giovedì 18 luglio 2013

Diminuite ma non impazzite

 
Testo di Leda Fontana


Giornata tranquilla oggi nel prato, sulla collina: si odono soltanto i soffici rumori provenienti dal bosco vicino, le lucertole sonnecchiano al sole, e una brezza leggera accarezza l‘erba, le foglie e la mia pelle, ma all’improvviso si alza un forte brusio proveniente dall’alveare in fondo al campo, mi avvicino e vedo che migliaia di api stanno uscendo dalla loro casetta, letteralmente stanno rotolando giù dal predellino come un fiume in piena, poi si alzano alte verso il cielo, come in una danza frenetica e gioiosa, insieme formano una nuvola di puntini turbinanti. Nell’alveare è nata una nuova regina, un comando è stato lanciato, e metà delle api lascia la vecchia casa e parte insieme alla nuova regina per creare una nuova famiglia: è la sciamatura.


La nuvola turbinante di api poi si dirige verso il bosco, in cerca di un riparo dove fondare il nuovo alveare. Cosi può capitare a fine primavera inizio estate, di imbattersi in uno sciame di api in cerca di un nuovo riparo, ma, niente paura, basta tenersi a una buona distanza, e chiamare un apicoltore che sarà felice di raccogliere lo sciame ed ospitarlo nel suo apiario. Ogni apicoltore cerca di evitare in ogni modo che le proprie api sciamino, perché quando meta delle api se ne vanno, la produzione di miele tracolla, ma nonostante tutte le precauzioni, capita ugualmente che in qualche alveare la “febbre della sciamatura” abbia il sopravvento ed è sempre successo, non è una novità. 
Sono milioni di anni che le api perpetuano la loro specie in questo modo; è un fenomeno naturale e nessuno si era mai sognato vedendo uno sciame di dire che le api sono impazzite. Oggi invece sì, ho letto sui media diversi articoli recentissimi che parlano di “strani episodi” di “api impazzite”, ma possibile che abbiamo giornalisti così ignoranti? Non è che anche nei media è partito un comando? Qualcuno forse vuole instillare nella gente timore per questo insetto?
Le api sono fondamentalmente molto docili e miti, pungono soltanto se vengono disturbate. La popolazione delle api è ormai più che dimezzata nel mondo, perché sono vittime di insetticidi, diserbanti, malattie diffuse dall’uomo, inquinamento chimico, acustico ed elettromagnetico, abbiamo distrutto i loro habitat naturali e ci meravigliamo se ritroviamo uno sciame in città. In Italia l’ambiente è diventato così ostile per loro che uno sciame allo stato selvatico, difficilmente riesce a sopravvivere, così la sciamatura che una volta assicurava la moltiplicazione della specie oggi porta le api a morte sicura, se non interviene un apicoltore a recuperarle.
Non ci basta, averle mezze sterminate, avergli reso la vita impossibile, oggi qualcuno vuole anche seminare paura per questo insetto, che per migliaia di anni è stato compagno ed amico dell’uomo, ed è un anello fondamentale, indispensabile, per gli ecosistemi.
E nessuno mi venga a dire che tanto, stanno costruendo le api artificiali; sì è vero, guardacaso, la Monsanto e i militari, stanno facendo studi per creare l’ape telecomandata. Ma per favore! Chi conosce, le sensibilità, la complessità, l’intelligenza, l’operosità, di questo insetto, sa benissimo che non può essere sostituito da una macchina, come per altro non può essere riprodotto meccanicamente nessun essere vivente, perché ogni essere vivente, piccolo o grande che sia, ha un’anima unica ed irripetibile che non può essere riprodotta in nessun modo.


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