Testo di Chiara Vattolo
Questa mattina vado nel bosco per fare
una passeggiata e per raccogliere castagne. Sento dei guaiti
provenienti da una macchina, mi avvicino e vedo un cane tenuto chiuso
in un box, impossibilitato a muoversi, senza acqua né cibo. Allerto
subito la Forestale e i carabinieri. Poco più avanti in una strada
in cui non si poteva accedere trovo un altro cane. Questa volta
tutti i finestrini erano completamente chiusi, senza acqua né
cibo, pieno di zecche. Anche di questo avviso prontamente le forze
dell'ordine le quali sopraggiungono sul posto dopo due ore con il cinovigile. Il proprietario del primo cane mi ha detto: "Che
c**** guardi?". Gi ho risposto che stavo cercando il mio cane e
lui: "Siete sempre a rompere i coglioni", facendomi ben
vedere il fucile da caccia.
Peccato che io, a differenza sua, i
coglioni li ho per davvero. Il proprietario del secondo cane voleva
denunciarmi perché avevo disturbato e interrotto la loro battuta di
caccia. Si è rivolto al cinovigile dicendogli perché mai fosse
venuto dal momento che avrebbe dovuto sapere che la domenica è
giorno di caccia. Ringrazio il cinovigile e i carabinieri per la
professionalità dimostrata. Purtroppo questo fatto testimonia ancora
una volta che siamo ostaggio dei cacciatori. Non possiamo andare nei
boschi perché loro devono cacciare e pretendono di poter trattare i
cani come vogliono, dimenticandosi che la legge regionale 20 del 2012 si
applica anche a loro (almeno quella). E' ora di ribellarsi a questo
stato di cose. Il 99% dei friulani deve rivendicare con forza quelle
libertà che il restante 1% limita continuamente.
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