Le comari che in occasione della “Sagra
da las masanetes” di Villaorba stavano qui sedute convivialmente a
pulire i granchi non sono molto diverse da quella malgascia, vicina
di casa di Tina, che nel febbraio scorso spazzolava una decina di
granchi muniti di un paio di zampe, che ad ogni colpo di spazzolino
si agitavano freneticamente. Similmente, i granchi manipolati dalle signore
friulane di Villaorba provavano dolore quando venivano loro strappate le zampe.
Ciò che accomuna la malgascia e le friulane è lo specismo
antropocentrico, derivato dal primitivo animismo nella prima e
dall’ipocrita cristianesimo nelle seconde. Sarà forse per questo,
per la differenza tra i due contesti culturali, che quando nel
febbraio scorso, aspettando che Tina si preparasse per uscire,
osservavo ipnotizzato in cortile la spazzolatura e le successive fasi
dell’operazione da parte della malgascia, sono rimasto zitto,
mentre quando una delle friulane che ho nelle amicizie Facebook ha
pubblicato la foto del conviviale raduno delle sue compaesane ho
scritto un iroso commento di condanna. E inoltre, qui gioco in casa e
mi sento in diritto e in dovere di condannare le efferatezze
gastronomiche, mentre in Madagascar sono ospite e mi devo adeguare
alla loro primitività inconsapevole.
Anche le improvvisate cuoche friulane
sono inconsapevolmente primitive, ma un’attenuante alla loro
culinaria crudeltà la posso trovare nell’educazione cattolica che
hanno ricevuto, squisitamente antropocentrica. Ed è proprio per
questo che la Chiesa cattolica è la più demoniaca delle religioni
esistenti, alla pari forse solo con l’Islam, che infatti è una sua
creatura. Alla donna malgascia non ho rimproverato niente, alla
friulana va rimproverato tutto. La malgascia ha ereditato la crudeltà
gastronomica dalle generazioni precedenti, la friulana pure, benché
avesse da 17 secoli guide sedicenti spirituali che la esortassero ad
essere amorevole.
Quando trecento anni fa in Madagascar sono arrivati
i missionari cristiani, al substrato animista si è aggiunto il
cristianesimo e questo non ha fatto che peggiorare le cose. Specisti
erano prima, specisti sono rimasti dopo. Per anni sono stato delegato
regionale della Lega Abolizione Caccia, che nel suo statuto lo dice
chiaramente: la caccia che si vuole abolire non è quella dell’indio
della foresta amazzonica che, nudo, va con la cerbottana ad ammazzare
scimmie, ma quella del ragionier Fantozzi che, vestito come un Rambo,
va con un fucile di precisione ad ammazzare polli travestiti da
fagiani. Forse, se i pasciuti cacciatori nostrani andassero a caccia
nudi, si sottrarrebbero alle ire degli animalisti e dei soci della
L.A.C.
Quanto a me, se non intervengo
protestando tutte le volte che un’aragosta o una cicala di mare
vengono buttate vive nell’acqua bollente, spesso sotto gli occhi
dei vazaha affamati e impazienti,
è forse perché mi sarebbe difficile farmi capire in una lingua
straniera con i cuochi malgasci, che vedrebbero la mia agitazione e la prenderebbero come un
atto ostile. Non posso escludere che, nella concitazione del momento,
non immaginando che qualche vazaha possa indignarsi per il
trattamento riservato ai crostacei, potrebbero considerarmi pazzo e
magari gettarmi addosso acqua bollente, come a volte in Madagascar
fanno con i cani randagi che si avvicinano troppo alle bancarelle
dei macellai. E’ notorio che la vita, umana e animale, in Africa non
ha alcun valore e la mia eventuale protesta finirebbe in tragedia,
con me trattano come un’aragosta. Se invece io andassi alla “Sagra
da las masanetes” a buttare per aria i tavoli della cucina, come
Gesù fece con quelli dei mercanti del tempio, l’unica reazione
sarebbe qualche calcio e pugno gentilmente offertomi dagli
organizzatori, se non delle comari stesse, con l’arrivo finale dei
carabinieri. Esito conclusivo: una denuncia a mio carico per violenza
privata e/o interruzione di pubblici uffici. Il cattivo sono io, su
questo feroce pianeta, non chi infligge sofferenza a creature
innocenti.
Ci sono poche attenuanti per entrambe i casi, forse un po' di più per le africane, perché sono mezze selvagge se non per intero.
RispondiEliminaMa se il mondo è antropocentrico, tu(visto che preferite il tu) non esiti a puntare il dito sul fatto che sono donne, quindi anche tu rientri perfettamente nel gioco della cultura antropocentrica e maschilista,
senza contare che poi il granchio o l'aragosta, malgascio o italiano che sia, viene mangiato anche da noi uomini (non io personalmente).
Come vedi, Duria, nemmeno tu sei al di fuori della cerchia, ci sei dentro fino al collo.
La tua obiezione è inconsistente. Mi accusi di essere maschilista, dimenticando che le attività culinarie sono compiute dalle donne in tutto il mondo, a dispetto del fatto che in Occidente i grandi cuochi siano uomini.
EliminaA me interessa evidenziare la crudeltà del mangiare animali, a prescindere che a cucinarli siano donne o uomini.
Ritenta con un'altra obiezione: sarai più fortunato!
Una risposta sciocca, elusiva come sempre, la sua: le donne cucinano e chi mangia? Solo le donne?
RispondiEliminaVa di pari passo con la sua domanda sul femminicidio, dove lei ascrive al neologismo il dubbio che vi sia manipolazione mentale, come se il fenomeno non fosse già abbastanza diffuso e tristemente in aumento.
Non devo ritentare io, prova tu ad allargare i tuoi orizzonti (se vuoi il tu).
Stai facendo una polemica inutile. So benissimo che ad essere specisti antropocentrici sono sia gli uomini che le donne.
EliminaLa tua accusa di maschilismo, nei miei confronti, è campata in aria.
La manipolazione mentale è onnipresente. E anche tu ne fai parte.