Fonte: Diario del web
Il presidente della Camera, Roberto Fico, si conferma sempre più portavoce dell'ala sinistra del Movimento 5 stelle. E lo fa intervenendo a gamba tesa su due dei temi che stanno facendo maggiormente discutere le forze politiche in questi giorni: il decreto Salvini e il global compact.
Assente alla votazione
A proposito del provvedimento su sicurezza e immigrazione, fortemente voluto dalla Lega ma sostenuto anche dal suo Movimento, aveva fatto discutere l'assenza del presidente al voto finale di Montecitorio. Una mossa che in molti avevano interpretato come una protesta della terza carica dello Stato nei confronti del contenuto della legge. È stato lo stesso Fico a confermare la sua posizione: «È stata interpretata bene, è una presa di distanza», ha risposto ai giornalisti che lo avevano interpellato a margine di un convegno all'Accademia dei Lincei. Fico ha spiegato di non averne parlato prima «perché io sono il presidente della Camera, rispetto fino in fondo il mio ruolo, i diritti di maggioranza e opposizione, mando avanti i provvedimenti che arrivano in aula con la collaborazione di tutti i capigruppo. E rimango fedele al mio ruolo istituzionale. Se poi parliamo del merito del decreto dopo che è passato, quello è un altro discorso», ha aggiunto.
A favore del documento Onu
Ma Fico ha detto la sua anche sul global compact: il controverso documento dell'Onu sui migranti, che ha suscitato le proteste della destra (Fratelli d'Italia in testa). E sul quale il governo non ha espresso per ora un parere chiaro, rimandando la questione al parlamento. L'opinione del presidente della Camera è che l'Italia dovrebbe firmarlo: «Secondo me assolutamente sì. Ma invito tutti prima di parlare – ha aggiunto – a leggere bene il testo, ad approfondirlo. Perché se si legge bene il testo si tratta di una gestione globale fatta con gli altri paesi, quindi un'affermazione del multilateralismo sull'immigrazione. Quindi serve all'Italia a non isolarsi, a non rimanere sola con la questione migranti», ha concluso la terza carica dello Stato. Un'ulteriore strizzatina d'occhio al centrosinistra, dunque, in drastica contrapposizione con le politiche degli alleati della Lega.
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