Fonte: La Stampa
La data, ovviamente, non
coincide in nessun modo con quella della nascita di Gesù, che non è
citata nei Vangeli (tra l’altro, solo Luca e Matteo ne parlano).
Ogni tentativo di dedurre l’anno o il mese e il giorno dal racconto
degli evangelisti non ha dato risultati chiari e accettabili, neppure
per stabilire l’anno. Il
più antico documento al quale ci si riferisce di solito per datare
l’inizio della celebrazione del Natale al 25 dicembre si chiama
“Cronografo del 354”. È un testo di un letterato che contiene
fatti e persone della storia romana nel quale si dice che nel 336,
cioè pochi anni prima che fosse scritto, la nascita di Gesù veniva
celebrata il 25 dicembre.
Joseph Ratzinger, durante
il suo pontificato nell’udienza generale del 23 dicembre del 2009, disse che “il primo ad affermare con chiarezza che Gesù nacque il
25 dicembre è stato Ippolito di Roma, nel suo commento al Libro del
profeta Daniele, scritto verso il 204”, guadagnando oltre un secolo
rispetto al Cronografo. Lo stesso Ratzinger però ammetteva nel suo
discorso che la festa cristiana aveva preso il posto di quella pagana
del Sol invictus, cioè del solstizio, il giorno più breve dell’anno
dopo il quale le giornate tornano ad allungarsi e il Sole vince sulle
tenebre. I Romani chiamavano questo giorno Natalis, anzi Dies Natalis
Sol Invictus. Per il Cristianesimo fu abbastanza ovvio trasporre il
simbolismo della vittoria sulle tenebre nell’apparizione della
figura di Cristo sulla Terra. Ma in nessun modo la Chiesa definì mai
questo punto, lasciando che il giorno del Natale di Gesù si
affermasse come semplice tradizione.
Il solstizio in realtà si celebrava a
Roma all’interno dei Saturnalia, una settimana di festeggiamenti
legati a questo evento astronomico durante i quali ci si scambiavano
doni e che erano anche una sorta di carnevale, in cui si ribaltavano
i ruoli e gli schiavi potevano comandare. Probabilmente finivano
prima del 25 dicembre. Secondo alcune fonti la data del 25 dicembre
come ultimo giorno di queste feste e celebrazione del Natale del Sole
fu decisa dall’imperatore Aureliano, attorno al 274 dopo Cristo. A
dare retta a quel che dice Ratzinger, l’imperatore sarebbe
intervenuto addirittura dopo l’inizio delle celebrazioni cristiane
del Natale il 25 dicembre. Comunque stiano le cose (e nessuno pare
sia riuscito a stabilirlo con assoluta chiarezza) Aureliano aveva
istituito un vero culto solare, legato al dio Mitra, con tanto di
templi e sacerdotesse. Cinquant’anni prima ci aveva provato anche
un altro imperatore, Eliogabalo, con pochissima fortuna (era finito
assassinato).
Molti si sono esercitati a studiare i
punti di contatto tra il culto di Mitra, che risale a più di mille
anni avanti Cristo, e il Cristianesimo, soprattutto perché sembra
che prendano piede a Roma insieme. Ma in realtà per il
Cristianesimo, e soprattutto quello delle origini, la festa
importante era la Pasqua, la celebrazione della resurrezione di Gesù,
assai più della sua nascita.
Alcune chiese ortodosse, quella
orientale e quella slava, festeggiano il Natale il 6 e il 7 di
gennaio, in coincidenza con l’Epifania, seguendo ancora il
calendario giuliano anziché quello gregoriano.
Nel 1993 Karol Wojtyla, uomo
pragmatico, durante l’udienza di preparazione del Natale non si
sprecò in molte parole. “La data del 25 dicembre, com’è noto, è
convenzionale”, disse.
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