venerdì 27 marzo 2015

La donna marrone e la donna bianca


Saltuariamente frequento una donna bianca apparentemente civilizzata. Saltuariamente frequento una donna marrone civilizzata solo a metà. Entrambe sono cresciute in un contesto sociale razzista – razzista verso i non umani – che le giustifica parzialmente, ma secondo me la donna bianca è meno giustificata di quella marrone perché, essendo cresciuta in Occidente, a dispetto delle manipolazioni razziste insegnateci a scuola, deve geneticamente o anche solo esotericamente aver subito la benefica influenza dei pensatori greci e latini vegetariani, cosa che alla donna marrone non è capitato. Costei, infatti, ha dovuto sorbirsi solo le favolette mistiche dei missionari cristiani, che l'hanno incistata in un bozzolo di menzogne, depositatosi sul substrato di superstizioni preesistenti. Alla donna bianca, è successa la stessa cosa, sorbendosi per quasi tutta la vita le favolette dei preti, ma avendo avuto, per sua fortuna, l'opportunità di discernere il vero dal falso, soprattutto in tema di etica.


La donna marrone, oltre che selvaggia, è anche opportunista e furba, per cui, quando sto con lei, evita di mangiare carne, sapendo che mi darebbe fastidio. Poi, quando io non ci sono, probabilmente si rimpinza di carne e pesce come vuole la cultura nella quale è cresciuta. E, sempre probabilmente, indulge ad altri piaceri della carne che stando ai normali rapporti di coppia, sanzionati o meno dalle istituzioni, dovrebbero essere proibiti. Io che lo so, che mangia carne, pesce e si concede i piaceri della carne, lo accetto come un fatto naturale, almeno per quanto riguarda la soddisfazione dei bisogni sessuali, in considerazione dei suoi 32 anni. Con la donna bianca è diverso. Ed è quella che mi fa più incazzare. Non solo perché nella sua cultura sono presenti i pensatori dissidenti che si rifiutavano di sottostare alla maledizione del carnivorismo, ma per la presunzione con cui ci tiene alle sue errate convinzioni in merito agli zoo. 

Dice infatti di essere contraria alla vivisezione, agli allevamenti intensivi e alle pellicce, ma non agli zoo e alla caccia, come se per un animale essere torturato in un laboratorio o rinchiuso in una gabbia fosse tanto diverso. Io non capisco come si possa fare questo genere di distinzioni, ma capisco cos'è l'Hybris, la tracotanza dell'essere umano che sfida gli Dei, facendoli arrabbiare e andando incontro alla loro giusta punizione. In questo caso gli Dei sono rappresentati dalle i-dee di giustizia che Kant riconosceva presenti dentro di sé, mentre le stelle erano fuori di lui, ed entrambe, stelle e senso morale, lo rendevano stupefatto. Probabilmente, questo suo incaponirsi su una posizione eticamente insostenibile discende dal fatto che in un'epoca post-femminista la parità fra i sessi in Occidente prevede che se una donna e un uomo non sono d'accordo su un punto, non deve per forza prevalere la visuale dell'uomo.

Oppure semplicemente perché dover ammettere di aver sbagliato o che le proprie convinzioni sono fallaci, è troppo umiliante, indipendentemente dal sesso dell'interessato. L'interlocutore, in questo caso il sottoscritto, chiedendo una rettifica della posizione alla donna bianca, finisce per apparire stucchevole, pedante e insistente, scatenando il rifiuto della medesima, che non intende essere trattata come una scolaretta. Evidentemente, ella non ha ancora raggiunto la maturità morale e spirituale per accettare con umiltà la correzione della propria visuale delle cose, preferendo arroccarsi sulle sue posizioni e facendone forse una questione personale.

Io vorrei farle capire che stiamo parlando di etica e giustizia, non di squadre di calcio o del colore dei calzini da indossare al mattino. Non si tratta di “mie” opinioni, come lei sostiene, ma di idee platoniche eterne e incorruttibili, delle quali io mi faccio portavoce. Non è farina del mio sacco, ma viene direttamente dai geni alieni che ci sono stati inseriti illo tempore e che ci hanno dotato, nostro malgrado, di un senso di giustizia che non può essere messo in discussione. In questo senso, la tracotanza della donna bianca è come se fosse rivolta verso gli Dei, perché sono stati proprio questi ultimi a permetterci di capire che se qualcuno viene messo in prigione senza che abbia fatto niente di male è un'ingiustizia, ed è esattamente ciò che avviene con gli zoo.

La donna bianca sostiene che gli zoo italiani sono diversi da quelli del terzo mondo e che qui da noi gli animali sono trattati bene. A parte il fatto che dovrebbero essere gli animali a dirmelo e non lei, l'Italia è da tempo avviata in un processo di degenerazione che la sta facendo diventare un paese del terzo mondo e quindi se c'è un abbassamento della qualità della vita delle persone umane, ce n'è parallelamente anche uno della vita delle persone non umane. 


Anche solo l'idea che si possa prelevare dalla sua casa un animale per metterlo in un giardino di delizie a nostro uso e consumo è già un'ingiustizia, tenendo presente che certe specie animali in natura hanno territori vastissimi, di molti Km quadrati, che nessuno zoo al mondo può offrire loro. Ogni limitazione dei loro spostamenti è una sofferenza sul piano etologico. Questo, gli addetti agli zoo lo sanno e infatti negli ultimi decenni si è passati dalle gabbie ai recinti, ma si è trattato solo di un'operazione di maquillage, perché sempre di prigionia si tratta.
 
Come andiamo ripetendo da tempo noi persone etiche, non vogliamo gabbie più grandi ma l'abolizione di tutte le gabbie. Non vogliamo una caccia di selezione, ma l'abolizione della caccia. Non vogliamo gli allevamenti biologici, ma l'abolizione di tutti gli allevamenti. Quando gli umani capiranno che il nostro è un messaggio di etica rivoluzionaria, abituati come sono al relativismo e ai compromessi clericali, allora ci potrà essere un'intesa. Con la donna marrone non ci provo neanche a spiegarglielo, perché non capirebbe, ma con la donna bianca pensavo di avere più successo sul piano educativo, visto che tutti abbiamo qualcosa da imparare anche se non siamo più nell'età scolare, ma evidentemente mi sbagliavo. L'antropocentrismo è molto più radicato in lei di quanto immaginassi. O ci arriva da sola o a me non resterà altro che impersonare l'antipatico ruolo del saccente presuntuoso, senza ottenere alcun risultato. Poi, venitemi a dire che l'umanità può essere educata, mi raccomando, voi tutti benpensanti! L'umanità può essere solo sterminata!

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