Fonte: Il Messaggero
«Ogni
anno il mio stato peggiora, bisogna capire che non ho molta scelta,
se non provo questa possibilità il mio destino è comunque segnato»:
cosi' Valeri Spiridonov, un trentenne programmatore informatico della
città di Vladimir, ha spiegato ai media russi perché si è offerto
come cavia per il primo trapianto di testa in un altro corpo,
preannunciato due anni fa dal controverso chirurgo torinese Sergio
Canavero. Il giovane soffre di una malattia degenerativa,
l'atrofia muscolare spinale (o malattia di Werdnig-Hoffmann) che lo
ha costretto sulla sedia a rotelle sin dall'età di un anno,
impedendogli una vita normale dal punto di vista motorio. Dato il
progressivo peggioramento delle sue condizioni muscolari, il giovane
ha contattato il dottor Canavero via Skype per iniziare a prendere
accordi sulla possibilità di un intervento che gran parte della
comunità scientifica ritiene senza alcuna possibilità di successo o
una follia da dottor Frankenstein, senza considerare le riserve
etiche della società e della Chiesa.
Ma Spiridonov non la pensa così. "Sono molto interessato alla tecnologia e a qualsiasi cosa possa migliorare la vita della gente», ha spiegato alla tv in
lingua inglese Russia Today. «Questa non è solo una eccellente
opportunità per me, ma creerà anche una base scientifica per le
future generazioni, a prescindere dall'esito dell'intervento», ha
osservato. Le possibilità di successo sono, per sua stessa
ammissione, «solo una su 17 mila, a condizione che ci sia il 100% di
compatibilità di sangue e tessuti con il donatore». «La mia
decisione è definitiva. Se ho paura? Certo che sì. Ma non è solo
molto spaventoso, è anche molto interessante», confida. I veti
morali della Chiesa non lo preoccupano: «sono un materialista, non
credo in Dio. Se tuttavia esistesse, penso che augurerebbe solo il
bene ad ogni persona, quindi perché non posso pensare di sentirmi
felice in questo modo?», ha detto al tabloid Komsomolskaia Pravda.
La madre Viktoria non solo approva ma è «persino contenta» di
questa decisione del figlio.
Intervistato da "Russia Today", Canavero ha paragonato l'operazione all'esplorazione spaziale:
«l'Urss ha mandato Iuri Gagarin nello spazio con discrete chance di
morire. Gli Usa hanno mandato Neil Amstrong sulla luna con discrete
possibilità di morire. E qui le chanche sono assai, assai migliori».
A suo avviso per l'intervento saranno necessari un centinaio di
chirurghi, trentasei ore di sala operatoria e oltre undici milioni di
dollari. La procedura, denominata da Canavero Heaven (acronimo di
head anastomosis venture), prevede il raffreddamento della testa del
ricevente e del corpo del donatore, per aumentare il tempo di
sopravvivenza delle cellule. Dopodiché, secondo Canavero, si seziona
il tessuto intorno al collo (sia di donatore che di ricevente) e si
collegano i principali vasi sanguigni mediante piccoli tubi (la
cosiddetta anastomosi vascolare, una tecnica effettivamente
consolidata da tempo).
La parte più difficile è lo spostamento della testa del ricevente sul nuovo corpo per il collegamento del midollo: per riuscirci, Canavero intende spruzzare
la zona con glicole polietilenico, una speciale colla biologica che
dovrebbe innescare l'adesione delle membrane cellulari di donatore e
ricevente. Il paziente sarebbe quindi tenuto in coma farmacologico
per un mese per evitare qualsiasi movimento e gli sarebbero
somministrati immunosoppressori per impedire il rigetto. Si
tratterebbe di un evento unico al mondo dopo i primi tentativi di
trapianto di testa effettuati sulle scimmie circa 45 anni fa. Del
resto quello che sembrava impossibile o pura fantascienza in passato
poi è diventato realtà: dal primo trapianto di cuore nel 1967 a
quello di interi arti, come la nuova mano 'ottenuta' nel 1998 da un
uomo in Francia, sino al primo trapianto di faccia realizzato in
Spagna cinque anni fa.
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