lunedì 20 aprile 2015

Bambine violentate come lumache

 
La violenza sugli animali è propedeutica alla violenza sull'uomo, dicevano gli antichi saggi greci. Parafrasando, come corollario si potrebbe dire che la violenza sulle donne è propedeutica alla violenza sugli uomini, dal momento che gli esseri umani sono bestie come tutte le altre, se non peggio. Vi sono due situazioni in cui l'essere umano di sesso maschile dà il peggio di sé e si abbandona agli istinti ferini della violenza sessuale ed esse si verificano in periodo di pace, da parte di una minoranza di individui privi di scrupoli morali, e in periodo di guerra, quando ogni legalità e ogni senso morale vengono meno. In periodo di pace tali comportamenti sono fuorilegge e quindi perseguiti, mentre in periodo di guerra sono consentiti e accettati dagli alti comandi militari, benché ipocritamente condannati per acquietare l'opinione pubblica nelle retrovie. 



Le suore violentate in Bosnia non hanno fatto scandalo tanto quanto la bambina Yazida di nove anni messa incinta da una decina di Jihadisti destinati alla prima linea del fronte o a farsi esplodere come kamikaze. In tal caso, trattandosi di musulmani, non solo si sono portati avanti con il lavoro godendo, in vita, di alcune delle 72 vergini che il Corano promette a chi muore in battaglia, ma si sono prestati alla propaganda bellica in atto contro i musulmani, da parte delle forze occidentali guerrafondaie.


Le suore cristiane violentate da musulmani negli anni Novanta, rientravano in un conflitto bellico localizzato, che era totalmente sotto il controllo delle forze occidentali. Le donne Yazide, e quindi cristiane, violentate da musulmani in Iraq nelle settimane scorse rientrano nel quadro di una guerra mondiale in fieri, che deve arrivare alla massa critica prima di essere totalmente implementata. In altri termini, il disgusto è fatto crescere mediaticamente affinché l'opinione pubblica occidentale si convinca della bontà di entrare in guerra in maniera reale e massiccia. In quest'ottica, l'ISIS sta svolgendo lo stesso ruolo dei Black Bloc di Genova, che hanno messo a ferro e fuoco la città affinché le forze dell'ordine potessero scatenare la repressione sui manifestanti inermi. Scuola Diaz insegna. Analogamente, più in grande stile e più ferocemente, l'ISIS sta commettendo crimini uno via l'altro affinché le stesse forze oscure che l'ha finanziato e armato possano scatenare la repressione su un miliardo di inermi musulmani, dipinti in blocco, per manicheistica associazione d'idee, come fondamentalisti e terroristi. A Genova, con il giochetto dell'infiltrazione poliziesca tra i manifestanti, non solo si è gettato discredito sulle sacrosante rivendicazioni del Movimento No Global, ma si sono mandati all'ospedale molti suoi membri. In Iraq e Siria, con il giochetto dell'infiltrazione dell'ISIS tra le popolazioni musulmane, non solo si getta discredito sui musulmani che dal sesto secolo dopo Cristo in qua fanno tutto sommato una vita pacifica, anche a contatto con genti di altre fedi, ma si sono mandati al creatore diverse centinaia di migliaia di fedeli di Allah.


Poiché dal punto di vista endocrinologico il testosterone è stato valorizzato come ingrediente del bravo soldato, non fa meraviglia che gli stupri delle donne del nemico fossero di ordinaria amministrazione in tutti i conflitti riportati dai libri di storia, in quello che veniva chiamato “Il riposo del guerriero”. Film come “Full metal jacket” e “Platoon” mostrano in tutta la loro crudezza che lo stupro di donne prigioniere è la norma del comportamento guerresco. E che non si tratti solo di attitudini del soldato occidentale ma anche di quello di altre etnie, è testimoniato dal capolavoro del regista cinese Zhang Yimou intitolato: “I fiori della guerra”. 

In quel caso, si trattava di bambine di un collegio cattolico a Nanchino, che hanno rischiato di essere violentate dai soldati giapponesi che avevano occupato la città nel 1937, due anni prima che scoppiasse la seconda guerra mondiale in Europa. E anche in quel caso, il colonnello giapponese responsabile dell'occupazione della città, per lo meno di quella parte della città dove sorgeva il collegio, si scusa con il prete che aveva cercato di difendere le bambine, benché non si trattasse del vero titolare della scuola, ma di un becchino capitato lì per seppellire il vero sacerdote. Riferendosi all'aggressione del Giappone nei confronti della Cina, gli storici parlano di 300.000 civili massacrati dalle truppe d'occupazione, sebbene, come nel caso degli ebrei uccisi nell'Olocausto, il numero preciso non si saprà mai. E come nel caso dell'Olocausto, anche nell'evento passato alla Storia come lo “Stupro di Nanchino” ci sono storici giapponesi negazionisti. In tutto o in parte, di modo che avviene fra gli storici ciò che capita anche oggi quando c'è un corteo di dimostranti: le autorità forniscono una cifra sul numero dei medesimi molto al di sotto di quella fornita dagli organizzatori della manifestazione. Lo stupro di Nanchino è ancora al giorno d'oggi una ferita aperta tra Cina e Giappone, e le donne violentate furono praticamente tutte quelle che non riuscirono a nascondersi.

