giovedì 19 marzo 2015

Nell'Africa centrale la guerra di religione è già cominciata



Fonte: Bare naked Islam

Dopo aver sofferto anni di persecuzione musulmana, la maggioranza cristiana ha distrutto quasi tutte le 426 moschee nella Repubblica Centrafricana. L'ambasciatrice Usa Samantha Power presso l'Onu definisce la devastazione in Repubblica Centrafricana come una "agghiacciante pazzia", dopo la visita. Quasi tutte le 426 moschee nella Repubblica Centrafricana sono state distrutte da mesi di combattimenti tra cristiani e musulmani. Samantha Power ha parlato ai giornalisti, dopo una visita del Consiglio di sicurezza la scorsa settimana, in alcune località del paese. Ha espresso preoccupazione per un prossimo possibile vuoto di sicurezza, poiché un intervento dell'Unione europea, con le forze francesi, e una forza di pace delle Nazioni Unite non sono ancora al completo.

Almeno 5.000 persone sono state uccise da quando nella Repubblica Centrafricana è esplosa una violenza senza precedenti nel mese di dicembre 2013. Quasi un milione dei 4,5 milioni di abitanti del paese sono sfollati. Molti di coloro che sono fuggiti sono musulmani. L'ambasciatrice ha detto che 417 delle moschee del paese sono state sicuramente distrutte. Ha visitato quelle rimanenti nel quartiere musulmano della capitale, Bangui, e ha descritto gli abitanti come "una popolazione terrorizzata". Il governo di Obama non tenta nemmeno di capire perché. Una violenza sanguinaria e crudele fatta di omicidi è stata compiuta sui cristiani della Repubblica Centrafricana ad opera dei musulmani. I quali sono una parte di un gruppo islamico chiamato Seleka che ha legato cinque persone e le ha gettate in un fiume infestato di coccodrilli e ippopotami.
Jislain Ngangaguende, sopravvissuto a questa brutalità, ha ricordato  la sua esperienza orribile: 
"Ho iniziato a bere l'acqua ma sono riuscito a sollevare la mia testa. Un soldato mi ha visto e ha cercato di spararmi. Sono stato sott'acqua per lunghissimi minuti e quando sono riemerso non c'era più nessuno. Mi sono ancorato a un ramo che mi ha trascinato lungo il fiume, ma le mie mani erano ancora legate dietro la schiena. Pensavo che fossi morto, ma la potenza di Dio mi ha fatto uscire sano e salvo".


Interi villaggi sono stati ridotti a città fantasma; un cristiano rifugiandosi in un ospedale, nella cui voce si può percepire vera disperazione,  ha descritto l'inferno che sta subendo:
"Siamo qui per colpa della Seleka, che è venuta nel nostro paese, ha saccheggiato e ucciso. Abbiamo perso le nostre case, i nostri campi, le nostre merci. Le case sono state rase al suolo con tutte le nostre cose al loro interno. Siamo ... io non so nemmeno come chiamarci, ora. Non abbiamo nulla. Non posso nemmeno andare a casa mia o nei campi. Se mi vedono lì, mi ammazzano".

Dell'età di 22 anni, un cieco di nome Gaston Sanbogai, è stato abbandonato dai suoi vicini quando sono fuggiti. Ha tentato di nascondersi, ma i musulmani lo hanno afferrato e spietatamente assassinato.  
Circa 34.000 cristiani hanno cercato rifugio nella cattedrale di St. Antoine de Padoue, a Bossangoa. Una donna rifugiatasi nel compound cattolico insieme al suo bambino sono stati entrambi picchiati a morte. 


Un uomo  ha raccontato  di come i musulmani hanno derubato sua moglie e poi hanno preso suo figlio e gli hanno tagliato la gola:
"Mia moglie era nel campo con nostro figlio di quattro anni, Richide. Il Seleka ha preso i soldi e l'oro e le ha detto di andarsene e non tornare. Hanno cominciato ad attaccare mio figlio. Hanno cercato di sparargli ma la pistola non funzionava. Così gli hanno tagliato la gola. Che minaccia poteva essere questo bambino per il Seleka? Lui era solo un bambino".
I musulmani hanno ucciso una donna e hanno lasciato il suo bambino nella savana. Il bambino indifeso è stato mangiato vivo da un boa. Una donna è stata anche colpita alla gamba e la pancia di un bambino è stata aperta e lasciato con i suoi intestini esposti. Una donna di nome  Nicole Faraganda  ha dato alla luce il suo neonato e il giorno dopo, quando i musulmani hanno fatto irruzione nel suo villaggio, iccome era lenta a fuggire perché si stava riprendendo dal parto, è stata raggiunta e uccisa senza pietà. 


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