lunedì 6 aprile 2015

A volte gli esseri umani danno il meglio di sé




Nessuno è perfetto. Nonostante la società continui ad essere bombardata da immagini di corpi, sia femminili che maschili, statuari e apparentemente senza difetti, anche la moda finalmente sembra allontanarsi (in alcuni casi) dal proporre standard di bellezza artificiale. Pro Infirmis, la più grande associazione svizzera in sostegno dei disabili, tempo fa ha regalato al mondo un emozionante video in cui rispondeva, in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, a una domanda provocatoria: “Perché chi è perfetto?”.

I manichini, presunti simboli di perfezione, sono stati modellati a immagine e somiglianza di individui affetti da scoliosi e osteogenesi imperfetta oppure con un arto menomato. I volti e i corpi sono quelli di Miss Handicap 2010 Jasmin Rechsteiner, del conduttore radiofonico e critico cinematografico Alex Oberholzer, dell’atleta paralimpico di atletica leggera Urs Kolly, della blogger Nadja Schmid e dell’attore Erwin Aljukic. La riflessione sul tema della disabilità si è spostata poi in vetrina: i manichini diversamente abili sono stati utilizzati in alcuni negozi di Zurigo, a conclusione di un filmato che ormai conta più di venti milioni di clic su YouTube.

Nessuno è perfetto, dicevamo. E l’idea della Pro Infirmis ha ispirato, recentemente, anche il mondo della moda: nel corso dell’ultima settimana della moda di New York, accanto alle top model, hanno sfilato anche modelle disabili e, per la prima volta, un modello con un arto amputato: il 25enne britannico Jack Eyers.

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