mercoledì 24 luglio 2013

Invitati a venire e mandati allo sbaraglio

 
Fonte: Vox News

LAMPEDUSA - Prima hanno inscenato l’ennesima protesta violenta, poi, le centinaia di clandestini eritrei che infestano l’isola hanno ottenuto quello che volevano: non saranno prese loro le impronte digitali, diverrà così impossibile riconoscerli una volta liberati nelle nostre città. Il virus Kabobo avanza.

E’ questo l’esito di una giornata delle trattative che il sedicente Stato italiano ha fatto con un manipolo di delinquenti africani: saranno trasferiti tutti, in piccoli gruppi, verso altre località italiane e senza prendere le impronte digitali. Milano, Roma, Firenze, Bologna, Venezia, Brescia, Torino. Questi sono i nomi delle città che ospiteranno i nuovi Kabobo, che riceveranno anche 45 € al giorno di ‘stipendio’.


Per due ore è andata avanti la vergognosa trattativa, una resa da parte delle sedicenti istituzioni italiane rappresentate da tal Giusi Nicolini, con la presenza del solito parroco Don Stefano Nastasi e una nostra vecchia conoscenza a ‘mediare’ via telefono: il trafficante che vive in Vaticano, Don Mosé Zerai, sacerdote eritreo e direttore dell’agenzia Habeshia, punto di riferimento per lo smistamento dei clandestini che salpano dall’Africa per invadere Italia ed Europa.

Non solo nessun Pm si occupa del signor Zerai, ma fa anche da ‘mediatore’ tra il sedicente Stato italiano e i clandestini.

Racconta uno degli eritrei sbarcati, di nome Zeina, di essere arrivato a Lampedusa lo scorso 8 luglio, il giorno successivo alla pagliacciata di Papa Francesco. Con lui, sul gommone partito dalla Libia, c’erano anche altre novantaquattro persone:

“Eravamo ancora in alto mare quando la Guardia Costiera è arrivata e ci ha fatti salire a bordo.”. Che bravi i nostri ‘eroi’ della GC.

“Subito dopo, ci hanno portati tutti al centro di accoglienza” spiega Zeina, continuando “ Con noi c’era anche un mio caro amico di sedici anni con la tubercolosi”.

Nel centro sono rimasti più di dieci giorni. Intanto l’invasione continua, Alfano non conosce la parola ‘respingimenti’, per lui, l’unica via sono i trasferimenti da Lampedusa al resto d’Italia. Nelle nostre, vostre città: a delinquere.

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