“L'uomo è misura di tutte le cose, di quelle che sono per ciò che sono e di quelle che non sono per ciò che non sono”, diceva Protagora. In altri termini, non c’è una verità universale, ma tante verità particolari e relative tra loro. Ogni singolo individuo interpreta la realtà a modo suo, subendo per lo più i condizionamenti in atto nel contesto sociale in cui vive, e ha la tendenza a credere che la sua verità (le sue opinioni) abbiano valore universale, cioè siano condivise anche dagli altri. Quando si accorge che le cose non stanno così, va incontro a cocenti delusioni.
Per esempio, analizziamo il concetto di antropocentrismo, ovvero di uomo al centro dell’universo, un po’ come affermava Protagora. L’antropocentrismo è un fenomeno culturale che sto analizzando da sempre, e che ho combattuto in senso militante, per molti anni, quando avevo le energie per farlo. Ora mi limito ad illustrarlo a parole, sperando che, non dico siano condivise, ma almeno comprese. Partiamo dall’articolo 727 del Codice Penale, che punisce il maltrattamento degli animali. E’ un articolo tuttora in vigore, ma quando il legislatore lo formulò, non pensò che bisognasse tutelare l’animale in sé, in quanto portatore di diritti, ma la sensibilità degli astanti che avrebbero potuto assistere ai maltrattamenti stessi, rimanendone scioccati. Formulò tale assunto sulla base di convinzioni popolari pre-esistenti, sia di matrice religiosa, sia laica. Sant’Agostino e Kant dissero illo tempore che agli animali, in quanto creature del Signore, non dovevano essere inflitte sofferenze, bensì trattati con rispetto fino al momento della macellazione. Tale posizione non scalfiva minimamente la mentalità antropocentrica, ma almeno faceva fare un passo avanti alla civilizzazione, ammorbidendola in quelle parti inutilmente crudeli. Per contrasto, in Cina, dove non c’è stato l’influsso culturale né di Sant’Agostino, né di Kant, non hanno acquisito la stessa mentalità degli occidentali. E ne siamo testimoni anche oggi con mille esempi. Vedi
Zaia e i cinesi che mangiano i topi vivi.
Senza andare così lontano, per restare nella nostra Europa, troviamo gli inglesi che hanno fatto rientrare il cavallo nella categoria dei “pet”, cioè gli animali da compagnia, mentre in Italia e Spagna troviamo le macellerie equine. Per un inglese, italiani e spagnoli sono popolazioni retrograde e primitive, mentre i due popoli interessati assolvono se stessi da tale accusa. Anche tra italiani e spagnoli, in fatto di crudeltà nei confronti degli animali, vi sono parecchie discrepanze. Noi per esempio non abbiamo la corrida e le feste religiose con strazio di animali,
né impicchiamo i cani quando non servono più per la caccia e per le corse, ma in Meridione, e in special mondo in Sicilia, ogni tanto qualche cane viene impiccato o avvelenato con i bocconi al topicida.
Cos’hanno in comune Spagna e Sicilia? La lunga dominazione araba e forse è lì che dobbiamo indagare se vogliamo capire il perché di tali deplorevoli comportamenti. Andiamo a finire sempre a Protagora, che intendeva l’interpretazione della realtà come strettamente connessa al contesto sociale di appartenenza. Per un cacciatore spagnolo è giusto impiccare un cane anziano, per un cacciatore italiano è giusto portarlo dal veterinario per l’eutanasia, tenendo presente che molti veterinari si rifiutano di praticarla, oppure, se vuole risparmiare, lo porta in mezzo ai boschi e gli spara. Il suo cane! A questo punto, si dovrebbe cominciare a capire cosa s’intende per mentalità antropocentrica: l’uomo decide della vita e della morte degli altri animali, base concettuale che scivola spesso in quella, da tutti deplorata, in cui l’uomo decide della vita e della morte degli altri uomini, senza rendersi conto che le due concezioni sono sorelle siamesi. Indissolubilmente legate l’una all’altra.
