lunedì 12 agosto 2013

Allah, barbuto, iracondo ed eterosessuale

 

La Corte Suprema iraniana ha confermato le condanne a morte emesse nei confronti di quattro omosessuali. Lo riferisce il sito d’informazione attivo nell’ambito dei diritti umani ‘Herana’, spiegando che le sentenze di morte erano state emesse alcuni mesi fa dal Tribunale della regione Kohgiluyeh e Buyer Ahmad, nel sud-ovest dell’Iran, nei confronti di Sahadat Arefi, Javid Akbari, Hushmand Akbari e Vahid Akbari, i quali erano stati riconosciuti ‘colpevoli’ di pratiche omosessuali.
Stando al sito, a seguito dell’avvenuta conferma delle sentenze di morte da parte della Corte Suprema, i quattro giovani rischiano di essere giustiziati già nei prossimi giorni. Secondo il codice penale islamico sciita, in vigore in Iran, per fatti quali i rapporti omosessuali e l’adulterio sono previste specifiche punizioni, tra le quali anche l’impiccagione e la lapidazione. Secondo la Sharia, infatti, l’omosessuale viola la legge di Allah e per questo deve essere punito con la pena di morte. Secondo i siti di opposizione, negli ultimi dieci anni diverse decine di uomini sono stati impiccati perché omosessuali.

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