Nessuno è
perfetto. Nonostante la
società continui ad essere bombardata da immagini di corpi, sia
femminili che maschili, statuari e apparentemente senza difetti,
anche la moda finalmente sembra allontanarsi (in alcuni casi) dal
proporre standard di bellezza artificiale. Pro
Infirmis, la più
grande associazione svizzera in sostegno dei disabili, tempo fa ha
regalato al mondo un emozionante video in cui rispondeva, in
occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità,
a una domanda provocatoria: “Perché
chi è perfetto?”.
I manichini,
presunti simboli di perfezione, sono stati modellati a immagine
e somiglianza di individui affetti da scoliosi e osteogenesi
imperfetta oppure con un arto menomato. I volti e i corpi sono quelli
di Miss Handicap 2010 Jasmin
Rechsteiner, del
conduttore radiofonico e critico cinematografico Alex
Oberholzer, dell’atleta
paralimpico di atletica leggera Urs
Kolly, della blogger
Nadja Schmid
e dell’attore Erwin
Aljukic. La
riflessione sul tema della disabilità si è spostata poi in
vetrina: i manichini diversamente abili sono stati utilizzati in
alcuni negozi di Zurigo, a conclusione di un filmato che ormai conta
più di venti milioni di clic su YouTube.
Nessuno è
perfetto, dicevamo. E
l’idea della Pro Infirmis ha ispirato, recentemente, anche il mondo
della moda: nel corso dell’ultima settimana della moda di New York,
accanto alle top model, hanno sfilato anche modelle
disabili e, per la prima
volta, un modello con un
arto amputato: il 25enne
britannico Jack Eyers.
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