Testo di Claudio Nicola
Auguri
a chi non ha un lavoro; auguri ai miei dieci amici e parenti lontani
che il 23 dicembre verranno licenziati perché oggi è fuori moda
garantire le ferie di Natale,
oggi si licenzia e (forse) si riassume il prossimo anno; auguri a mia
sorella che perde il lavoro sotto Natale;
auguri a me che questo Natale
verrò licenziato e da un anno non so se riuscirò a pagare le
bollette o meno; auguri agli impiegati statali che dicono agli LSU
"non vedo l'ora che tu venga licenziato" (sentiti
personalmente, e sono tanti) perché sono degli intrusi nel loro
regno; auguri ai politici che ridono in TV mentre i terremotati
vivono in condizioni estreme e presi in giro; auguri ai sindacalisti
che qualche anno fa mi hanno detto testualmente "scemo tu che ci
hai creduti". Abbiamo anche noi una parte di responsabilità
delle nostre disgrazie, sicuro, ma il lavoro è una questione di
dignità, è un diritto sancito dalla costituzione. Ricordatevene
questo Natale
mentre fate gli auguri, che probabilmente chi riceverà quegli auguri
a casa non avrà nessun panettone perché costa troppo.
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