Fonte:
La legge per tutti
A
Lugano esiste una società che controlla e scheda ogni italiano il cui nome sia
stato pubblicato in un giornale o in un atto pubblico; i loro database
contengono la storia di oltre mezzo milione di persone. L’unico modo per
sfuggire al “grande occhio” è di condurre una vita in totale anonimato. Per
poche centinaia di euro è possibile accedere agli archivi e consultarli. Ma
tutto ciò è davvero legale?
Le
migliori storie nascono con un postino che bussa alla porta. La lettera che mi
consegna è anonima. A prima vista la scambio per una richiesta di sostegno da
parte di qualche Onlus. Si salva miracolosamente dalla spazzatura. Poi la apro.
Comincia così:
“Gentile
avvocato Angelo Greco, leggendo il suo articolo relativo alla banca dati World Check mi sono tuttavia reso conto che lei non ha ancora
avuto modo di vedere qualcosa di peggio. A me purtroppo è capitato”.
L’indagine
nasce da qui.
Esiste
una società che ha due porte, un po’ come le banche svizzere. La prima è quella
ufficiale: come dominio internet ha scelto l’url “www.antiriciclaggio.ch”. A
leggerlo così, su due piedi, lo si scambia per un sito specializzato in questioni
commerciali e di sicurezza.
Invece,
una volta dentro, il processo di scoperta (e “illuminazione”) è graduale. Si
scoperchia innanzitutto il vero nome dell’azienda: SGR Consulting SA.
Un
primo messaggio di “benvenuto” farebbe credere di avere a che fare con un
servizio rivolto a intermediari finanziari, per evitare di entrare in relazioni
d’affari con nominativi coinvolti in gravi reati penali quali quelli di stampo
mafioso, camorra, traffico di stupefacenti, truffe, rapine.
“SGR
Consulting SA è una società attiva nel campo dell’Antiriciclaggio in
Italia e in numerosi paesi europei. All’interno della nostra attività gestiamo
l’unica banca dati, focalizzata sul territorio italiano, con oltre 430.000
nominativi coinvolti in reati di natura patrimoniale a monte del
riciclaggio: un utile strumento per implementare il processo di adeguata
verifica della clientela”.
Mi
spingo più a fondo e scopro che la società controlla, attraverso una rete di “detective”
infiltrati nel territorio italiano, tutte le notizie attinenti a condotte
penalmente rilevanti, ovunque esse vengano pubblicate: in atti pubblici, in
fonti di autorità giudiziarie, nelle sentenze, in riviste, giornali nazionali e
finanche quelli locali meno diffusi. Essi seguono, così, passo per passo, l’iter
della vita della persona: tanto degli italiani, quanto degli extracomunitari
residenti in Italia. Poi tutto passa al setaccio della sede di Lugano. Lì
vengono formati gli archivi telematici per nome e per categorie di soggetti:
privati, aziende, politici.
Sia
che una persona sia stata giudicata, condannata, assolta o semplicemente
indagata rimane “schedata” a vita! C’è da non crederci.
Che
fine fanno i diritti dell’uomo? Penso all’offesa al diritto all'oblio (quel
diritto, cioè, a essere dimenticati dopo aver scontato la dovuta condanna), al
diritto alla “non menzione” per i reati minori, il diritto alla privacy. Ci sarebbe
da scomodare anche la violazione del diritto d’autore, visto che vengono resi
pubblici e distribuiti ritagli di giornali la cui diffusione, riproduzione e
distribuzione è coperta dal copyright. E chissà perché, in questi casi, gli
editori non si ribellano (magari, se scoprissero che gli stessi procedimenti
per diffamazione, in cui ormai si imbattono giornalmente, vengono schedati e
conservati, avrebbero qualcosa da ridire).
L’anonimo
mittente della lettera prosegue.
“Ho
ricevuto una chiave test temporanea per accedere a questa banca dati (servizio
a pagamento!) e vi ho trovato di tutto e di più. Semplici indagati, che magari
hanno spacciato uno spinello. Persone che stanno svolgendo lavori socialmente
utili, perché hanno subito il ritiro della patente, giornalisti per il reato di
diffamazione, chi ha rubato un pacco di pasta al supermercato (alla voce “reati
vari”), ecc. Verifichi lei stesso. Acceda al sito e chieda un’utenza di prova.
E
così faccio.
Sono
codici a tempo. Mi danno diritto a un limitato numero di “prove”.
Non
posso credere ai miei occhi. Digito il nome di un paio di persone che so aver
avuto problemi con la giustizia, le cui indagini però sono state chiuse per
assenza di prove. Anche loro sono dentro SGR Consulting. Mi verrebbe da digitare
il mio nome, ma il numero di prove a mia disposizione è finito. Meglio così.
Oltre
alle persone, vengono monitorate, dal 2008, anche le società. Sono esclusi solo
i reati di pedofilia e quelli che non attengono al patrimonio.
C’è
una differenza fondamentale tra World Check e SGR. La prima controlla tutto il
territorio
mondiale e registra circa 900 notizie di reato al giorno. SGR invece controlla prevalentemente il territorio italiano, vantando una raccolta di circa 400 notizie di reato al giorno: l’incidenza ha quindi una capillarità e precisione di gran lunga più millimetrica rispetto a World Check.
mondiale e registra circa 900 notizie di reato al giorno. SGR invece controlla prevalentemente il territorio italiano, vantando una raccolta di circa 400 notizie di reato al giorno: l’incidenza ha quindi una capillarità e precisione di gran lunga più millimetrica rispetto a World Check.
Proseguo
nella lettura della missiva shock.
“Ci
è stato assicurato che, essendo una società svizzera, possono vendere questo
servizio perché sono soggetti alle leggi svizzere e non italiane. Addirittura
ci hanno consegnato uno specchietto comparativo dove
palesemente si evince ciò che sul certificato “carichi pendenti” non si trova:
loro invece lo forniscono! Incredibile il fatto che ci sia l’elenco di tutte le
fonti giornalistiche monitorate da loro tutti i giorni (circa 200), dalle quali
scaricano gli articoli e inseriscono i pdf nella loro banca dati. Hanno un’App
disponibile su AppStore, e attraverso un “semaforo” è possibile controllare con
il proprio smartphone se il Mario Rossi di turno è un delinquente o meno”.
Mi
diverto a leggere delle liste PEP, quelle cioè delle persone esposte
politicamente, e immagino quale gran da fare avranno avuto con i nostri
amministratori! In questi elenchi si trovano tutti i soggetti che ricoprano o
abbiano ricoperto incarichi di rilievo pubblico, sia a livello centrale che
locale.
Immagino
che questa “due diligence” abbia costi accessibili solo a servizi segreti
israeliani o all’F.B.I. Nulla di più sbagliato. Il prezzo è così accessibile
che mi viene voglia di acquistare un pacchetto “flat”, senza limiti di quantità.
Non
ho pensato a un finale per questo pezzo. Né intendo scriverlo. Voglio che
rimaniate, invece, come sono rimasto io: a occhi sbarrati. Nell’ebete posizione
di chi, osservando il vuoto, inizia a chiedersi: “E, domani, io?”.
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