Fonte: La Repubblica
"La bambina va
sottoposta alle vaccinazioni previste dal vigente piano vaccinale,
anche in assenza del consenso della madre". Si chiude con queste
parole la sentenza del tribunale civile di Modena, depositata oggi in
cancelleria, che risolve una lunga contesa tra due genitori che non
stanno più insieme. I giudici hanno accolto le richieste del padre
che chiedeva che la figlia, una bimba di 7 anni, fosse sottoposta
alle vaccinazioni.
La storia è
iniziata già nel 2014. Quando la bambina era nata, nel
2010, i genitori erano d'accordo e avevano firmato una lettera di
"obiezione di coscienza" all'obbligo vaccinale. Più
avanti, quando già si erano lasciati, il padre ha cambiato idea e ha
insistito più volte con la ex di vaccinare. Era appunto il 2014, e
la bimba aveva fatto solo l'antitetanica. L'uomo, assistito
dall'avvocato Marzia Bondavalli, non voleva andare allo scontro e ha
aspettato un po' prima di coinvolgere il giudice tutelare. Questo nel
2016 ha tentato una conciliazione e visto che non è andata a buon
fine ha girato tutto al tribunale civile. La donna come consulente
aveva portato in aula Stefano Montanari, uno dei punti di riferimento
del mondo no-vax, il quale sostiene che i vaccini siano pieni di
pericolose nanoparticelle. Ma decisivo nella decisione dei giudici è
stato il perito nominato dal tribunale: nella sua relazione, la
dottoressa Silvana Cuminale ha spiegato che la bambina è in
condizioni tali da non aver problemi con le vaccinazioni.
"La
Ctu espletata - scrivono i giudici - ha ritenuto non lesive del
diritto alla salute della figlia le ulteriori vaccinazioni, indicando
l'insussistenza
di controindicazioni alla somministrazione nei riguardi della minore,
ritenendo che per ogni vaccinazione succitata il vantaggio consiste
nella protezione dalla malattia e dalle sue conseguenze". Il
rischio, invece, consiste nell'accadimento a causa del vaccino di
effetti, reazioni o eventi che provochino danno irreparabile. Tale
danno è estremamente raro, e per estremamente intendo cifre da uno
su diecimila a uno su un milione di dosi", scrive la consulente.
Il Tribunale ricorda anche che nel corso del giudizio è stata
approvata la legge che ha esteso il numero delle vaccinazioni
obbligatorie in Italia, imponendole a chi si iscrive a nidi, materne
e scuola dell'obbligo. Riguardo all'obiezione di coscienza espressa a
suo tempo anche dal padre, questa è sempre revocabile, si dice
sempre nel testo depositato. La decisione era attesa ormai da alcuni
mesi, tanto che il padre della bambina aveva
protestato e scritto anche una lettera al ministero della
Salute. I giudici gli hanno dato ragione e adesso la sua ex dovrà
accettare che la figlia venga vaccinata.
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