mercoledì 7 agosto 2013

Col vaccino vacci piano!

 


La Sezione giurisdizionale della Lombardia della Corte dei Conti ha emesso il 28/2/1997 una sentenza (n. 71-97PM) che ha riconosciuto in un militare la sclerosi multipla come conseguenza della vaccinazione subìta. Il militare aveva ottenuto in precedenza un giudizio negativo dalla commissione medica ospedaliera deputata a riconoscere l’indennizzo.
Poi aveva fatto ricorso al ministero, il quale aveva riconosciuto, invece, la correlazione tra la malattia demielinizzante e la vaccinazione ricevuta. Si legge nella sentenza: “Il nesso di dipendenza da causa di servizio ovvero la spiegazione causale dell’infermità deriva dalla considerazione che risulta estremamente improbabile la sua insorgenza per l’intervento di altri processi causali”.
Quindi vengono applicati, come andrebbe sempre fatto, i quattro criteri fatti propri anche dall’Istituto Superiore di Sanità, cioè: la correlazione di tempo, la plausibilità medica, l’assenza di altre cause note e la presenza di altri casi documentati in letteratura.


Altro caso di danni da vaccino:

Cancro e vaccino antipolio: la Usl di Rovigo ammette la relazione.

Incredibile ma vero: sul notiziario aziendale della Azienda Ulss 18 di Rovigo, il n. 21 dell’agosto 2000, compare un articolo in cui si asserisce che il terribile tumore chiamato mesotelioma pleurico è scatenato dall’ormai noto SV-40, il virus delle scimmie passato all’uomo attraverso il vaccino antipolio.

Si legge a pagina 23 del notiziario: “Il meccanismo patogenetico che sembra alla base di questa patologia (il mesotelioma, ndr), è da identificarsi nel virus SV 40, considerato il più potente cancerogeno virale noto, individuato dal ricercatore italiano Michele Carbone, docente al Cardinal Bernardin Cancer Center di Chicago; la diffusione di tale agente virale è avvenuta in maniera massiva tra gli anni 1955-63 con il vaccino inattivato antipolio Salk”.

La Ulss ha però dimenticato di scrivere che l’SV 40 è stato identificato anche nel vaccino antipolio orale di tipo Sabin e che tuttora si studiano le sue conseguenze sull’organismo umano. Perché è accaduto questo? Perché il virus vaccinico della polio viene coltivato su terreni di coltura costituiti da cellule renali di scimmia. E non è tutto.

Nel marzo 1992 la celebre rivista medica inglese The Lancet pubblica un articolo di Walter Kyle che riporta evidenze secondo cui l’Aids si è manifestato dopo che il virus dell’immunodeficienza delle scimmie (SIV) è entrato nell’organismo umano attraverso appunto il vaccino antipolio contaminato da tessuti infetti di scimmia.

L’articolo prosegue affermando che alla FDA americana sospettavano della contaminazione dei vaccini antipolio già dagli anni ’50 e che lo seppero per certo negli anni ’70.

Kyle sostiene inoltre che l’SV40 causa anche leucemie e tumori negli animali da laboratorio. Nel settembre 1995 il bollettino del National Vaccine Information Center americano riportò che il patologo californiano John Martin aveva stabilito che adulti e bambini, sofferenti di una disfunzione neurologica, immunitaria e psichiatrica, erano stati infettati con un virus atipico risultato poi provenire proprio dalle scimmie utilizzate per la produzione dei vaccini antipolio.

Cosa poteva significare questo se non che i controlli sull’SV 40 non venivano fatti e che il problema non si limitava solo agli anni ’50 ma arrivava fino a noi? Martin riferì tutto ciò all’Institute of Medicine americano nel ’95. Nell’aprile 1996 sempre il bollettino del NVIC riporta che il microbiologo californiano Howard Urnovitz aveva prodotto evidenze secondo cui il virus di tipo 1 dell’Aids è un virus ibrido uomo-scimmia creatosi dopo che 320.000 africani avevano ricevuto negli anni ’50 un vaccino antipolio sperimentale contaminato dal SIV.

Purtroppo di tutto ciò non si informa mai la gente…..

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