Testo di Manuela Mancini
Accidenti però! Ancora
un altro che se ne va. Mannaggia come fuggono gli anni! Ricordo
quelli della mia infanzia in cui il tempo non passava mai, un'ora era
piena di tanto, c'era posto per uscire, giocare, ritornare, far
merenda. Aspettavo i 12 anni come un traguardo perché
ammiravo tanto quelle ragazzine che sapevano fare 'essenze' con i
petali dei fiori ed avevano modi un po' più aggraziati dei
miei. Non arrivavano mai questi 12 anni. Poi,
aspettavo i 16 perché mamma aveva detto che solo a quell'età avrei
potuto togliere i calzini ed indossare le calze. Mi vergognavo tanto
in giro perché ero già una 'salamotta' ben cresciuta e mi sentivo
ridicola. Mia madre cedette, poi, a 14 anni, ma fu dura in quanto
secondo i dettami dell'epoca le calze trasparenti erano un oggetto da
donna e quindi un implicito riconoscimento di uno status avanzato con
tutto ciò che comportava. Ma tanto sveglia non ero se per il
compleanno dei sedici anni chiesi una bambola. Ora,
invece, mi pare di avere tra i denti ancora il panettone di Natale
2016 e vorrei tanto frenare, rallentare. Gli anni sono contenitori di
abitudini consolidate e fuggono via tutti uguali ed anonimi. Quindi,
benvenuto 2018! Ma mi raccomando, portami cose nuove, nuovi amici,
tratta bene quelli vecchi e soprattutto i miei cari. Ma mi
raccomando: va piano, anzi, pianissimo perché non ho più fretta.
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