I
combattimenti fra cani sono vietati ovunque, ma vengono praticati lo stesso. In
alcuni paesi del Terzo Mondo, Spagna in testa, vengono fatti combattere uomini
con tori, in quella che si chiama corrida. La maggior parte degli spettacoli di
questo tipo avvengono impiegando galli con galli e, in Perù, ad Arequipa, anche
mucche con mucche. In Madagascar, uomini con zebù. Nel saggio “Ratti”, di
Robert Sullivan, troviamo la descrizione di come nell’Ottocento, a New York,
venivano fatti combattere anche cani di piccola taglia con ratti, spettacolo che significava morte
certa per i roditori. Lo scopo era di fare scommesse e probabilmente questo
passatempo fu importato da Irlanda e Inghilterra, luoghi dove le scommesse sono
molto apprezzate e praticate. In Italia, stando al Gazzettino, si rinvengono a
volte cani di grossa taglia annegati nella laguna di Venezia, con massi legati
al collo. Si tratta di animali che vengono usati per addestrare alla
combattività i cani di razze da combattimento, oppure di esemplari di tali
razze che si sono rivelati inadatti allo scopo. Un animalista italiano
residente a Norimberga ha compiuto il gesto coraggioso di affrontare da solo
uomini dei paesi dell’est europeo, intenti a far combattere i cani. La sua storia
si può leggere QUI. Da noi le forze dell’ordine non brillano per
interventi di questo tipo o perché gli organizzatori di tali eventi sono
particolarmente furbi, oppure perché non viene riservato al problema
l’attenzione che merita. E’ più facile fermare ai confini furgoni carichi di
cuccioli, diretti ai negozi di animali. Le immagini di cuccioli in braccio ai
carabinieri fanno sempre molto effetto.
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