Fonte:
Paolo D’Arpini
Testo
di Giuseppe Turrisi
Si
alza il sipario e sullo sfondo c'è un bi-Napolitano che tace mentre Alfano va a
riferire nelle aule di non sapere praticamente nulla, facendo una figura
alquanto mediocre per non dire altro, tutto ciò per coprire un caso, dove c'è
sicuramente la ragion di stato.
Due
sono le cose, o lui non sa cosa succede sotto di lui, e quindi si dovrebbe
dimettere, oppure i suoi sottoposti agiscono liberamente senza il suo consenso,
che è anche peggio, quindi si dovrebbe dimettere, ma non lo fa perché altrimenti
cadrebbe il governo.
Qui
le ragioni superiori (quelle usuraie bancarie di incassare) superano le ragioni
di stato, quindi si procede e Napolitano garante, almeno del silenzio, continua
a tacere. Dalla quinta di destra, si vede la Kazaka che se ne va via con un
passaporto forse falso, e di fronte alla sua villa nella località di
Casalpalocco vicino Roma c'erano perfino i servizi segreti israeliani,
(israeliani? e come mai?), a momenti, tutti sapevano tranne Angelino Alfano che
si arrabbia pure dicendo: "Voglio i Nomi!" a Roma gli direbbero come
minimo... a kazzako!!!!
Ma
il teatrino della tragi-commedia è solo al primo atto, tra le quinte infatti
sullo sfondo c'è Renzi che va a baciare le mani a sua maestà la Merkel (Renzi
dalla Merkel?) mentre aspetta il 30 luglio data in cui la magistratura, che
avendo già risolto i casi più gravi (ci sia concessa questa ironia), darà
sentenza su Berlusconi e la sua ineleggibilità. Tipica azione, di disturbo e di
distruzione utilizzata, quando non si possono usare altri mezzi più definitivi
(tipico metodo "Strauss Kahn").
L'abilità
di Berlusconi, anche se oramai è l'ultimo asso da giocare, è quella di aver
detto tra le righe alla "ragion superiore": "se volete ancora
mangiare dovete fare i conti con me", anche se loro stanno già
pianificando il futuro "addestrando il primo burattino d'Arno".
Queste
ovvie e banali tecniche nonostante siano sotto gli occhi di tutti, purtroppo
non passano l'enorme muro fatto da semplici fette di prosciutto generosamente
messe sugli occhi del popolo bue incapace di intendere e di volere, ma capace
solo di lamentarsi e puntualmente distratto da notizie idiote. Si apre il
secondo atto con la parte comica di un Calderoli scontatissimo che esprime (si
fa per dire) delle opinioni sbagliate nel momento sbagliato sul ministro di
colore e giù a nozze tutti i giornali e tutte le televisioni, che non
aspettavano altro, pur di non parlare di argomenti rilevanti come il crak
dell'eurotruffa e lo stupro continuo della sovranità italica.
Sullo
sfondo un giudice calabrese di nome D'Amico che si va a "suicidare
dolcemente" (almeno lui ha avuto i soldi per farlo) in Svizzera, la patria
dei conti offshore, dei regolamenti bancari, del parlamento del popolo eletto e
dell'eutanasia, ma comunque "neutrale". Sullo sfondo nel terzo atto,
una Italia con la dignità internazionale ridotta al minimo storico, con la
vicenda dei due marò che rasenta il ridicolo, dove ancora una volta l'immagine
che ne esce fuori è quella di una nazione che sa solo prendere ordini dagli
organismi internazionali e quando invece serve l'aiuto di questi, regolarmente
spariscono, altro che principio di sussidiarietà.
Una
Italia che forse non sa neanche contrattare in segreto, tutele per operazioni
di aziende nazionali come l' ENI in Kazakistan, sotto ricatto di spie e di
servizi segreti, che hanno il compito di tutelare gli amici d'oltre oceano
affinché permanga lo stato di "sudditanza conquistato" nel 45.
L'INPS
unico ente che ha azioni dirette in Bankitalia S.P.A., in attivo fino a prima
dello scempio Fornero (forse complice?) va in rosso perché dovrà pagare le
pensioni anche agli statali (INPDAP) dopo la fusione. Lo stato infatti pagava i
contributi solo figurativamente, rimanenza giuridica, dovuta al fatto che prima
erano coperti con moneta sovrana, mentre adesso dovranno essere presi o dalle
tasche degli italiani o in prestito dagli usurai. Prima della scena finale
sullo sfondo scorre la scritta "W il neoliberismo e la moneta
euro-debito" entra il cerimoniere Letta di lui nipote Goldman, tra una
riverenza e l'altra alle associazioni sovranazionali, continua a promettere
"assoluzioni" celebrando inutili rinvii di funerali già annunciati.
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