondo i dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità il consumo di antibiotici è pericolosamente alto in alcuni paesi, viceversa, in altri, la carenza di medicinali adeguati ne sta favorendo un uso improprio e rischioso, determinando l’insorgere di infezioni mortali. E non è tutto, visto che il report dell’agenzia sanitaria delle Nazioni Unite ha riscontrato queste enormi differenze nel consumo, ci fornisce un quadro molto parziale, basato solo sui dati del 2015 provenienti da 65 paesi e regioni.


Sia come sia, oggi i batteri multi-resistenti ai farmaci rappresentano una minaccia per la salute di tutto il mondo. L’Oms stima 500mila casi di infezioni antibioticoresistenti ed è una questione che ci riguarda molto da vicino. Difatti, secondo dati dell’agenzia italiana del farmaco (Aifa), l’Italia è fra i paesi europei con maggior consumo di antibiotici – doppio rispetto a Germania e Regno Unito – con un aumento del consumo del 18% tra gli anni 2000 e 2007. In Europa il consumo medio di antibiotici era di circa 18 dosi giornaliere definite (Ddd) per 1.000 abitanti ma con considerevoli differenze: la Turchia mostra un consumo cinque volte superiore rispetto al più basso Azerbaigian(38% dosi giornaliere contro appena 8%). Ma l’Italia non se la passa benissimo, attestandosi ad un preoccupante 26%

In base ai dati forniti dall'Istituto superiore di sanità, nel nostro Paese ne usiamo troppi e male. Un dato su tutti? Le infezioni da germi multi-resistenti uccidono più degli incidenti stradali: 7mila morti contro i 3.378 (dato 2017), oltre il doppio. Scoperti, casualmente, nel 1920, dobbiamo agli antibiotici la salvezza di decine di milioni di vite, dato che hanno sconfitto malattie potenzialmente mortali come polmonite, tubercolosi e meningite. Tuttavia, nel corso dei decenni, i batteri hanno imparato a reagire, costruendo resistenza attiva. Da tempo, l’Oms lancia diversi allarmi e lo scorso anno ha invitato i governi e le grandi industrie farmaceutiche a investire ingenti risorse: “L’uso eccessivo e l’abuso di antibiotici sono le principali cause di resistenza antimicrobica – ha detto Suzanne Hill, responsabile dell’unità di medicina dell’Oms – ma senza antibiotici efficaci e altri antimicrobici, perderemo la nostra capacità di trattare infezioni comuni come la polmonite”.

Concretamente, la resistenza si sviluppa per la combinazione di due fattori, sia l’uso eccessivo degli antibiotici (“sarebbe necessario usarli soli in casi estremi, non come prevenzione di una infreddatura”, afferma la Hill) sia un uso scorretto, “assumendo farmaci scaduti o contraffatti o interrompendo il trattamento prima di aver esaurito il ciclo completo necessario a debellare i germi”. Le stime fornite dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) parlano chiaro: entro il 2050 più di 2,4 milioni di persone moriranno in Europa, Nord America e Australia a meno che “una delle più grandi minacce della medicina moderna” non venga affrontata seriamente. Ma siamo pronti a farlo?

[N.d.R. Grazie a Francesco per la segnalazione]

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