A fronte della cultura antropocentrica, in Occidente è stata posta la cultura biocentrica, ma solo in tempi recenti, tanto è vero che ancora non ha preso piede nel sentire comune della società. Cambiamenti in meglio, nel senso di una maggiore diffusione dei diritti degli animali, ci sono stati, ma non dappertutto, non in tutti, e limitatamente al mondo occidentale. A meno che non vogliamo considerare quelle famiglie cinesi che, sull’onda dell’imitazione dei modelli culturali dei bianchi, hanno preso l’abitudine di tenere in casa un cane o un gatto, ma in questo caso si deve dire che una rondine non fa primavera.
Cosa s’intende per cultura biocentrica? Si tratta di una piccola rivoluzione copernicana, sfuggita alla consapevolezza delle masse e che si può paragonare alla concezione evoluzionistica di Lamark, che poneva l’uomo in cima a una scala (scala evolutiva), con la concezione evolutiva di Darwin, che rappresentava l’uomo come uno dei tanti rami dello stesso albero della vita. Secondo la concezione biocentrica, dove la vita è al centro dell'universo e non più l’uomo, concetto assai inviso al mondo cattolico, un po’ meno a quello protestante, i fenomeni della vita, con la nascita, la crescita, la riproduzione e infine la morte, riguardano tutti gli esseri viventi, la maggior parte dei quali muore di morte violenta, in quanto divenuti cibo per altri esseri viventi. Solo l’uomo, grazie alle sue peculiarità, ha sempre cercato di sottrarsi all’eventualità di diventare preda di qualche predatore, esattamente come fanno tutti gli esseri viventi. L’uomo, benché sia del tutto lecito che cerchi di salvare se stesso dai molti pericoli che lo circondano, di tanto in tanto si concede guerre che riducono la sua popolazione, e durante le quali cadono tutte le regole di pacifica convivenza. Quando non è in stato di guerra, l’uomo tende a creare conflitti artificiosi, forse per una sua intrinseca necessità di rendere più vivace la propria esistenza, altrimenti monotona. E’ in quest’ottica che nascono le partite di calcio e le competizioni elettorali, per non parlare delle diatribe dei social, che sono delle piccole battaglie campali di ego contro altri ego.
La visione biocentrica non è una invenzione New Age, ma trova riscontri in antiche religioni orientali, un po’ più orientali di quella giudaico-cristiana, basata sul Vecchio Testamento. La religione dei Parsi, nell’antica Persia o in India, accettava di buon grado l’idea della morte come di un ciclo inevitabile, ma mentre in Occidente lo si sostiene a parole, in India lo si pratica con i fatti, nel momento in cui
i cadaveri umani vengono dati in pasto agli avvoltoi, spazzini della natura per antonomasia. In India però lo smaltimento dei defunti viene praticato principalmente mediante la cremazione sulle pire di legna ed è sempre un sentimento religioso alla base di tali consuetudini. In Tibet, dove le condizioni ambientali rendono difficili le inumazioni dei cadaveri, esistono ancora oggi dei becchini-sacerdoti incaricati di
fare a pezzi i morti, per rendere il pasto degli avvoltoi più facile. In questo caso, non si tratta tanto di religione, ma di pragmatismo, vista la durezza del terreno.
Dopo che per tutta la vita ho cercato di contrastare l’antropocentrismo e di far mio il biocentrismo, qualcosa deve essermi entrato nella coscienza, se non trovo niente di male nel mettere un cane o un gatto a imputridire lontano dai centri abitati e dalle strade, cioè in mezzo alla natura, facendogli fare una fine zoroastriana più dignitosa di quella che avrebbe fatto se nessuna anima pia si fosse fermata a
spostarlo dalla carreggiata. Quest’ultima azione, la faccio da sempre, e l’unico criterio che seguo è lo stato di appiattimento del cadavere. Se il corpo può essere raccolto agevolmente mi fermo, altrimenti tiro dritto. Idem se ho macchine dietro e non c’è lo spazio sulla destra dove fermarmi senza creare incidenti o ingorghi.
