Fonte: Il sud con Salvini
Come si prevedeva,
iniziano a manifestarsi i primi sintomi della prossime “insurrezioni”
delle masse dei migranti fatti entrare in modo insensato in Italia
dalla sinistra mondialista e dai suoi complici. Un
episodio significativo è avvenuto a Firenze, in occasione di un
brutto fatto di cronaca, di un pensionato (uscito fuori di testa) che
ha sparato a caso contro la prima persona che ha incontrato: un
ambulante di nazionalità africana. Il poveretto è deceduto. Il brutto episodio, come una
scintilla, ha fatto scoppiare all’improvviso una
rivolta etnica al
centro di Firenze, con spedizione punitiva di una folta massa di
africani che hanno devastato il centro di Firenze seminando il panico
fra i fiorentini ed i turisti. Il
fatto strano (apparentemente) è quello che, se la vittima di un caso
di cronaca simile è un cittadino italiano, trovandosi il colpevole,
a nessuno passa mai per l’anticamera del cervello di evocare
aggravanti di tipo razziale per spiegarne le cause. Al contrario, quando il caso di
cronaca coinvolge un africano, allora scatta subito il riflesso
pavloviano del razzismo, una sorta di riflesso automatico che il coro
dei media e dei commentatori immediatamente evoca per attaccare
il clima ” creato dalla Lega” e
dall’intolleranza degli anti-migrazionisti.
Evocare
il problema del “razzismo” è quello che oggi serve per spiegare
tutto. Si nota
che non c’è stato alcun commentatore che abbia fatto il minimo
cenno all’aggravante razziale nel caso dell’omicidio e
smembramento della giovane Pamela a Macerata o quando il Kabobo ha
picconato ed ucciso tre persone a Milano. In entrambi casi erano
stati presi i responsabili, individui africani immigrati di recente,
quello di Macerata anche ospitato in Hotel a 4 stelle a spese del
denaro pubblico.
Nel caso dell’omicidio di
Firenze, sono quasi tutti saltati
sul carro del razzismo quale
motivazione del pensionato fuori di testa (stava per suicidarsi).
Guarda caso lo stesso sindaco di Firenze, il
PD Nardella, si
costituisce subito parte civile a fianco degli immigrati
africani. Nei
casi degli omicidi di italiani questo non era mai successo. Nel frattempo, nelle periferie delle
città italiane divenute multietniche, luoghi di parcheggio di masse
di migranti di vari paesi, si alimenta il disagio di chi è costretto
a vivere in condizioni di degrado e di insicurezza, mentre cova sotto
la cenere la potenziale rivolta di decine di migliaia di elementi
ospitati nelle strutture delle cooperative che ne fanno un buon
profitto, si tratta di quasi tutti migranti economici. Abbiamo a che fare con persone
difficilmente integrabili nel tessuto sociale, le quali, alla prima occasione, potranno anche loro esplodere in modo
incontrollato e violento seminando violenza e vittime, mentre alcuni
di loro già sono stati arruolati dalle varie mafie come soldati del
racket dello spaccio di droga e della prostituzione. Una situazione
creata dai governati della sinistra mondialista nella loro
convinzione di procedere verso la società multiculturale come
soluzione ai problemi della società italiana. Lo diceva sempre la
Boldrini, lo sosteneva la Bonino e lo confermava anche Pietro
Grasso. Gli
italiani non gli hanno però creduto e li hanno trombati alle ultime
elezioni.
D’altra parte gli stessi
migranti hanno
ormai capito come funzionano le cose in
questo paese: se
utilizzi metodi violenti e ti impadronisci del territorio, nessuno ti
ferma, la polizia
ha ordini dall’alto di non intervenire e di essere tollerante. Il
rischio di finire in galera è molto basso, non è come nei loro
paesi dove la polizia spara e le galere sono dure. Inoltre i profitti
delle attività illecite sono molto alti, quindi non c’è neppure
la convenienza a lavorare ed essere sfruttati come schiavi. Questo il
ragionamento che fanno alcuni dei migranti, quelli più svelti, più
furbi e con propensione criminale. Inoltre, tutti ormai hanno capito
che reprimere le intemperanze dei migranti può fruttare una denuncia
alla magistratura per “razzismo” e questo comporta pene molto
severe, quindi sono pochi quelli che vogliono rischiare fra le forze
dell’ordine e fra i cittadini, salvo
che si arrivi a dover difendere le proprie case e le proprie
famiglie. Allora
è facile arrivare alla guerra etnica ed i sintomi si sono già
avvertiti. Benvenuti
nell’Italia multietnica e multiculturale.
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