lunedì 31 ottobre 2016

Comari di tutto il mondo unite dalla stessa incoscienza


Le comari che in occasione della “Sagra da las masanetes” di Villaorba stavano qui sedute convivialmente a pulire i granchi non sono molto diverse da quella malgascia, vicina di casa di Tina, che nel febbraio scorso spazzolava una decina di granchi muniti di un paio di zampe, che ad ogni colpo di spazzolino si agitavano freneticamente. Similmente, i granchi manipolati dalle signore friulane di Villaorba provavano dolore quando venivano loro strappate le zampe. 



Ciò che accomuna la malgascia e le friulane è lo specismo antropocentrico, derivato dal primitivo animismo nella prima e dall’ipocrita cristianesimo nelle seconde. Sarà forse per questo, per la differenza tra i due contesti culturali, che quando nel febbraio scorso, aspettando che Tina si preparasse per uscire, osservavo ipnotizzato in cortile la spazzolatura e le successive fasi dell’operazione da parte della malgascia, sono rimasto zitto, mentre quando una delle friulane che ho nelle amicizie Facebook ha pubblicato la foto del conviviale raduno delle sue compaesane ho scritto un iroso commento di condanna. E inoltre, qui gioco in casa e mi sento in diritto e in dovere di condannare le efferatezze gastronomiche, mentre in Madagascar sono ospite e mi devo adeguare alla loro primitività inconsapevole. 



Anche le improvvisate cuoche friulane sono inconsapevolmente primitive, ma un’attenuante alla loro culinaria crudeltà la posso trovare nell’educazione cattolica che hanno ricevuto, squisitamente antropocentrica. Ed è proprio per questo che la Chiesa cattolica è la più demoniaca delle religioni esistenti, alla pari forse solo con l’Islam, che infatti è una sua creatura. Alla donna malgascia non ho rimproverato niente, alla friulana va rimproverato tutto. La malgascia ha ereditato la crudeltà gastronomica dalle generazioni precedenti, la friulana pure, benché avesse da 17 secoli guide sedicenti spirituali che la esortassero ad essere amorevole. 



Quando trecento anni fa in Madagascar sono arrivati i missionari cristiani, al substrato animista si è aggiunto il cristianesimo e questo non ha fatto che peggiorare le cose. Specisti erano prima, specisti sono rimasti dopo. Per anni sono stato delegato regionale della Lega Abolizione Caccia, che nel suo statuto lo dice chiaramente: la caccia che si vuole abolire non è quella dell’indio della foresta amazzonica che, nudo, va con la cerbottana ad ammazzare scimmie, ma quella del ragionier Fantozzi che, vestito come un Rambo, va con un fucile di precisione ad ammazzare polli travestiti da fagiani. Forse, se i pasciuti cacciatori nostrani andassero a caccia nudi, si sottrarrebbero alle ire degli animalisti e dei soci della L.A.C.


Quanto a me, se non intervengo protestando tutte le volte che un’aragosta o una cicala di mare vengono buttate vive nell’acqua bollente, spesso sotto gli occhi dei vazaha affamati e impazienti, è forse perché mi sarebbe difficile farmi capire in una lingua straniera con i cuochi malgasci, che vedrebbero la mia agitazione e la prenderebbero come un atto ostile. Non posso escludere che, nella concitazione del momento, non immaginando che qualche vazaha possa indignarsi per il trattamento riservato ai crostacei, potrebbero considerarmi pazzo e magari gettarmi addosso acqua bollente, come a volte in Madagascar fanno con i cani randagi che si avvicinano troppo alle bancarelle dei macellai. E’ notorio che la vita, umana e animale, in Africa non ha alcun valore e la mia eventuale protesta finirebbe in tragedia, con me trattano come un’aragosta. Se invece io andassi alla “Sagra da las masanetes” a buttare per aria i tavoli della cucina, come Gesù fece con quelli dei mercanti del tempio, l’unica reazione sarebbe qualche calcio e pugno gentilmente offertomi dagli organizzatori, se non delle comari stesse, con l’arrivo finale dei carabinieri. Esito conclusivo: una denuncia a mio carico per violenza privata e/o interruzione di pubblici uffici. Il cattivo sono io, su questo feroce pianeta, non chi infligge sofferenza a creature innocenti.   


4 commenti:

  1. Ci sono poche attenuanti per entrambe i casi, forse un po' di più per le africane, perché sono mezze selvagge se non per intero.
    Ma se il mondo è antropocentrico, tu(visto che preferite il tu) non esiti a puntare il dito sul fatto che sono donne, quindi anche tu rientri perfettamente nel gioco della cultura antropocentrica e maschilista,
    senza contare che poi il granchio o l'aragosta, malgascio o italiano che sia, viene mangiato anche da noi uomini (non io personalmente).
    Come vedi, Duria, nemmeno tu sei al di fuori della cerchia, ci sei dentro fino al collo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La tua obiezione è inconsistente. Mi accusi di essere maschilista, dimenticando che le attività culinarie sono compiute dalle donne in tutto il mondo, a dispetto del fatto che in Occidente i grandi cuochi siano uomini.

      A me interessa evidenziare la crudeltà del mangiare animali, a prescindere che a cucinarli siano donne o uomini.

      Ritenta con un'altra obiezione: sarai più fortunato!

      Elimina
  2. Una risposta sciocca, elusiva come sempre, la sua: le donne cucinano e chi mangia? Solo le donne?
    Va di pari passo con la sua domanda sul femminicidio, dove lei ascrive al neologismo il dubbio che vi sia manipolazione mentale, come se il fenomeno non fosse già abbastanza diffuso e tristemente in aumento.
    Non devo ritentare io, prova tu ad allargare i tuoi orizzonti (se vuoi il tu).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Stai facendo una polemica inutile. So benissimo che ad essere specisti antropocentrici sono sia gli uomini che le donne.


      La tua accusa di maschilismo, nei miei confronti, è campata in aria.

      La manipolazione mentale è onnipresente. E anche tu ne fai parte.

      Elimina