mercoledì 19 ottobre 2016

Per i musulmani è peccaminoso integrarsi con gli infedeli



Un Romeo saudita e una Giulietta americana che si promettevano "I love you" via chat. Naturalmente un gioco, così come la loro promessa di volersi bene, tra sorrisi innocenti in un inglese stentato. Le immagini che girano su Youtube fanno tenerezza e mostrano due adolescenti che, distanti centinaia di migliaia di chilometri l'uno dall'altra, nella loro stanza, davanti al computer nella loro camera. Eppure è scattata immediata la segnalazione della polizia saudita che controlla tutte le comunicazioni dei cittadini, visto che la rigida interpretazione dell'islamismo wahabita prevede una separazione netta tra i generi e vieta alle donne di mostrarsi (anche via chat) agli uomini. Le donne devono coprire capelli e volto. La ragazzina che chattava con il giovane saudita, invece, era con una maglietta, con i capelli sciolti, il sorriso aperto e il volto luminoso. Un crimine. Avrebbe dovuto indossare il burka. La vicenda apparsa alcuni giorni fa sul Washington Post ora gira su youtube e su social. Flirtare in chat è un crimine, un peccato, una trasgressione alla legge islamica. 




Protagonista della sfortunata vicenda è un utente di YouNow, un servizio che permette di chattare in pubblico, che si fa chiamare Abu Sin. La polizia lo ha arrestato per condotta non morale e i genitori lo hanno liberato dietro una cauzione di 800 mila dollari. "Ti amo". Lei rispondeva allegra: "Anche io". Poi sempre giocando si promettevano che si sarebbero sposati. Ma era un gioco. Abu Sin ha anche dovuto pubblicare su Internet un video: si dice pentito di aver chattato e promette di non farlo più.

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