Se l'endocrinologia rappresenta un elemento ma non una scusante delle violenze sessuali sulle donne in caso di guerra, lo stupro bellico può essere visto anche in un'ottica zoologica. Vi sono animali che lo praticano normalmente, perché così l'evoluzione delle specie ha stabilito. Tralasciando la mantide religiosa il cui maschio non dà inizio alla copula se non dopo che la femmina lo ha decapitato, ci sono rinoceronti e cammelli che ingaggiano veri e propri combattimenti tra maschi e femmine, prima di accoppiarsi effettivamente. Il rinoceronte maschio incorna la femmina, senza ovviamente procurarle ferite gravi, mentre il cammello maschio spinge la femmina brutalmente senza per questo farle troppo male. Le lumache invece, da brave ermafrodite insufficienti, si piantano uno stiletto di calcio nelle carni per stimolare l'accoppiamento e per decidere chi deve mettere gli spermatozoi e chi le uova. Altre forme brutali di rapporto sessuale non mi vengono in mente, ma non posso escludere che ve ne siano.


Ci sono invece, purtroppo, delle aberrazioni da parte della nostra specie nei confronti delle altre, aberrazioni che possono essere messe a confronto con la violenza su donne e bambine, che è essa stessa un'aberrazione, secondo il sentire comune. Mi sto riferendo alla zoorastia, cioè agli accoppiamenti di uomini e donne con animali, comportamento registrato fin dall'antichità e tuttora praticato. In alcuni casi si è cercato addirittura di regolamentarlo per legge, come hanno fatto la Danimarca e l'Olanda. In altri casi lo si pratica tradizionalmente senza che ciò desti particolare scalpore. Penso a ciò che avviene in ambito zootecnico, con cavalle, asine, pecore e capre, chiuse nelle stalle o allo stato brado, ma anche con anatre e oche. 

Particolare ribrezzo, almeno in Occidente, è la violenza sessuale compiuta a danni di cagne, ma in altre latitudini si accetta che venga praticata sulle femmine di orango e in casi sporadici su quelle del lamantino, dopo che questi mammiferi marini sono issati sulle barche per essere uccisi e mangiati. Gli oranghi invece non vengono uccisi ma ridotti al ruolo di schiavi sessuali, con tanto di “magnaccia” che ci guadagna sopra. Nessuno, se non gli animalisti su internet, sembra provare scandalo per tale aberrazione. Del resto, le popolazioni di razza mongolica ci hanno abituato ad ogni forma di efferatezza, soprattutto in ambito culinario e lo stupro delle femmine di orango non è nemmeno delle peggiori.


In conclusione, stante la debolezza implicita delle donne e ancora di più delle bambine nei confronti dei maschi adulti, sarebbe indispensabile fornire alle vittime potenziali ciò che la natura ha negato loro, ovvero strumenti per difendersi in caso di stupro. Anche perché non sempre c'è un becchino vestito da prete che possa difenderle o il sergente Li, dell'esercito cinese, che sconfigge eroicamente il branco di soldati giapponesi infoiati. Lo spray al peperoncino è preistoria, il taser già va meglio, ma una buona rivoltella in borsetta è senz'altro la cosa migliore. E alle bambine, corsi speciali a scuola di maneggio delle armi. Ai maschietti, lezioni di lavori donneschi.

6 commenti:

  1. In conclusione: nella biologia sia umana che animale c'è sempre la sopraffazione.
    Sarebbe stato meglio se questo disgraziato pianeta fosse stato "abitato" solo da rocce, montagne, alberi, corsi d'acqua. Non mi pare che tra le piante ci sia violenza o conflitto, a meno che la scienza non lo venga a scoprire, la violenza e la sopraffazione esistono da uomo a uomo, da uomo ad animale, da animale ad animale. Esiste anche da animale a uomo ma è frutto di difesa o bisogno di cibo, non mi risulta che certi animali aggrediscano l'uomo per denaro o per scarica di ormoni.
    Quindi l'uomo è sempre il peggiore, alla fine.
    Erba G.
    P.S. Più tardi rispondo alla mail.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Le tue conclusioni sono corrette, ma la lotta per la vita riguarda anche le piante, nel momento in cui competono per accaparrarsi la luce solare, per esempio.

      Il fatto è che la morale e l'etica sono cose prettamente umane, che le piante e gli altri animali non conoscono.

      Elimina
  2. Hai ragione ma io non intendevo dire che le piante non soffrano, certo che lottano anche loro, la VITA è una lotta continua, ma almeno non si uccidono fra loro.
    La vita è una grande presa per il sedere, questo almeno è quello che penso io.
    Erba G.

    RispondiElimina
  3. @Erba Gatta,

    dice BENE il Roberto quando scrive che anche nel MONDO vegetale c'è competizione per sopravvivere, ti faccio alcuni esempi l' edera che avvolge l' albero che poi nel tempo "muore" o dei 100 semi solo pochi nascono & poi crescono etc.;

    la VITA è poi per me il più grande DONO DIVINO che abbiamo ciò dipende ovviamente dal proprio punto di vista, personalmente mi rifiuto di credere che NON ci sia mai stata GIOIA & AMORE nel VIVERE del singolo;

    basta VEDERE il sorriso "contagioso" dei tanti bambini poverissimi delle FAVELAS o dell' AFRICA nera, questo davanti a un pezzo di pane o di una carezza DONATA loro con il CUORE !!!

    NAMASTE'

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' vero ciò che dici perché tutto dipende dalla percezione che si ha delle cose.

      Però, se la vita è un dono divino per gli uomini, lo deve essere anche per gli altri animali, dal momento che non posso immaginare un Dio che è così benevolo verso gli uomini e malevolo verso gli animali.

      Se andiamo a vedere la vita degli animali, colpisce immediatamente il loro ruolo di prede e/o di predatori, cioè di morte violenta nella quasi totalità dei casi. A questo punto, quale Dio potrebbe dare come dono un destino di morte violenta?

      Elimina