Fonte: Corriere della sera
Il diritto che deve prevalere è sempre
la tutela della salute di un minore. Principio a cui si è appellato
il tribunale civile di Padova che nei giorni scorsi ha emesso una
sentenza destinata a costituire un precedente: nel caso di due
genitori separati, in disaccordo tra loro sull’opportunità di
sottoporre la figlia minorenne a una vaccinazione, i giudici hanno
ordinato che alla ragazza debba essere somministrata la terapia a
protezione della sua salute. Il verdetto fa fare un passo avanti alla
discussione ”vaccini sì, vaccino no” in un’Italia dove è
sempre più bassa la copertura della popolazione da malattie
trasmissibili e in una regione, il Veneto, dove a differenza di
quanto avviene nel resto del paese da alcuni anni questi trattamenti
non sono più obbligatori.
La diatriba presa in esame dal
tribunale di Padova riguarda una adolescente figlia di una coppia che
risiede nella zona di Abano Terme. La madre, che è separata dal
marito, ha manifestato l’intenzione di sottoporre la ragazza alla
profilassi contro il papilloma virus (HPV) un virus che si trasmette
per via sessuale e che è ritenuto responsabile in molti casi di
tumori all’apparato genitale femminile. Contro questa intenzione si
è però schierato l’ex coniuge della donna che ha scritto
all’azienda sanitaria locale dichiarandosi contrario anche a ogni
tipo di vaccinazione e la lite è stata portata avanti fino alle aule
del tribunale. La risposta contenuta nella sentenza è stato l’ordine
di praticare per la ragazza la terapia perché, come detto, deve
prevalere la tutela del suo stato di salute. È il primo
pronunciamento in questo senso in Italia: un caso analogo era stato
portato a luglio scorso davanti al tribunale di Modena ma non si era
approdati a una decisione.
La sentenza di Padova entra nel
dibattito sulle profilassi contro le malattie infettive in Italia,
una pratica che incontra sempre più famiglie contrarie sulla base di
presupposti scientifici il più delle volte privi di fondamento. I
medici, dal canto loro hano lanciato un allarme contro la
disaffezione verso i vaccini paventando il ricomparire di pericolose
malattie che erano scomparse da tempo. Illuminanti, in questo senso,
sono i dati forniti dal ministero della salute. A fronte di una
copertura ottimale della popolazione che deve essere non meno del
90%, contro il morbillo nel 2015 risultava protetto solo l’85,7%
degli italiani, con una punta minima del 68,8% della provincia di
Bolzano. Nel 2010 la media nazionale era del 90,6. Contro la
poliomielite la percentuale di vaccinati è del 93,4, mentre era al
96,5 dieci anni fa. Segno che un numero crescente di genitori non
sottopone più i figli a profilassi ritenute un tempo indispensabili.
Un lungo. Viaggio a piedi....rientro a. Corro il. ....
RispondiEliminaTrecento. Euro puoi. Spedirli???
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