In quella che sembra
essere una sala di attesa, un extracomunitario chiede alle persone,
che di volta in volta gli siedono accanto, di tradurgli dei post che
qualcuno ha pubblicato scrivendo in lituano sulla sua pagina
Facebook. E’ arrivato da poco in Lituania, non sa ancora parlare
bene la lingua e ha bisogno di un aiuto per capire il senso di quelle
parole. Donne, uomini e perfino un bambino si dimostrano subito molto
disponibili, ma non appena gli occhi si posano sul tablet la loro
espressione cambia. Scuotono la testa,
stringono le labbra perché quelli che stanno leggendo non sono
semplici commenti ma pesanti
insulti razziali.
Talmente umilianti che nessuno di loro ha il coraggio di ripeterli.
“Scimmia”,
“schiavo”,
“tornatene in Africa”.
E alla fine, ognuna di quelle
persone sente il dovere di chiedere scusa.
Nonostante non siano loro gli autori dei commenti, il solo fatto di
averli letti genera vergogna e dispiacere.
L’esperimento
è stato realizzato da un’agenzia lituana per contrastare gli
insulti razziali diffusi sul web. Il 21 marzo è stata la Giornata
mondiale per l’eliminazione delle discriminazioni razziali
e anche l’Italia ha preso posizione con l’XI
settimana di azione contro il razzismo organizzata dall’Unar
(Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) proprio dal 16
al 22 marzo. Lo slogan di quest’anno è “Accendi
la mente, spegni i pregiudizi”,
invitando tutti ad utilizzare la propria intelligenza per aprirsi
all’altro, imparare a conoscerlo superando le barriere di razza,
cultura o religione.
Il guaio della "carne" u-mana e di altre specie, lo vedo nei miei TRE gatti 2F- 1M+, è la COMPETIZIONE. Come diceva il Mio Maestro Lao Tzu "il saggio non compete, non accetta la competizione". Ognno deve fare quello che sa fare e che gli piace fare...è dannoso che io pretenda di essere un architetto se mi piace pasticciare di chimica. Mi specializzo nella chimica e si "co-opera". In pace. Lao Tzu Primo, Marx Secondo.
RispondiEliminaAnonimo Monia De Moniax Fruttariana
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