Qualcuno di recente ha affermato che c’è qualcosa di morboso nello spostare gli animali morti dalle strade. A quel qualcuno vorrei chiedere: e invece lasciare che ci passino sopra migliaia di automobili va bene? Altri mi hanno accusato di
non aver avuto riguardo per i padroni dell’animaletto investito, immaginando che essi vadano disperatamente alla ricerca del loro beniamino. Quel qualcuno evidentemente non conosce la statale 13 Pontebbana, altrimenti saprebbe che nessuna persona sana di mente si prende un gatto, impossibile da tenere al guinzaglio o in un recinto, abitando nelle sue vicinanze. Se una persona, abitando vicino a una statale, si prende un gatto come animale da compagnia, deve aspettarsi che nel giro di pochi giorni muoia ed è facile intuire in che modo. Per come conosco io la mentalità antropocentrica dei contadini, più o meno praticanti il lavoro della terra, se un cane o un gatto vive o muore è la stessa cosa. Se vive bene, se muore, bene lo stesso. Questa è l’essenza dell’antropocentrismo.
Mi pare che in Friuli ci sia
solo un cimitero per i “Pet” (io, la mia Petunia, l’ho seppellita al Tagliamento, dove vorrei essere seppellito anch’io) e mentre aspettiamo che di cimiteri per animali domestici ce ne sia
uno per ogni comune, io mi fermo, quando sono per strada, e li metto sull’erba, oppure li uso come
esca per la mia foto trappola. E’ il ciclo della vita e della morte e non possiamo farci niente. I nativi americani dicevano una preghiera per l’anima della selvaggina che cacciavano, io non arrivo a tanto, benché non sia responsabile della morte dell'animale investito, ma tratto con rispetto le vittime del traffico, siano esse i privilegiati “pet”, oppure i selvatici privi di difesa e sponsor. A tutti loro, cani, gatti, nutrie, serpenti, lepri, ricci e fagiani, che ho usato e che userò come esca, va la mia gratitudine. Agli utenti di internet e ai loro malevoli commenti, basati sul relativismo della loro personale verità, va il mio amaro biasimo.
ho visto anche io come vengono smembrati corpi umani morti, in Tibet, per noi occidentali è agghiacciante vedere certe scene su corpi umani... ma li è normale.
RispondiEliminaQui in occidente, vediamo persone a spasso con mini cagnetti da compagnia , alcuni vestiti come bambini con tutine per cani... ugualmente vediamo animali maltrattati , cani abbandonati a sè stessi , senza padrone usati magari qualche mese per soddisfare bambini viziati...
nel mondo ci sono varie sensibilità.
l'uso di animali morti come esche per una fototrappola farebbe sorridere certe persone , che magari sono abituate a scene animali ben più cruente...
ho visto cose che succedono nei mercati in Africa che fanno accaponare la pelle...pensa te se quelli si scandalizzano per un animaletto morto...
ci sono diversi gradi di sensibilita'.
Detto questo, da qui in avanti sarà meglio far notare, tramite questo blog, principalmente le innumerevoli meraviglie della natura, la vita su questo pianeta.
Quindi come si dice, non tutto il male viene per nuocere, capito questo, si riparte meglio di prima.
cari saluti
Alex
Citazione:
Elimina"ho visto cose che succedono nei mercati in Africa"
Sì, ho visto anch'io in Madagascar cose che non avrei voluto vedere.
Questo è uno dei motivi per cui non ci andrò più. Il primo motivo è che sono finiti i soldi. Il secondo è lo stato di salute, sia fisica che mentale, non adeguato a lunghi viaggi.
Citazione:
"principalmente le innumerevoli meraviglie della natura"
Se non mi fossi trasferito in una casa di campagna, ma fossi rimasto nel miniappartamento di città, questo mio antico interesse per la Natura non avrebbe potuto rinascere.
Altro motivo che non citi e che per andare in giostra li bisogna pagare
EliminaL' uomo non è al centro di un bel nulla, a parte i disegnini di quel frescone di Leonardo,le teorie trascendentali, le elucubrazioni dei fillosofi scaldaseggiola.
