mercoledì 21 novembre 2018

Risorge strisciando lo spirito delle Brigate Rosse


Noi poliziotti per sempre: I cartelli di minacce non sono firmati. Ma la vittima è sempre il ministro dell'Interno, Matteo Salvini. Indossa la maglietta della polizia nel volantino che lo raffigura al centro di un mirino, immagine sormontata da una scritta minacciosa: "Sputare è il primo passo". Non resta da chiedersi quale sia il secondo. In fondo, nei giorni scorsi, durante le manifestazioni a Roma e Milano, gli studenti in piazza non hanno esitato a cantare inni del tipo "uccidere Salvini non è reato". 


E oggi, a Cagliari, la storia si ripete. Nella città sarda infatti è prevista la visita del ministro dell'Interno e in Rete, ma non solo, la galassia antagonista e di sinistra si sta organizzando per una manifestazione di protesta. Anche a Nuoro, dove il Collettivo "Spazio Antifascista" sta chiamando tutti ad andare in piazza: “Ci sentiamo in dovere – si legge nella loro pagina Facebook – di scendere in strada e protestare contro di lui e contro la politica securitaria, razzista e fascista del suo governo. Chiediamo a tutti e tutte coloro che non approvano il suo operato e il suo pensiero di mollare i social network per un giorno e di andare a protestare fisicamente. Ci vediamo in strada". Nel capoluogo della Sardegna erano già apparse alcune scritte minaccose ("Salvini muori") e ora è il turno di alcuni volantini. 


Oltre a quello con il mirino, come spiega admaioramedia.it, ne appare un secondo in cui si vede un uomo strozzare il leghista sotto il motto: "Contro i razzisti....fino all'ultimo respiro". Anche questa una vaga illusione all'uccisione del ministro degli Interni. Infine, come già accaduto in passato, il volto del leader della Lega a testa in giù e la scritta "Salvini Bairindi" (vai via, ndr).



Giovanna Fisichella: Trattare i collettivi come le brigate rosse. Rintracciarli e sbatterli in galera, dal primo all'ultimo. Vogliono armare il braccio di qualcuno per far fuori il ministro degli interni. Se dovesse mai accadere qualcosa a Matteo, qui in Italia scoppierebbe la guerra civile e non si credano 'sti bastardi sinistrati di poter prendere facilmente il sopravvento, anzi, avrebbero davanti la maggioranza dei cittadini italiani (io farei indagini su chi finanzia i centri sociali comunque).


Vittorio Zedda: Da poco diventato vice-premier, ebbi netta l'impressione che Salvini potesse rischiare la pelle. A ben vedere da noi gli anni di piombo non sono finiti col povero Moro. Ora poi che ha smantellato il quartiere romano dei Casamonica, sarà bene che si guardi le spalle. C'è chi tifa per la mafia, anche se si mette dietro il paravento di certa politica.

Nessun commento:

Posta un commento