Fonte: Il Gazzettino
Egregio direttore, con
lo scoppio del gasdotto in Austria, emerge tutta la superficialità
politica di aver sottovalutato i rischi che comportano interruzioni
nella fornitura di gas senza disporre di contromisure di sostegno. La
temporanea sospensione del flusso gassoso proveniente dal colosso
russo Gazprom che rappresenta circa il 50% del nostro consumo, ha
reso evidente la nostra fragilità. Essendo pregiudizievole la nostra
sudditanza energetica, sarebbe consigliabile disporre in caso
d'infortunio di alternative in grado di compensare la perdita.
Considerato che nel Belpaese gli impianti di estrazione e di ricerca
di energia sono tutti bloccati dalle proteste degli ambientalisti. Né
miglior fortuna sta avendo il Trans Adriatic Pipeline (Tap) che
dovrebbe portare gas dall' Azerbaigian in Italia, bloccato da
scalmanate manifestazioni di protesta. Che dire di questi paladini
del no ad ogni iniziativa utile al paese? Che altro resta da proporre
a un gruppo che si oppone all'opera, col pretesto dell'espianto d'un
esigo numero di ulivi per il tempo necessario alla posa in opera dei
tubi del gasdotto, per poi essere reimpiantati nello stesso
luogo?
Renzo Nalon
Caro lettore, il
no è la posizione politica più remunerativa che possa esistere:
consente di incassare consensi senza prendere impegni, ma
semplicemente boicottando quelli degli altri. Quasi sempre è un no
pregiudiziale e ideologico, che fa leva sulle paure e sulle possibili
difficoltà: non cerca di superarle o di dare loro una soluzione
concreta, le esaspera per sfruttarle politicamente. Purtroppo questa
cultura del no sta impoverendo l'Italia e contribuendo
pericolosamente al suo declino. Quanto è accaduto ieri in Austria ne
è la dimostrazione: è bastato un incidente in una centrale in
Austria per mettere in difficoltà il nostro Paese che nel frattempo,
da mesi, discute sullo sbocco del gasdotto Tap in Puglia, osteggiato
da comitati e potentati locali perché metterebbe a rischio un certo
numero di ulivi, per i quali è peraltro già stata prevista la
ripiantumazione. Poco importa che l'Italia, fortemente dipendente
dall'estero per l'energia, ha bisogno di poter contare su fonti di
approvigionamento diverse per essere al riparo da problemi
tecnologici o dinamiche geopolitiche. Questi sono dettagli per i
pasdaran del no. (Il direttore del Gazzettino)
Fonte: ANSA
I cantieri del Tap
potrebbero diventare siti di interesse strategico nazionale: chi
protesta e ne travalica i confini senza autorizzazione rischia
l'arresto, come nel caso della Tav. Sarebbe questo, a quanto si
apprende, il contenuto di un emendamento alla manovra presentato dal
governo in Commissione Bilancio della Camera. L'emendamento è in
corso di valutazione di ammissibilità e il suo destino è legato
alla decisione che prenderà domani il presidente della Commissione,
Francesco Boccia.
E' che non si vuole applicare quanto scoperto da Tesla e da Ighina, che ha anche realizzato degli apparecchi funzionanti. Si vuole estrarre cosa? Non c'è il petrolio in Italia, fatevene una ragione. Si vuole sottrarre Terra agli Italiani da parte dei governari, di tutti i colori. Facciamoli tutti NERI, un unico colore, così li riconosciamo subito.
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