venerdì 10 aprile 2015

L'eccezione serba che conferma la regola slava



Centinaia di cani, scodinzolanti e felici, corrono liberi su un terreno recintato in una città serba. C’è una persona che li conosce uno per uno, ricordando tutti i loro nomi. Si tratta di Sasha Pesic, diventato volto noto a livello internazionale per il suo impegno a favore degli animali. Tutto è cominciato quando Pesic, rimasto senza lavoro, come circa il 17 per cento di serbi, ha trovato quattro cuccioli abbandonati nei boschi vicino a casa sua. La scoperta ha cambiato radicalmente la sua vita, spingendolo a diventare un paladino dei cani randagi e ad aprire un rifugio a Nis, nel sud della Serbia.  Ci sono 280.000 cani registrati nel paese balcanico, ma le autorità veterinarie dicono che è praticamente impossibile determinare il numero esatto di cani randagi, molti animali domestici, infatti, sono stati abbandonati dai loro proprietari nei periodi di difficile congiuntura economica.



Oggi il rifugio di Nis ospita più di 450 animali che possono rimanere all’aperto tutto il giorno. «Li facciamo entrare nelle loro gabbie solo di notte, così vivono più felici - ha raccontato all’Afp, aggiungendo che tutti i cani sono stati vaccinati, sterilizzati e dotati di microchip. Il rifugio si trova in un ex club ippico, ma Pesic potrebbe presto essere obbligato a spostare i suoi amici a quattrozampe. Nonostante il prezioso lavoro fatto, il Comune rivuole la terra dove lui ha eretto il rifugio. La notizia è subito rimbalzata sul web e decine di migliaia di persone hanno firmato una petizione per impedire la chiusura del rifugio, costringendo le autorità cittadine a fare marcia indietro e a impegnarsi per trovare una soluzione.


"La mia è una battaglia senza fine. Non ho neanche tempo di mangiare normalmente e ancora meno di pensare di avere una vita privata - ha detto Pesic -. Bisogna combattere ogni giorno per fornire cibo e assistenza per tutti questi animali». All’inizio Pesic riceveva il cibo per i cani dai fornai e macellai locali, ma presto non è stato più sufficiente e così ha lanciato appelli online. «La gente, soprattutto dall’estero, si è dimostrata molto generosa e ha sostenuto il nostro progetto. Ogni mese, infatti, abbiamo bisogno di circa 5-6mila euro per i nostri 400/500 cani». «Sono fiduciosa che la città ci aiuterà a trovare, entro la fine dell’anno, un luogo adatto e una soluzione permanente per continuare le nostre attività», racconta una volontaria che lavora con Pesic. Un aiuto più che dovuto visto che non solo toglie i cani dalla strada, ma spesso riesce a trovare loro anche un’adozione: «Da quando ho aperto il rifugio 250 di loro hanno trovato una famiglia», racconta orgoglioso l’uomo che ha fatto del suo lavoro una missione. 
 

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