“I Verdi sono complici
di tutte le malefatte contro gli animali realizzate da quello che è
stato giustamente definito (non solo da me) “il governo più
antianimalista della storia repubblicana”, il governo di Renzi, la
cui politica dissennata ha avuto degno seguito con l’esecutivo
Renziloni. Quindi ci facciano il piacere di stare zitti, invece di
sproloquiare contro gli unici governi, quelli guidati dal Premier
Silvio Berlusconi con la sua grande sensibilità, sotto i quali sono
state approvate norme “a favore” degli animali”. Lo dice l’on.
Michela Vittoria Brambilla, presidente del Movimento animalista,
replicando alle accuse del verde Bonelli contro Silvio Berlusconi.
“Ricordiamo agli smemorati, o
piuttosto ad avversari in malafede – spiega l’ex ministro - che
la legge 189/2004 ha elevato al rango di “delitti”, con pene
conseguentemente più severe, comportamenti contro gli animali che
prima erano solo “contravvenzioni” (uccisione di animali,
maltrattamento di animali, manifestazioni e spettacoli che comportino
sevizie o strazio per gli animali, divieto di combattimenti tra
animali); che la 201/2010 ha aumentato le pene per uccisione (max 2
anni) e maltrattamento (max 18 mesi) e ha introdotto il reato di
traffico illecito di animali da compagnia e l’ipotesi
(amministrativa) di introduzione illecita di animali di compagnia: le
basi per contrastare l’odioso traffico di cuccioli, soprattutto dai
paesi dell’est, di cui sentiamo parlare quasi ogni settimana.
Infine, solo per citare un altro dei molti esempi citabili, la
riforma del codice stradale (legge 120/2010) ha introdotto l’obbligo
per l’automobilista di soccorrere gli animali danneggiati dal suo
comportamento alla guida e le ambulanze veterinarie. Occhio alle
date, Bonelli!”
“I Verdi invece – prosegue l’on.
Brambilla - hanno condiviso non solo tutto ciò che Renzi e Gentiloni
hanno fatto (meglio, sfatto), ma addirittura hanno sostenuto a spada
tratta, e su internet girano ancora i manifesti, l’amministrazione
ammazza-orsi del trentino Rossi. Dov’erano i Verdi mentre Renzi e
Renziloni conducevano in porto provvedimenti devastanti per la
difesa dei diritti degli animali? L’abolizione del
Corpo forestale dello Stato (che sarà sottoposta al
vaglio della Corte costituzionale), l’eliminazione della Polizia
provinciale (specializzata nella vigilanza venatoria),
l’improcedibilità per “tenuità del fatto” (che in
pratica regala l’impunità a chi maltratta o uccide un
animale), il via libera alle leggi regionali che prevedono stragi di
ungulati (dai cinghiali ai caprioli), la legge sull’eradicazione
della nutria, il parziale mantenimento della barbarie dei richiami
vivi (si possono ancora allevare uccelli a questo scopo), la deroga
al divieto di caccia sulla neve, la possibilità di caricare con
più cartucce (fino a 5) le armi semiautomatiche per la caccia al
cinghiale, il “regalo” fatto pochi giorni prima del referendum
costituzionale alle doppiette del Trentino-Alto Adige, che da
allora possono sparare anche a specie non cacciabili altrove,
come stambecchi o marmotte. Probabilmente i Verdi, verdi fuori e
rossi dentro, erano troppo impegnati ad applaudire. E se non ci
fossimo stati noi del Movimento animalista, e le associazioni di
protezione animale, magari i Verdi avrebbero fatto da foglia di fico
anche per la licenza di uccidere i lupi e per la controriforma dei
parchi”.
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