lunedì 9 luglio 2018

La lunghissima estate calda



Il fatto che siano costrette o che non riescano più a ribellarsi per cultura, religione ed abitudine, rende la situazione ancora più grave e l'integrazione ancora più lontana. Dovremmo costringere i loro mariti a far fare loro il bagno in costume e questo non lo accetteranno mai. Viceversa, costringere è anche quella una violenza. Ci sono secoli di differenza storico-culturale. Qual è l'unico modo secondo me? La rivoluzione contro certi sistemi arcaici ed assurdi (anche pericolosi, perché ogni tanto qualcuna annega), deve venire da loro stesse. Le nostre donne hanno lottato, sono state ammazzate, torturate, trucidate, creando associazioni, coalizzandosi, ma anche combattuto dentro le loro stesse famiglie fino alla morte per farci godere dei diritti e della libertà che oggi abbiamo. La volontà del cambiamento non può essere imposta, deve venire da loro. Viceversa, se uno Stato che accoglie decide di imporre una legge, che sia un problema di sicurezza e controllo nel caso del burka, o di pericolo nel caso del bagno vestiti, a mio avviso ha tutto il diritto di farlo e di espellere chi non la rispetta: così come noi in certi paesi arabi integralisti non possiamo vestire all'Europea. Rimane la libertà di non andarci.

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