RispondiEliminaMomentaneamente siamo al vertice animale, capi macellai,forse non per sempre,, forse protempore. Anima tracce lievi, buoni propositi non pervenuti.
Se penso che siamo fatti a immagine e somiglianza degli Dei, mi viene da concludere che nel posto in cui tali Dei vivono, sia esso l'universo materiale su qualche misterioso pianeta, sia esso qualche dimensione vibrazionale per noi irraggiungibile, vige la stessa legge spietata, per non dire malvagia, della sopraffazione del debole.
EliminaCome corollario mi chiedo, a volte: la legge "preda-predatore" è in vigore anche negli altri pianeti?
condivido pienamente...
EliminaNon v'è alcuna certezza su nulla. Tantomeno sulla creazione di qualche Dio o sulla manipolazione genetica di alieni che ci avrebbero trasformato da scimmioni in umani che di umano non hanno granché.
RispondiEliminaLa legge del pesce grande mangia pesce piccolo (applicabile anche agli umani se pur non a tavola) è assurda per le mie visioni filosofiche poiché trae vita dalla morte in un ciclo infinito di giorni notte il cui senso ignoro.
A vedere l'universo non credo che l'uomo sia ai centro di nulla. Anche se potremmo esserlo (a livello razionale) dal momento che non ci sono altre forme di vita sui pianeti finora esplorati. Insomma siamo ancora a zero.
Credo che le risposte giuste potrà darle la tecnologia tra qualche secolo. Manca poco ormai.
Alla mia morte potranno buttarmi in una fossa comune. Se dovesse sopravvivere "l'anima" del corpo non credo che gliene fregherebbe granché.
Ciaoooo Roberto
Citazione:
Elimina"un ciclo infinito di giorni notte il cui senso ignoro"
Migliaia di filosofi, nel corso della storia, sono giunti alla conclusione di non conoscere il senso di tutte le cose, a cominciare dal perché viviamo, perché la vita esiste?
Credo che non lo sapremo mai!
A volte, sulla base della consapevolezza di quanto la nostra specie sia prepotente e feroce, ci facciamo prendere dai sensi di colpa, arrivando alla conclusione che senza l'uomo gli animali sarebbero più felici.
Poi penso che gli animali hanno paura anche degli altri animali (predatori) e quindi la felicità, per loro, anche senza l'uomo fra i piedi, sarebbe un'utopia.
Citazione:
"tra qualche secolo. Manca poco ormai"
Questo mi fa venire in mente un libro di Giorgio Ruffolo.
Se fossi creazionista, non potrei evitare di pensare che Dio quando creò l’essere umano con l’idea di dare vita a un capolavoro era troppo stanco….o forse ubriaco. L’umano è l’unico animale che insozza volontariamente il cibo che lui stesso mangia, l’acqua che beve e l’aria che respira.
RispondiEliminaChe raramente uccide per la mera sopravvivenza come fanno gli altri animali, ma spesso e volentieri lo fa per egoismo e ingordigia e a volte anche per puro diletto.
Piuttosto che la cima di una piramide direi che è un cancro sulla faccia della terra che si è diffuso a macchia d’olio spazzando via poco a poco tutte le altre forme di vita. Il giorno che l’essere umano si estinguerà (perché il “culmine del creato” è tanto intelligente da autodistruggersi) la terra e tutti gli altri suoi abitanti ne gioveranno parecchio.
Giulia R.
Mi piace l'idea di un Dio "troppo stanco….o forse ubriaco".
EliminaE' originale!
Io, quando sono ubriaco, divento lubrico.
Nessuno potrà mai far riavere dallo stupore il pesciolino colorato, che esce dalla sua tana fra i coralli, e finisce nella bocca sdegnosa della grigia cernia. Ho vissuto per questo, si domandera' il povero pesciolino?
