giovedì 26 marzo 2015

Il Grande Fratello prende piede

 

La polizia potrà utilizzare programmi per acquisire «da remoto» le comunicazioni e i dati presenti in un sistema informatico e viene anche autorizzata l’intercettazione preventiva sulle reti informatiche: è questa una delle novità principali approvate in Commissione al decreto antiterrorismo. Il pubblico ministero potrà conservare i dati di traffico fino a 24 mesi. I provider su Internet saranno obbligati a oscurare i contenuti illeciti legati ai reati di terrorismo, pubblicati dagli utenti. L’uso del Web e di strumenti informatici per perpetrare reati di terrorismo (arruolamento di foreign fighters, propaganda, ecc.) diventa un’aggravante che comporta l’obbligo di arresto in flagranza.


Intanto però in rete è scoppiata la polemica sulle nuove norme. Nel mirino il comma 1 dell’articolo 266 bis del decreto, che consente «l’intercettazione del flusso di comunicazioni anche attraverso l’impiego di strumenti o programmi informatici per l’acquisizione da remoto delle comunicazioni e dei dati presenti in un sistema informatico». Secondo Stefano Quintarelli (deputato di Scelta civica e uno dei «padri» di Internet in Italia), con questo emendamento l’Italia diventa il primo Paese europeo che rende legale la «remote computer searches»: «Il fatto grave è che non lo fa in relazione a specifici reati di matrice terroristica ma per tutti i reati commessi mediante l’impiego di tecnologie informatiche o telematiche». 

Il rischio? Che sia «consentito violare da remoto in modo occulto il domicilio informatico dei cittadini», ma al di fuori «delle regole e dei limiti dettati per ognuna di esse dal Codice di procedura penale», consentendo quindi ai «captatori informatici» di compiere «una delle operazioni più invasive che lo Stato possa fare nei confronti dei cittadini». A destare invece i dubbi del garante della privacy, Antonello Soro, espressi martedì prima della loro approvazione da parte delle Commissioni, sono le norme che autorizzano la polizia a effettuare le intercettazioni preventive dei sospettati sulle reti informatiche, utilizzando programmi per acquisire «da remoto» le comunicazioni su social, come «whatssup» o altre piattaforme. L’altra misura oggetto delle perplessità di Soro è quella che porta a 2 anni il termine di conservazione dei dati di traffico telematico e delle chiamate senza risposta (oggi rispettivamente di un anno e di un mese).

5 commenti:

  1. Roberto, scusa, sono l'anonima che sarebbe stata "visitata" dagli alieni, si era detto che ti scrivevo per certi fatti accaduti, il computer da due giorni fa schermo nero all'accensione (computer che ha meno di un anno di vita) quindi funziona in modo discontinuo, oggi si è acceso ma continua ad avere problemi, la prossima settimana vedrò di fare qualcosa, ma a me pare tanto che sia un "avvertimento".....sembra che io debba tacere!

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    1. Il tuo è....pensiero magico.

      Succede anche a me talvolta di indurvi.

      Tranquilla, è solo un guasto tecnico.

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    2. Propendo anche io per tale spiegazione, fanno i computer che durino poco apposta, sennò le fabbriche andrebbero a bagno.
      Appena risolto ti scrivo al tuo indirizzo mail.

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  2. Bene ... E' arrivato il momento di buttare tutto nel cesso e tornare a comunicare coi piccioni viaggiatori o i segnali di fumo

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    1. I giornali si sono premurati di dire che Renzi ha stralciato il progetto, ma secondo me è una tattica per far accettare l'idea della necessità di un maggiore controllo.

      Anche la proposta di Monti di portare a 50 euro il limite di uso del contante fu respinta, ma prima o poi la riproporranno.

      Vanno avanti a piccoli passi. Sono furbi!

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