domenica 19 novembre 2023

Storie di negri


Testo di Francesco

Lei si chiamava Agitu Gudeta, faceva parte di quella piccola fetta di immigrati buoni, costretta a fuggire dal suo paese, l’Etiopia, a causa del suo attivismo politico. Nel 2010 arriva in Italia, da subito si integra, mostrando di amare il Paese che la ospita. In Trentino-Alto Adige si interessa all’agricoltura locale. Fonda due allevamenti di capre, in Val di Gresta e poi in Valle dei Mocheni, dal nome “La Capra Felice”. Le aziende vanno molto bene, producono latticini e prodotti di bellezza con metodi naturali, nel 2015 vince il premio “Resistenza Casearia”. Nel 2020 assume nella sua azienda un lavoratore Ghanese, Adams Suleiman. Il 29 dicembre dello stesso anno, lui la ucciderà a martellate per poi violentarla. Viene condannato a 20 anni di carcere. Oggi, la condanna per il mostro potrebbe essere ridotta. La Cassazione ha accettato il ricorso della difesa dell’uomo, secondo cui la donna era già morta mentre lui la violentava. Questo deve fare riflettere, nessuno è contro l’immigrazione, ma vogliamo persone per bene. Siamo contro l’immigrazione incontrollata di gente che non conosciamo, che non vuole integrarsi.

6 commenti:

  1. Ormai i buoi sono scappati, la serratura della stalla era ed è difettosa. Siamo seri, interi quartieri della.mia città sono già completamente colonizzati dai negri, o musulmani, saranno gatte da pelare per i nostri nipoti. Gente dalle costumanze crudeli , allevati fin da piccoli nelle ristrettezze, miseria, parassiti che infestano la pelle, pastoni di manioca, la revanche, la vendetta contro l',uomo bianco che portò santini anziché profilattici, scatolette, biscotti double face, cacao e vaniglia. Prega il cuore di Maria che la fame passa via
    Viso pallido la pagherai....

    La sventurata pastorella creola si è messa in casa la.morte, senza magari saperlo, un bruto infoiato h24, che voleva assaggiare, o forse continuare a farlo, non possiamo sapere, resta il disgusto per ciò che sono capaci di fare questi bruti, pure gli orrendi scempi sui cadaveri. Avevamo già la nostra quota di depravati autoctoni.... E la Boldrini? I nostri giudici? Al suon della squilla battaglioni di nostri soldati e soldatesse , fluidi, gender, froci e lesbiche conclamati, cocainomani, faranno fronte, barriera, alle orde dei nuovi lanzichenecchi neri e caffellatte, invano distratti dalle subdole armi psicologiche del nemico, ovvero golosi e generosi pacchi sotto la cintura, luccicanti bustine di nylon con polverina bianca all'interno. Varie ed eventuali.

    Eunuchi, messaline, nani e ballerine, non più "cene eleganti" ma ultime, nel senso stretto del termine.

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    1. Questo commento andrà in home page, probabilmente domani. Grazie Mauro. (Freeanimals)

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  2. Dei maschi di pecore non si parla mai. Tragico destino per i maschi, colpevoli di non produrre latte, tranni alcuni che servono per continuare la specie. Pietro Melis

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