RispondiEliminaEterno banchetto, il mondo è un coacervo di commensali e di pietanze. Seguono le discussioni erudite del dopo pranzo. Pasciuti sacerdoti, saccenti filosofi, ci forniranno sempre nuove teorie, spiegazioni, tese a farci digerire mentalmente, spiritualnente, il perché, le ragioni di tale grande costante abbuffata.... È sempre mezzogiorno. Il pranzo è servito
Faccio anch'io, qui, ora, chiedendo anticipatamente perdono, il "pasciuto sacerdote, saccente filosofo" e constato che gli esseri viventi, essendo sistemi aperti, hanno entrate ed uscite, in riferimento all'energia che gli serve per essere vivi.
EliminaDove trovano tale energia?
In quella già incamerata da altri esseri viventi, un po' come le piante che la trovano nei raggi solari.
Tutti gli esseri viventi, escluse le piante, devono reperire l'energia per vivere e lo fanno a scapito di altri esseri che, in tali frangenti, cessano di essere vivi.
Per forza di cose, per legge di natura.
Il destino dell'uomo è quello di cercare sempre di sottrarsi a tale legge. Ma finora non vi è mai riuscito. E mai vi riuscirà.
Ergo tutti o quasi noi siam che transito di cibo, aumentatori di sterco et riempitori di destri(cessi).... ***
EliminaWhat else, cosa ancora? Sempre riferito alla maggioranza di noi??
***aforisma di Leonardo.
I biologi, quando parlano degli esseri viventi come "sistemi aperti", cercano di dare definizioni scientifiche asettiche, ma, in fondo in fondo, il senso è quello che dici tu.
EliminaAnch'io voglio fare il fisolofo(voluto),noi conosciamo il nostro mondo perchè ci viviamo,dove vige il mangia o sii mangiato.Voglio fare un esercizio d'immaginazione,in parte Roberto ha dato degl'indizi ,immaginate che vi sia un mondo dove gl'uomini vivono di Prana(non sò esattemente cosa sia ne conosco la spiegazione didascalica),o di energia solare come le piante,una volta immaginate che siano solo gli esseri umani a vivere senza dover uccidere(anche le piante) ed un'altra immaginate cosa sarebbe il nostro mondo se tutti uomini e animali non dovessero mangiare altri esseri viventi ne essere mangiati(tipo l'Eden biblico).E' un puro esercizio di fantasia,io non credo sono stato per il passato un accanito lettore di fantascienza,la fantascienza non è un giochino è sempre servita a progettare il futuro e poi sono curioso di vedere cosa siete capaci di immaginare. Io naturalmente sono esentato(perchè ho lanciato il giochino),ed in più nessuno è obbligato a parteciparvi(ma conto su Mauro).Ciao Rod.
RispondiEliminaMauro è sicuramente, fra tutti noi, quello più dotato di fantasia.
EliminaCitazione:
"un mondo dove gl'uomini vivono di Prana"
Il Prana, per quel che so, nasce in India e bisogna essere indiani per capire cosa sia.
Non solo, ma anche per credere a un altro concetto, stavolta facile da capire, il Karma, bisogna essere nati in India.
Il Karma da noi rischia di non funzionare proprio perché non c'è il contesto giusto.
Diffido sempre dalle filosofie che vengono da lontano, anche di quelle affascinanti che vengono dall'India. Pensa ai Giainisti.
Per colpa di queste filosofie esotiche, mia figlia si è fatta tatuare una Mano di Fatima su un polpaccio, deturpandosi così l'epidermide.
E non è l'unico tatuaggio che ha.
Avrai capito che disapprovo anche i tatuaggi, perché non pertinenti alla nostra cultura occidentale.
Secondo te, sono un...purista o solo un rompi balle?
@ Roberto,
Eliminanon sei un rompi,sei solo figlio del tuo tempo e tua figlia è figlia del suo tempo,per noi un tatuaggio è come sporcare il nostro corpo per loro è un vezzo.Io da ragazzo portavo i capelli lunghi( sulla spalla) e mio padre si arrabbiava per questo,poverino, io non rinunciavo ai miei vezzi .Sono le mode del tempo anche se alcuni esagerano,vedi alcuni giocatori di calcio pieni di tatuaggi.Io so che se uno ha molti tatuaggi,non può donare il sangue quindi bene non fa.Ciao Rod.
