lunedì 24 ottobre 2016

La disumanizzazione del lavoro



Mi trovo a Centrale, Milano. Da 30 minuti sono in piedi, fermo, di fronte ad un info point di una compagnia telefonica, mentre aspetto una amica che sta arrivando da Alessandria in treno. Accanto a me una persona che lavora per questa compagnia telefonica, che chiede alle persone di passaggio: "buongiorno, è già un cliente (..)?" Palesemente non viene cagata da nessuno, la gente passa frettolosa, ognuno ha i suoi appuntamenti, impegni, risposte scudo come "no, no, non mi interessa" o, peggio, finge di non sentire la richiesta. Quel che fa riflettere è che, come ho detto, sono qui, fermo accanto a lei da 30 minuti, eppure a me è stato chiesto nulla, timore anche in un semplice scambio di sguardi o un sorriso. Lo schema è sempre lo stesso: la paura di una reale comunicazione, di un vero momento umano, di infastidire l'altro; il fregarsene totalmente del "lavoro" che si sta facendo, consapevoli del fatto che sia un semplice baratto Tempo per Denaro.



Dunque la domanda "scusi, è già un cliente (..)?", non vuole realmente iniziare una conversazione, ma solo impiegare del tempo che si spera passi il più velocemente possibile, uno stress emotivo, dunque, perché consapevoli di essere solo una rottura di coglioni per gli altri. Ore a fingere di interagire con le persone. Lavori infami. Per le multinazionali e gli imprenditori le persone sono considerate robot privi di emozioni, mezzi impiegati anche inutilmente, semplicemente per far rimbalzare il loro nome e logo nella testa delle persone, martellandola giorno e notte.
Prima o poi evolveremo, lo so.


4 commenti:

  1. Risposte
    1. Grazie a te per aver analizzato un aspetto vero ma sottaciuto della psiche umana e delle condizioni frustranti di certi lavori moderni.

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  2. bell'articolo gianluca.
    d'altronde basta vedere come trattano i lavoratori,una volta c'era il mercato del bestiame,ora il mercato del lavoro,vendono la vita degli esseri umani alla pari di oggetti.

    michy

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    1. Non a caso, tutte le telefoniste dei call center che mi chiamano sono straniere, dell'est principalmente.


      Manovalanza sottopagata.

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