domenica 23 ottobre 2016

Ubi major, minor cessat


Testo di Ignazio Corrao

Uso tutti i condizionali del caso perché la notizia è da accertare, ma parlarne ci serve a ragionare sull'argomento in generale. È successo che una mia coetanea, una ragazza catanese di 32 anni, è morta perché un medico si sarebbe rifiutato di estrarle due feti durante l'aborto spontaneo di due gemelli, sul presupposto che uno dei due gemelli fosse ancora vivo. I parenti sostengono che il medico si sia rifiutato in quanto obiettore di coscienza.
 La procura ha ovviamente aperto un fascicolo e verranno chiariti i fatti. Credo che però dobbiamo usare questa storia per riflettere su alcune cose. È ammissibile essere pagati (con soldi pubblici) per salvare la vita delle persone e rifiutarsi di farlo per obiezione di coscienza? È accettabile morire, nel 2016, perché chi è pagato dallo Stato per prendersi cura di te si rifiuta di farlo adducendo motivi religiosi? È comprensibile che chi si professa obiettore di coscienza per motivi religiosi lasci morire o soffrire delle persone? Ecco, secondo me la presenza di questi soggetti in strutture pubbliche è una roba medievale, barbara, schifosa, inaccettabile. Se conoscete un obiettore di coscienza che lavora in una struttura pubblica mandatelo a fare in culo anche da parte mia, grazie.


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