Ero presente quando un ragazzo a torso
nudo, con un mazzolino di fiori che gli usciva dalla patta dei
pantaloni, si era infilato sotto un fuoristrada parcheggiato davanti
al Bo Beach, quando quel ristorante frequentato da vazaha ancora si
chiamava Bo Beach. Il guardiano aveva avvisato il proprietario del
mezzo, che era subito uscito a vedere cosa stesse succedendo. Quando
io e Tina siano arrivati, il guardiano e il padrone del fuoristrada
stavano tirando fuori il ragazzo per i piedi, da sotto la vettura.
Alla domanda cosa stesse facendo, il giovane con sguardo stralunato
rispose che era un meccanico e stava aggiustando il mezzo. Al che,
per tutta risposta, il padrone del 4x4 cominciò a prenderlo a
ceffoni e a calci, fino a spingerlo in mezzo alla strada. Era sera e
non passavano macchine, ma io dissi a Tina che forse quel ragazzo
aveva bisogno di un medico piuttosto che di una razione di botte. In
ogni caso, meritava un trattamento più umano.
Poiché Tina non mi
dava ascolto, solo insistendo sono riuscito a sapere che il ragazzo
aveva fumato jamala, che non ho ancora capito se è la marijuana
locale o una pianta affine. So però che è molto malfamata, come
droga, e l’altro caso di cui sono in seguito venuto a conoscenza
riguardava un dipendente dell’hotel Al Sham, che una domenica,
mentre faceva una passeggiata sul molo del porto d Tulear, era così
fatto di jamala che era caduto in acqua riempiendosi delle spinate
dei ricci di mare presenti sul fondale. C’è mancato poco che non
annegasse, ma la febbre dei giorni seguenti gli aveva impedito di
tornare al lavoro, così che la ragazza della reception,
spettegolando, ci aveva reso edotti del perché il suo collega fosse
assente.
Il ragazzo con il mazzolino di fiori
che spuntava dai pantaloni era andato a leccarsi le ferite poco
lontano. Si era seduto sul marciapiede della strada che dovevamo
percorrere per tornare in albergo e siccome anche in quel caso Tina,
come il suo solito, si era fatta prendere da una paura irrazionale,
aveva chiesto al guardiano del Bo Beach di accompagnarci per un pezzo
di strada, almeno nel tratto in cui dovevamo passare davanti al
ragazzo drogato, che se ne stava seduto con la testa appoggiata agli
avanbracci. Anche se capivo l’inutilità di avere una scorta,
sapevo per esperienza che quando Tina si mette in testa una cosa, non
la smuove nessuno.
Quella che viene arrotolata nella foto qui a sinistra credo sia normale Cannabis indica. Il nostro piroghista, mentre ci
preparavamo a tornare a Mangily, si era seduto sotto un albero di
mangrovia per rollarsi una canna e io mi ero avvicinato incuriosito.
Mi ha chiesto di non fotografarlo in volto perché i malgasci saranno
anche ignoranti ma non sono stupidi. Non credo che fosse jamala
perché, visti i deliranti effetti dei due esempi precedenti, se lo
fosse stata il piroghista e il suo aiuto ci avrebbero portato al
largo del Canale di Mozambico e magari ci avrebbero gettati fuori
bordo dandoci in pasto agli squali. Senza neanche un mazzetto di fiori.
In futuro ci aspettiamo interessantissimi report sulla dimensione delle scodelle del ristorante tal dei tali, sulla misura delle scarpe della cameriera, su quale marca di detersivo usano i malgasci, e su quanti granelli di sabbia ci sono sulla spiaggia.
RispondiEliminaSe le memorie son fatte di questo, i soggiorni sono di una noia mortale.Ma ognuno raccoglie quello che miete.
per te è così,x altri è interessante,non c'è nulla da mietere e raccogliere,piccoli racconti di vita in un paese a noi alieno....
Eliminaleggiti i racconti dei quotidiani,x te forse sono più interessanti.
michy
No, caro signore, noiosi entrambe.E se per lei sono interessanti questi frammenti di vita, vuol dire che si contenta con poco.Guardi che in fondo è anche una fortuna, godere del poco.
RispondiElimina"ognuno raccoglie quello che miete" è una sentenza epocale!!!
RispondiEliminaIo mi diverto raccontando la vita degli esseri umani, senza nuocere a nessuno e senza acrimonia.
RispondiEliminaTu evidentemente ti diverti a criticare sprezzantemente ciò che fanno gli altri.
Una sentenza epocale diffusa presso i troll dice: "ognuno raccoglie quello che miete", anche se forse bisognava dire semina.
Io raccolgo serenità lieta e a volte gioiosa.
Tu non so.