Fonte:
Corriere delle Alpi
Testo
di Francesco Dal Mas
BELLUNO.
È fatta: no caccia ai cervi dentro la foresta del Cansiglio, sì fuori. Questo
l’orientamento dettato ieri dalla giunta regionale a Veneto Agricoltura perché
presenti un piano di contenimento degli ungulati entro il 15 settembre, cinque
giorni dopo la seduta della quarta commissione del consiglio regionale che si
terrà in Cansiglio. È fatta, ma per modo di dire. Il sindaco di Tambre, Oscar
Facchin, infatti s’inalbera.
«Come
niente caccia sulla piana del Cansiglio? I tecnici di Veneto Agricoltura,
nell’ultimo incontro con gli assessori Stival e Manzato, presenti anche i
sindaci, ci hanno detto che è indispensabile cacciare anche in foresta, oltre
che al suo esterno. E gli assessori erano d’accordo. Vorrò proprio vedere con
quale faccia si ripresenteranno».
Apparentemente, dunque, la vicenda dei 1200 cervi in Cansiglio si chiarisce dopo le decisioni prese ieri a Palazzo Balbi, ma non sarà facile convincere gli abbattitori – che, dunque, non sono solo i cacciatori – quanto meno ad avere pazienza. Zaia, incontrando i giornalisti dopo la seduta di giunta, ha ribadito il suo no più fermo all’abbattimento in riserva. La caccia, invece, sarà concessa lungo la pedemontana del Cansiglio, da Fregona a Cordignano, nella conca dell’Alpago e continuerà nell’alto Pordenonese.
Apparentemente, dunque, la vicenda dei 1200 cervi in Cansiglio si chiarisce dopo le decisioni prese ieri a Palazzo Balbi, ma non sarà facile convincere gli abbattitori – che, dunque, non sono solo i cacciatori – quanto meno ad avere pazienza. Zaia, incontrando i giornalisti dopo la seduta di giunta, ha ribadito il suo no più fermo all’abbattimento in riserva. La caccia, invece, sarà concessa lungo la pedemontana del Cansiglio, da Fregona a Cordignano, nella conca dell’Alpago e continuerà nell’alto Pordenonese.
«Io
non posso certo impedirla» ha spiegato Zaia, annunciando che sarà una
commissione di tecnici in capo all’ente “Veneto Agricoltura” a definire in ogni
suo aspetto il problema del proliferare dei cervi sull’altopiano e ad indicare
le possibili soluzioni. E questo entro il 15 settembre, mentre 5 giorni prima,
all’ombra dei faggi, arriverà la quarta commissione del Consiglio regionale per
esaminare, anticipatamente, il da farsi. Ma la sorte dei 1200 animali che
risultavano in eccesso già nel 2008, quando si tenne l’ultimo, serio censimento
(stabilendo che allora i cervi erano 2800), sembra segnata. Insorgeranno, a
questo punto, animalisti ed ambientalisti? Probabilmente no.
«La
nostra preoccupazione è sempre stata quella di vietare l’ingresso dei
cacciatori in foresta e su questo il presidente Zaia è rimasto fermo» dichiara
Vittorio De Savorgnani, di “Mountain Wilderness”; d’accordo con lui anche Michele
Boato dell’Ecoistituto, l’europarlamentare Andrea Zanoni, perfino Adriano De
Stefano, dell’Enpa (seppur annunciando una stretta vigilanza su quanto si andrà
a decidere da parte della Regione). Soddisfatti anche gli allevatori con Paolo
Casagrande dell’Anpa e soprattutto i sindaci.
«Zaia
ha sostanzialmente accolto la nostra proposta; neppure noi volevano la caccia
in foresta», ammette Giacomo De Luca, sindaco di Fregona. Resta la contrarietà
di una parte dei protezionisti che con Tamara Panciera voleva escludere del
tutto la caccia, sia dentro che fuori il bosco. Resta, all’opposto, la ferma
determinazione di Oscar Facchin, sindaco di Tambre. «Chi ne sa più di noi ci ha
spiegato che per ridurre sensibilmente il numero dei cervi bisogna intervenire
anche dentro la foresta, perché nelle riserve di caccia all’esterno non sono
riusciti nemmeno a rispettare il piano programmato». Zaia, riconoscendo i danni
ingenti degli animali, assicura: «La commissione lavorerà in fretta e
consegnerà gli esiti entro il 15 settembre prossimo. Confermo – ha aggiunto il
presidente – che l’unica opzione che non è sul tavolo è quella
dell’abbattimento e delle caccia all’interno della riserva naturale della
foresta». «I tecnici valuteranno tutte le soluzioni alternative possibili –
puntualizza ancora il governatore – infertilizzazione, narcosi, recinti,
introduzione di animali antagonisti come i lupi, qualsiasi iniziativa
ragionevolmente praticabile e ci faranno sapere».
La
caccia – secondo Zaia – è comunque da escludere a priori anche per la sua
potenziale pericolosità: il Cansiglio è un’area fortemente frequentata dalle
persone per attività sportive e ricreative sia d’estate che d’inverno. Il
presidente ha infine voluto precisare che «la mia posizione su questa vicenda è
stata sinora a volte forzata: io sono un amministratore e non parteggio per
nessuno, ambientalista o cacciatore che sia».
Per quanto riguarda l'osservazione finale di Zaia " ... non sto dalla parte ne di cacciatori ne di ambientalisti", a parte la consueta confusione tra animalisti e ambientalisti, figure che non sempre coincidono, non posso che rallegrarmi della presa di distanza, evidente, dai cacciatori; in una regione, il Veneto, da sempre con un'altissima densità, appunto, di cacciatori, può essere considerato sicuramente un segnale positivo.
RispondiEliminaHo parecchi dubbi invece sul comportamento di Zanoni. Perché assumere una posizione così defilata? Dovrebbe quantomeno chiarire.
RispondiEliminaSono d'accordo con te, e l'ho già fatto sapere a Tamara, che sia lui che Adriano De Stefano dovrebbero mandare una smentita al giornale, se no sembra che dei cervi non gl'importi granché e che per loro siano importanti solo le leggi. Mentalità da sbirretti.
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