Fonte: Una pillola di storia antica al giorno
Durante l'esilio a Sant'Elena, Napoleone raccontò di quando un cane era riuscito a commuoverlo molti anni prima. L'episodio avvenne intorno al 1796, quando Napoleone era generale dell'armata francese in Italia. La notte dopo una battaglia, Napoleone avanzò tra i cadaveri dei soldati sotto un "bel chiaro di luna", immerso nella "profonda solitudine della notte". Improvvisamente "un cane sbucò da sotto il mantello di un cadavere per avvicinarsi a noi, ma poi tornò indietro emettendo dolorosi guaiti. La bestiola leccava convulsamente la faccia del morto, e si dirigeva di nuovo verso di noi come per implorare soccorso o chiedere vendetta. Non c'è mai stato nulla che mi abbia commosso tanto, in nessun altro campo di battaglia. Forse sarà stato il mio stato d'animo o il luogo o il tempo o il fatto stesso, o qualcos'altro che non so spiegare. Mi fermai un momento per apprezzare quella scena. Quest'uomo - pensavo - forse ha degli amici, forse persino in questo campo, e giace qui, abbandonato da tutti tranne che dal suo cane! Che lezione ci dà la natura tramite un animale!" Napoleone si stupì di quanto un cane fosse riuscito a commuoverlo: "Come sono misteriose le impressioni e la natura dell'uomo! Ho ordinato battaglie senza commuovermi e ho osservato, con occhio distaccato, movimenti che hanno portato alla perdita di molti di noi, eppure mi sentivo toccato nel profondo dai gemiti e dal dolore di un cane... In quel momento sarei stato più arrendevole verso un nemico supplichevole: compresi meglio il gesto di Achille che restituisce il corpo di Ettore al pianto di Priamo".
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