domenica 26 novembre 2023

Un naturalista fuori di testa!


Ugo De Cresi: Ami la natura? Pianta un albero. Ogni anno all'inizio della stagione fredda compaiono nei giardini, sui poggioli e terrazzi decine di artifizi per fornire cibo agli uccelli. E' profondamente sbagliato. Espongo i miei motivi:

1- Le grandi catene di cibo per animali ormai hanno un trend stabile di immenso guadagno sul cibo per uccellini. Questo ha aumentato a dismisura in vari luoghi del mondo la coltivazione, lo sfruttamento e la competizione economica al ribasso delle risorse del suolo. Larghissimo l'uso di glifosato e altri pesticidi, atrazina e bentazone. Il guadagno è enorme a fronte di una bassissima spesa mai biologica.

2- Attivare delle mangiatoie per uccelli significa distrarli dalla principale attività per cui madre natura li ha messi al mondo: la pulizia degli alberi. Cinciallegre, Pettirossi, Fringuelli, tutte le piccole specie di uccellini hanno un compito ben preciso. Pulire gli alberi da parassiti, insetti nocivi e larve che causano la morte della vegetazione. Il Pettirosso resiste senza problemi a temperature di circa -30 -40 gradi. Non ha né freddo né fame.

3- Ogni mangiatoia se non è regolarmente pulita due volte al giorno causa tumori alle zampe e veicola parassitosi. Pochi giorni fa è morta una Gru cenerina che viveva in stato cachettico nel Bisagno. A mio modo di vedere c'è una possibilità che sia morta di aviaria. Il virus dell'aviaria H5N1 se si combina con il virus della PSA ed il virus influenzale di stagione umana provoca la febbre suina e di febbre suina si muore. E noi ci siamo in pieno. La PSA ce l'abbiamo, l'Aviaria ce l'abbiamo e con i primi freddi pure il virus stagionale influenzale.

4- Se venite in Valbrevenna presso i ruderi dela Chiesa di Santo Stefano vi faccio vedere come lavorano - e come dovrebbero lavorare- i piccoli uccellini che puliscono alberi che sono nel pieno della loro salute grazie a questo lavoro, rigogliosi e sanissimi. Se volete venire a vedere come si danneggia l'ecosistema vi porto vicino Arquata dove decine di persone nelle loro villette comprano ogni anno chilate di mangime, palle di lardo, semi e stick per "aiutare la natura". Volete aiutare la natura? Piantate un albero.

5- I rapaci predano anche la piccola e media avifauna, come piccioni, tortore e altro, se queste specie mangiano dai terrazzi i rapaci rinunciano, per questo vediamo stormi di colombi nel pieno centro delle case. Ogni tanto qualche falco se la tenta ma gli umani lo cazziano di brutto e gli passa la voglia. Con i soldi dei semi comprate un albero e che sia autoctono, gli uccellini vi ringrazieranno.


Me: Non con lei, ma con un dottore triestino (Nicola Bressi) che ho nei contatti su Twitter, ho cominciato a chiedermi se i naturalisti accademici, che sanno tutto di zoologia e si permettono di giudicare gli animalisti, non stiano in realtà dalla parte dei nemici degli animali (la sto semplificando!). Che sia meglio non dare cibo alle volpi che si fermano sul ciglio di certe strade, rimanendo a volte schiacciate, posso capirlo, ma ora ve le prendete anche con chi mette semi di girasole in giardino per le cinciallegre? Non vi sembra di esagerare?

9 commenti:

  1. L'esagerazione diventa ridicola e nociva, io ho un sacco di ospiti pennuti a cui fornisco cibo adeguato, ora che hanno freddo e non trovano tutto, dovrei fregarmene, secondo lui?
    Io me ne frego di lui..
    Luigi S.

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    1. Dopo il mio primo dissenziente commento, che non compare perché cestinato, l'utente mi ha escluso dal gruppo. Ma sono riuscito ad inviargli quello leggibile tramite posta privata.
      Quello che m'infastidisce di più è che questi naturalisti non sopportano il confronto con chi la pensa diversamente, e battono subito in ritirata. È già il secondo naturalista che mi banna su Facebook. (Freeanimals)

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  2. Il soggetto in foto è affetto da ginecomastia. Testosterone bassissimo ed ormoni femminili probabilmente assunti con alimentazione carne a, satura di ormoni della crescita. Però ho una domanda: come faceva l'avifauna a sopravvivere in inverno, in passato, quando i sentimenti animalisti erano pressoché assenti? Personalmente lascio un terzo circa dei cachi sull'albero, appositamente perché se ne possano nutrire gli uccelli in inverno.

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    1. Io non vendemmio quei pochi grappoli prodotti dalle mie due viti, per lasciarli ai merli.
      Nei libri di scuola delle elementari di mezzo secolo fa ci veniva insegnato a mettere le briciole di pane sul davanzale, per i passerotti.
      Ora saltano fuori gli esperti a dirci che era sbagliato! (Freeanimals)

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  3. Notizia fresca dal mio giardino, a Roberto piacerà: stavo mettendo acqua fresca nella bacinella degli uccelli, quando una cincia bigia col ciuffo è arrivata lì, da gran "sfacciata" a bere mentre immettevo con la pompa.
    Devo dire che fra i Paridi, quelle col ciuffo sono le più "brave" (coraggiose, tanto per continuare con l'inglese);
    mentre le altre, quelle coi colori giallo-verdi o blu, sono le più timide.
    E fanno bene, visto che scendendo le scale ne ho trovata una morta che ho seppellito sotto un'ortensia...grazie al gatto, immagino.
    Luigi S.

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    1. Se da te ci sono le cince dal ciuffo significa che abiti in montagna, o per lo meno in collina. Io ho solo cinciallegre. (Freeanimals)

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    2. Ogni giorno a pranzo inforco gli occhiali, non per vedere il cibo, ma per guardare fuori dalla finestra passeri e cince contendersi pane e girasoli.
      Poco fa ho riconosciuto una cinciarella, tra le molte cinciallegre che si affollano sulla mangiatoia.
      Il che smentisce quanto da me detto prima, ovvero che ci siano solo cinciallegre. (Freeanimals)

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  4. Mi pare che molti animali tendano a sconfinare dal loro habitat, adattandosi là dove cercano e trovano cibo, questo è il punto.
    Luigi S.

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