SERRAVALLE
(MN). Prima si sono intrufolati nella canonica di Libiola e hanno rubato i
soldi delle quote versate dai bambini del Grest; poi, non contenti,
hanno raggiunto la vicina chiesa che, dal terremoto dell’anno scorso, è una
semplice tensostruttura di plastica e, accanto all’altare hanno defecato e
urinato. Un atto sprezzante, vandalico e sacrilego. I responsabili sarebbero
anche stati individuati, perché una donna li ha visti uscire dalla tenda. Si
tratterebbe di quattro ragazzi di origini marocchine, uno residente a
Serravalle, gli altri tra Ostiglia e i paesi vicini.
Il
fatto è successo giovedì pomeriggio, ma il parroco, don Eugenio Ferrari, ha
formalizzato solo ieri la denuncia ai carabinieri. Quel giorno la casa
parrocchiale di Libiola, abitata dalle due suore, era vuota e chiusa a chiave
perché le religiose, insieme con lo stesso parroco, erano andate in gita con i
bambini del Grest, gita di solo un giorno in una località di montagna.
Indisturbati, quindi, i malviventi hanno rotto la serratura di una porta sul
retro e sono entrati. Sono saliti al piano di sopra e hanno forzato anche la
serratura della stanza da letto della suora superiora. In un borsello chiuso in
un cassetto c’erano circa ottanta euro, le quote della terza settimana di
Grest, più una parte del ricavato di una risottata organizzata dal gruppo
estivo con bambini e genitori. Compiuto il furto, il gruppetto non si è
accontentato di allontanarsi. Ha voluto lasciare un segno. Un vandalismo, che
nel luogo dove è stato compiuto, assume anche il significato di una
provocazione, di uno sfregio voluto e inqualificabile.
Senza
alcuna difficoltà, i malviventi hanno tagliato il bordo di plastica della tenda
utilizzata come chiesa e, una volta dentro, hanno lasciato gli escrementi
accanto all’altare. Nel tendone non c’è assolutamente nulla da rubare, quindi
terminati i bisogni organici, i ladri-vandali se ne sono andati. A quanto pare,
una signora del posto li ha visti scappare e ne ha riconosciuto uno, quello che
abita a Libiola. Agli altri tre complici, sarebbero arrivati i carabinieri che
hanno ricevuto la denuncia del parroco. Al momento sarebbero state individuate
quattro persone, quattro ragazzi di origini marocchine residenti a Libiola e
nei dintorni di Ostiglia, ma nei loro confronti ancora non sono stati presi
provvedimenti perché le indagini non sono concluse. Intanto si sfoga,
amareggiato, don Eugenio: «Se fossero venuti a rubare dei soldi perché hanno
fame, non avrei neanche fatto denuncia; li avrei perdonati. Ma quello che hanno
fatto in chiesa è un gesto su cui non si può sorvolare, è inqualificabile». «Mi
dispiace, anche perché, come sembra, il fatto è stato compiuto da quattro
ragazzi marocchini – va avanti don Eugenio – Hanno dimostrato sprezzo nei
confronti della nostra religione. Ma se io facessi la stessa cosa in una loro
moschea, mi taglierebbero il collo, o no?».
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