Fonte: La nuova bussola quotidiana
Nella Scuola primaria di Mocasina le
mamme degli alunni di una prima elementare hanno protestato
perché tenute all'oscuro del progetto avviato nella
classe. Presentandosi come Romilda, «la strega sincretica
interculturale», Ramona Parenzan ha fatto invocare gli
spiriti distribuendo amuleti e pozioni: «Ora molti bambini sono
scossi». Si presenta come Romilda, «la strega
sincretica interculturale», ma il suo nome è Ramona Parenzan. Una
donna che sviluppa laboratori e progetti di intercultura leggendo
fiabe e invocando spiriti con amuleti e pozioni. Sulla sua bacheca
pubblica di Facebook si legge che è già stata in molte scuole
primarie della Lombardia, fra le ultime ci sono una scuola di
Villongo (l’8 febbraio scorso), la primaria Corridoni di
Brescia (17 febbraio) e di Sant’angelo Lodigiano (20 febbraio), in
un tour che continua da mesi.
Ma nella Scuola primaria
di Mocasina le mamme degli alunni di una prima elementare hanno
protestato perché tenute all'oscuro del progetto avviato nella
classe. A raccontarlo alla Nuova
BQ è una di loro
che ha chiesto l'anonimato: «Lunedì 26 febbraio Parenzan è entrata
nella prima elementare frequentata da mio figlio all’insaputa di
tutti i genitori. Lo abbiamo scoperto dai nostri figli». Alcuni di
loro hanno raccontato alle famiglie che la “strega Romilda”, così
si presenta Parenzan, ha fatto bere loro pozioni, regalando amuleti e
promettono fortuna. I fatti sono emersi quando le mamme hanno
cominciato a parlarsi scoprendo che come i loro anche gli altri
bambini erano turbati dalle storie lette o dal fatto che erano stati
invocati gli spiriti.
Alcune mamme hanno
raccontato di aver visto «quella donna arrivare in
controsenso con la macchina». Qualcuna si era arrabbiata
dicendole di fare attenzione ai bambini, ma la signora le aveva
risposto male. Un’altra mamma ha raccontato che suo figlio, dopo la
lezione, le aveva confessato che la strega Romilda aveva chiesto alla
classe di tenere un segreto dando loro degli amuleti. «Ho chiesto a
mio figlio se fosse vero». A quel punto il bambino ha mostrato alla
madre una conchiglia che teneva sotto la federa: «La strega aveva
detto loro di soffiare sull’amuleto, di metterlo sotto il cuscino e
di esprimere un desiderio non materiale senza raccontare nulla ai
genitori, solo così si sarebbe avverato tre giorni dopo».
A parte il fatto che le
notti in cui il bambino ha dormito con la conchiglia «ha
sanguinato dal naso sporcando tutta la federa, un altro bambino dal
giorno dopo la visita della strega ha cominciato a svegliarsi agitato
la notte e a non dormire. Un altro ha fatto due volte la pipì a
letto». La mamma di un bambino di un'altra classe in cui è stata
Parenzan, venuta a conoscenza dei fatti, ha interrogato il figlio
costringendolo a confessare di avere l'amuleto: «Il figlio si è
arrabbiato dandole della cattiva, perché per colpa sua non si
sarebbe relizzato l'incantesimo». La madre denuncia quindi «la
gravità di un episodio come questo, in cui una signora si permette
di insegnare ai bambini a mantenere i segreti con questi ricatti:
abituarli a tacere con le famiglie su quanto accade loro è fare il
gioco di chi vuole il male dei piccoli». Ai bambini sono stati anche
dipinti dei simboli sulle braccia che faticavano a cancellarsi e
che, era stato detto loro, avrebbero dovuto cambiare magicamente
colore.
Il racconto di quanto
avvenuto ha fatto il giro delle mamme della classe portandole
anche a scoprire che Parenzan aveva fatto bere delle sostanze ai
figli dicendo loro che erano pozioni magiche. «Ci proibiscono di
portare a scuola qualsiasi cosa che non sia sigillata e questa donna
ha dato da bere e da mangiare cibo e bevande contenute in un termos
ai nostri piccoli. È una cosa grave e contraria alle norme Asl». Ma
non è solo questo che la scuola deve spiegare ai genitori che non
sono stati avvisati di quanto sarebbe avvenuto nella classe dei loro
figli. Anche perché, sul profilo Facebook di Parenzan, compaiono «le
foto dei bambini senza alcun assenso dei genitori».
La scuola per ora si è
difesa tramite un verbale comunicando alle famiglie che
il progetto era stato approvato l’anno scorso ma ammettendo che era
responsabilità della scuola informarli: «La coordinatrice delle
prime elementari non sapeva nulla del progetto». Così Parenzan
è entrata senza ostacoli in aula insieme all’insegnante di
supplenza di Italiano, incolpevole di essere stata assunta solo pochi
giorni prima dei fatti.
La conferma di quanto
avvenuto viene dalle immagini postate da Parenzan su
Facebook. Un video del 18 febbraio, che mostra la donna mentre fa
invocare gli spiriti, compare sulla sua pagina Facebook con questo
commento: «La strega Romilda, come si sa - (anzi molto molto presto
si saprà) - è sincretica per nascita e vocazione perciò ringrazia
sempre tutti gli spiriti e le spiritesse, pure quelli/e di Napoli».
Sempre da Facebook emerge che la donna era stata nella scuola di
Mocasina anche il 23 novembre del 2016. Tanto che una insegnante,
Michela Cargnoni, responsabile dell’istituto, sotto la foto in cui
la donna annuncia il suo arrivo a scuola di quest’anno, le ha
scritto così: «Grandeee…Domani appena arrivo vengo a salutarti».
Diverse storie sono lette
in classe, di cui «una parla di un bambino dandogli
del ciccione» in barba all'emergenza "bullismo",
sottendono un messaggio moralista e la logica vendicativa del do
ut des. Tanto che
«i bambini erano impauriti». Su Facebook compaiono altre storie
scritte da Parenzan e lette nelle scuole. Fra queste c’è "Il
Delfino Rosa" che inneggia all’amore senza limiti naturali
così: «Animali differenti si accoppiavano fra loro, senza temere la
diversità: la tartaruga con il serpente, la scimmietta con il
bradipo e tutta la foresta ora risuonava di nuovi colori, forme e
linguaggi».
D'accordo o meno con
questa visione sovversiva della natura, restano
però altre domande a cui la scuola non ha ancora risposto: qual era
il progetto che ha permesso a Parenzan di entrare in classe? Quali
finalità aveva? Chi lo ha proposto? E anche se approvato l’anno
scolastico precedente, perché nessuno ha avvisato la coordinatrice
e le famiglie?
Nessun commento:
Posta un commento