venerdì 24 aprile 2015

Ci manca solo la carne di cane!


Fonte: Repubblica

Va bene che l'Italia, e il mondo, in questo momento hanno problemi più seri. Ma il cibo - o il food, come si chiama adesso - rischia di diventare una soap opera all'Expo, tra prelibatezze tali solo nei Paesi d'origine, embarghi e sblocchi. A completare il quadro surreale c'è il coinvolgimento coatto della Commissione europea, costretta da anni a valutare le richieste dei singoli partecipanti all'Esposizione milanese desiderosi di mettersi in mostra a tutto tondo. Animali velenosi compresi. La notizia è la fine dell'embargo del maialetto sardo, dopo tre anni e cinque mesi di blocco sull'isola, con conseguente festa della Coldiretti all'aeroporto di Cagliari, in attesa che spunti un'associazione a difesa della bestia per rappresentare la parte lesa. Il maialetto sarà regolarmente sul sito espositivo milanese riaprendo le esportazioni di suini dalla Sardegna, bloccate a causa di una peste di origine africana. Ilporcheddu, offerto già oggi in aeroporto agli ignari viaggiatori, allieterà i visitatori del roof garden Coldiretti in Expo, alla faccia di una manifestazione a basso impatto ambientale.


Per gli amanti del "lo mangiamo strano" sono previste altre ricette, non proprio omologate sulle nostre tavole. Dagli spiedini di insetti (vivi), che molti turisti hanno visto sulle strade di Pechino, alle loro varianti tailandesi: scorpioni ricoperti di cioccolato, larve giganti, termiti disidratate e cavallette alla vodka. Via libera anche al vino di serpente che si beve in Vietnam, mettendo nell'alcol il corpo intero del rettile, e a questo punto anche al coccodrillo, in qualsiasi modo si prepari. Per chi vuole mettere (si fa per dire) a rischio la propria vita è consigliato un salto al Padiglione del Giappone, dove si gusterà il pesce più velenoso del mondo: il pesce palla, opportunamente reso commestibile. All'interno dell'Expo saranno distribuiti 26 milioni di pasti per un giro d'affari complessivo stimato in 320 milioni di euro per gustare (fra colazioni, pranzi, merende e cene) un totale di circa 450mila tonnellate di cibo che per la stragrande maggioranza sarà made in Italy. La vera abbuffata sarà al di fuori dell'area espositiva, però, con gli otto milioni di turisti stranieri che spenderanno durante il soggiorno in Italia un miliardo di euro in ristoranti, pizzerie, bar, caffè e rosticcerie ai quali vanno aggiunti 750 milioni di euro per acquisti di prodotti agroalimentari.

Nell'area dell'EXPO si calcola che saranno serviti 1,5 milioni di colazioni, 17 milioni di pranzi, 4,4 milioni di merende e 3,1 milioni di cene durante i sei mesi, con una maggiore concentrazione durante i weekend e negli appuntamenti principali. Si tratta - commentano da Coldiretti - di una media di oltre 140mila pasti al giorno distribuiti in ristoranti bar-caffetterie, chioschi e postazioni di street food, ma anche nei padiglioni stranieri. Non potranno invece avvicinarsi a Rho, sede dell'Expo, la carne di cane e i datteri di mare, specie più protetta del maialino. Sarà comunque contenta di questi nuovi orizzonti alimentari Pippa Middleton, che pochi giorni fa ha tessuto le lodi della balena paragonandola al salmone. Alimento primario degli Inuit, ma forse evitabile se fai parte dell'aristocrazia inglese e non hai bisogno di difenderti dalle intemperie. Chissà che un panino con il cetaceo non si trovi anche a Milano nei prossimi mesi. 
 

2 commenti:

  1. Quasi quasi una bella bombetta, magari puzzolente, all'expo ci vorrebbe.
    Ora, accantonando per un momento il fattore V (vegetarianesimo o veganesimo), che ci coinvolge personalmente, non sarebbe stato il caso di puntare su cibi con minor impatto sul pianeta, invece di mettere in pentola serpenti, insetti ed etc? Che oltretutto, vorrei sapere: quando anche un cretino mentecatto volesse farsi a casa sua scorpioni fritti in salsa agrodolce di cavallette, o coccodrillo in salmì, DOVE lo comprerebbe? Dal bottegaio sotto casa? E a che costo? Non che la cosa mi preoccupi, perché io gliela farei pagare 1000 euro al chilo, ma questo Expo mi sembra le sfilate di moda dove propongono vestiti impossibili da mettere per donne "normali", dove un banae tailleur costa 2500 euro...
    una pagliacciata.
    Erba G.

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    1. Bella analogia! Le sfilate di moda, più sono stravaganti e meno usufruibili sono per le donne normali. Così per cibi esotici, che i pensionati che vanno a rovistare negli scarti dei mercati non compreranno mai.
      Ci stanno prendendo in giro!

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