Essere figli del proprio tempo.
EliminaVero, ma per fortuna il tempo passa e i figli crescono e maturano.
I capelli lunghi si possono tagliare, ma per togliere i tatuaggi ci vuole il laser.
Scelta quasi irreversibile.
Anche vivere di prana è essere attaccati ad un "tubo" da cui succhiare energia se pur eterea e sottile quasi come il plancton nel mare. L'idea di dover attingere ad una fonte di energia qualsiasi sia essa benzina o diesel è un'idea legata, credo, al nostro sistema di coordinate ovvero siamo abituati a pensarla così. Un do ut Deus infinto, un mercato, un baratto, uno scambio, uno che vende ed uno che compra....
RispondiEliminaNon mi piace: è un sistema così imperfetto che mi crea tristezza.
Un Dio che cazzeggia, autistico, fissato per la perfezione ma che però non sa neanche lui che pesci prendere
Interessante l'idea che siamo attaccati a un...tubo, comunque la si metta.
RispondiEliminaUn Dio che non sa che pesci pigliare, e per di più ubriaco.
@Gentili e attenti LETTORI,
RispondiEliminavisto che mi interesso ormai da oltre 30 anni, di STORIE e SCIENZE misteriche, scrivo QUI anch' Io delle Considerazioni sul PRANA ed anche sul KARMA, senza entrare però nei dettagli;
pur essendo PAROLE originarie dell' INDIA, esse si SONO divulgate ormai in TUTTO il MONDO, e danno gli stessi risultati, ottenuti nella PATRIA di origine, come del resto altre TECNICHE e PRATICHE di MEDICINA Complementare, vedi ad esempio l' AGOPUNTURA;
il PRANA molto semplicemente è quell' ENERGIA Universale, presente nell' UNIVERSO che molti utilizzano ad es. nella PRANO TERAPIA, ma anche un numero però molto esiguo come nutrimento energetico, vedi piccole UNITA' di Individui in AUSTRALIA, da NON confondere però con gli ABORIGENI;
personalmente ho conosciuto una potente MEDIUM che riusciva ad elaborare, e concentrare in fondo al palato delle piccole goccioline di PRANA, simili al MIELE ma più di 100 volte dolce ed energizzante, si narra che anche gli antichissimi abitanti di LEMURIA, si nutrissero SOLO di PRANA risparmiando così, tutte le CREATURE sia del MONDO vegetale che animale!!!
SDEI/Sergio
@Gentili e attenti LETTORI,
RispondiEliminadopo aver scritto sul PRANA ecco alcune brevi considerazioni sul KARMA, definito anche la LEGGE della CAUSA ed EFFETTO, esso è sia INDIVIDUALE che COLLETTIVO questo può arrivare fino a, coinvolgere NAZIONI intere ma anche ETNIE e RAZZE diverse;
in pratica se IO compio un atto criminale individuale oggi, in alcune VITE future dovrò PAGARE un TRIBUTO energetico, che sarà proporzionale al danno arrecato in questa VITA, ora però questa prassi si è "accelerata", a fronte dell' elevata ENERGIA QUANTICA terrestre, in pratica NON si sconterà il TUTTO nelle prossime VITE, bensì già in questa ed è una NOVITA' rispetto al passato;
ovviamente sia il PRANA che il KARMA sono concetti condivisi, da chi crede nel MONDO delle ENERGIE, e nelle ripetute REINCARNAZIONI, e NOI sappiamo che in ORIENTE storicamente, si è più portati ad aprirsi al MONDO "spirituale", rispetto all' OCCIDENTE che è più "materialista"!!!
BUONA VITA e RICERCA della VERITA'
Ad MAJORA
SDEI/Sergio
Sia in Oriente che in Occidente le persone possono essere afflitte dalla superstizione.
Elimina