Stavolta il visto si è fatto
desiderare ed è stato molto laborioso ottenerlo. Nei casi
precedenti, trattandosi di visto turistico, era l’agenzia viaggi a
spedire il passaporto all’ambasciata del Madagascar di Roma e a
riconsegnarmelo timbrato e firmato dopo pochi giorni. Se il viaggio
durava meno di un mese, era possibile addirittura farsi mettere il
visto d’ingresso gratuito direttamente all’aeroporto internazionale di
Ivato. Questa volta non si è trattato di un visto turistico e quando
Tina mi ha comunicato che dovevo recarmi di persona nella Città
Eterna, confesso che mi sono fatto prendere dallo sconforto. Si è
trattato di un grosso ostacolo psicologico, giacché trovavo odioso
viaggiare di notte in cuccetta, prendere il taxi, presentare la
documentazione, con la prospettiva, poi, di dovermi fermare anche una
notte in albergo nei pressi dell’ambasciata, ma alla fine mi sono
rassegnato e il malumore si è sciolto magicamente. Ho fatto tutto
ciò che c’era da fare e verso la metà di settembre sono andato a
Roma, riuscendo a tornare il giorno dopo, poiché ci sarebbero voluti
alcuni giorni per redigere il permesso. Dopo un mese avevo in mano il
passaporto con visto trasformabile per immigrati.
Anche se c’è
voluto più di qualche giorno perché l’incaricato d’affari
malgascio mettesse la sua firma, devo ringraziare comunque il signor
Hervé, addetto alla cancelleria, per la sua gentilezza. La prima
cosa che io e Tina dovremo fare, una volta arrivato in Madagascar,
sarà quella di aprire un conto in una banca del posto. Poi, con il
casellario giudiziario e il certificato di matrimonio, depositeremo
la mia domanda di permesso di soggiorno presso il ministero degli
interni della capitale. Non so quanto mi costerà, ma mi hanno detto
che una carta di residente della durata di tre anni costa 550 euro.
Se penso che in Italia si stanno accogliendo migliaia di clandestini
senza uno straccio di documento, mi sento preso in giro e non capisco
come queste antiche regole di rapporti fra stati vengano sovvertite,
con la scusa dell’emergenza planetaria. Io comunque, punto a un
permesso di soggiorno di due anni e di conseguenza m’immagino di
spendere qualcosa di meno. In questi giorni, poiché il mio volo è
fra circa un mese, Tina sta cercando una casa in affitto a Tulear. In
attesa di clienti dall’Italia, che richiedano i nostri servigi come
guide, ci dedicheremo al commercio. A ciascuno il suo settore
merceologico: vestiti lei, rum, riso e fagioli io. Un business che,
da quanto Tina mi riferisce, sembra redditizio. Sta per iniziare, per
me, una nuova avventura.
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RispondiEliminaSei una brutta persona, oltre che vigliacco.
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