Fonte: Il Giornale
Non è sempre facile
essere genitore, per chi nutre convinzioni in contrasto con lo
spirito del tempo. Soprattutto se la scuola pubblica veicola un
messaggio incompatibile con le convinzioni etiche personali. È il caso dei
genitori di un tredicenne piacentino, che hanno chiesto l'esonero del
figlio dal percorso di «educazione alla sessualità e
all'affettività» - Viva l'amore, promosso dalla regione
Emilia-Romagna. E si sono visti negare l'esonero dalla scuola.
Incontriamo Paolo e Amalia (i nomi sono di fantasia, per tutelare la privacy del ragazzo ancora minorenne) in un bar alla periferia di Piacenza, all'ora dell'uscita dagli uffici. «A ottobre ci è stato presentato un progetto di educazione sessuale - spiegano davanti a un caffè - Con l'esplicita premessa che sarebbe stato facoltativo». Il libretto distribuito alle famiglie contiene istruzioni molto esplicite, con tanto di illustrazioni, sull'uso dei contraccettivi maschili e femminili, sezioni dedicate alla masturbazione e questionari sulle trasformazioni «gradevoli o sgradevoli» della pubertà. E Viva l'amore non si limita a spiegare come evitare malattie veneree o gravidanze indesiderate: affronta anche i temi dell'identità e delle discriminazioni di genere.
Incontriamo Paolo e Amalia (i nomi sono di fantasia, per tutelare la privacy del ragazzo ancora minorenne) in un bar alla periferia di Piacenza, all'ora dell'uscita dagli uffici. «A ottobre ci è stato presentato un progetto di educazione sessuale - spiegano davanti a un caffè - Con l'esplicita premessa che sarebbe stato facoltativo». Il libretto distribuito alle famiglie contiene istruzioni molto esplicite, con tanto di illustrazioni, sull'uso dei contraccettivi maschili e femminili, sezioni dedicate alla masturbazione e questionari sulle trasformazioni «gradevoli o sgradevoli» della pubertà. E Viva l'amore non si limita a spiegare come evitare malattie veneree o gravidanze indesiderate: affronta anche i temi dell'identità e delle discriminazioni di genere.
Ai ragazzi di terza
media si chiede senza mezzi termini se condividano o meno il «modello
di uomo e di donna» proposto in famiglia. L'obiettivo esplicito è
quello di combattere gli «stereotipi di genere». I pensierini proposti
ai giovani lettori suonano così: «Pensavo che per crescere bene
servissero un padre e una madre. Invece ho amici con genitori
separati, single o addirittura omosessuali! Quel che conta è volersi
bene
». Oppure: «Mia madre è tutta casa e lavoro, non esce mai
con le amiche. Da grande non vorrei essere così!». Amalia e Paolo non ci
stanno, chiedono che il figlio sia esentato. Per la preside, però,
«l'esonero non è previsto». Citando la Cassazione, scrive che «la
scuola può legittimamente impartire un'istruzione non pienamente
corrispondente alle convinzioni dei genitori».
La famiglia,
costretta ad accettare che il ragazzo partecipi, non chiede di
cancellare il corso per tutti. Per chi non frequenta l'ora di
religione c'è un insegnamento alternativo: perché questa disparità?
Lo chiediamo alla preside della media «Italo Calvino». Dopo molte
resistenze, ci riceve: il progetto, dice, è stato approvato secondo
tutte le regole e si svolge «in un clima di serenità». Aggiunge
però che «la scuola non può assecondare tutte le richieste dei
genitori»: «Se un padre non crede all'evoluzionismo, non posso
cambiare il programma di scienze». Eppure Amalia spiega che l'anno
scorso era stata la stessa preside a raccontarle dell'esonero di
alcune ragazze dall'ora di musica, incompatibile con la loro etica
familiare.
Il figlio di una famiglia agnostica può non frequentare il corso di religione, mentre l'esonero dal corso di «educazione alla sessualità» è impossibile. Interpellata, la preside abbozza: «La questione è complicata», dice. Poi ammette che «esiste un vuoto» legislativo in merito agli esoneri dalle attività extracurriculari. Alla fine Andrea, con alcuni compagni, viene esentato dal corso: nelle ore dedicate a Viva l'amore si trasferisce in altre classi. Il dirigente scolastico provinciale, Luciano Rondanini, spiega che ci vuole flessibilità, «bisogna tener conto delle contrarietà delle famiglie». Per i genitori non è una vittoria in piena regola, ma è già qualcosa. Quelle lezioni Andrea non le seguirà. Resta però un interrogativo: se l'esonero era possibile, perché tentare di imporre «l'amore» del corso citando addirittura la Cassazione?
Il figlio di una famiglia agnostica può non frequentare il corso di religione, mentre l'esonero dal corso di «educazione alla sessualità» è impossibile. Interpellata, la preside abbozza: «La questione è complicata», dice. Poi ammette che «esiste un vuoto» legislativo in merito agli esoneri dalle attività extracurriculari. Alla fine Andrea, con alcuni compagni, viene esentato dal corso: nelle ore dedicate a Viva l'amore si trasferisce in altre classi. Il dirigente scolastico provinciale, Luciano Rondanini, spiega che ci vuole flessibilità, «bisogna tener conto delle contrarietà delle famiglie». Per i genitori non è una vittoria in piena regola, ma è già qualcosa. Quelle lezioni Andrea non le seguirà. Resta però un interrogativo: se l'esonero era possibile, perché tentare di imporre «l'amore» del corso citando addirittura la Cassazione?
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