Fonte: Tze tze
“I
governi devono avere il
coraggio di dire la verità.
Mi auguro che voglia farlo anche il governo italiano davanti agli
italiani”. L’ex presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano è
intervenuto in Parlamento
dopo l’informativa del presidente del Consiglio Matteo
Renzi e
ha invocato la necessità di riflettere su un nuovo assetto globale.
“Siamo arrivati al dunque, ad un momento che mai si era vissuto dal
1989: occorre riflettere sull’assoluta esigenza su cosa possa
essere un nuovo, più giusto e sostenibile ordine mondiale”. La
reazione più dura contro l’ex Capo dello Stato è arrivata dal
capogruppo M5S Bruno
Marton: “Si vergogni,
ma quale nuovo ordine mondiale. Non basta quello che è stato fatto
contro quei popoli. Una nuova colonizzazione, sono disgustato dalle
sue frasi e dalla sua idea. E voi in Aula avete pure applaudito”.
Il
senatore a vita ha poi detto che il Consiglio
europeo straordinario
(che si terrà il 23 aprile) “avrebbe dovuto essere molto prima”.
E ha aggiunto: “Mi auguro che il presidente del Consiglio si
spenda con la massima energia perché si arrivi a conclusioni
all’altezza” dell’emergenza. Per Napolitano però quello che
conta è che l’Ue decida di intervenire con politiche comuni: “Non
si può essere severi, duri, profondamente turbati e sconcertati come
siamo tutti di fronte al ritardo con cui si sta muovendo l’Unione
europea e poi opporsi e resistere alo sviluppo di politiche comuni
che in molteplici campi sono l’unica risposta possibile.
Figuriamoci se dovessimo rispondere da soli all’emergenza che ci
affligge”.
Napolitano,
che ad un tratto è apparso commosso quando ha detto di “capire le
paure” dei cittadini europei ma ha richiamato a “non arrendersi
agli impulsi emotivi che possono portarci fuori strada”, si è
rivolto direttamente ai governi: “Abbiano il coraggio di dire la
verità e di assumersi le loro responsabilità davanti agli europei”,
rispetto alla necessità di un’azione “non procrastinabile” di
fronte alla “questione storica” rappresentata dai “movimenti e
rimescolamenti” delle popolazioni. “Questo è anche un tempo di
riflessione, non solo di azione. È necessario avere piena coscienza
di queste situazioni. Non siamo di fronte solo a un’emergenza a
sviluppo rapido, siamo dinanzi a movimenti e rimescolamenti di
popolazioni nel Mediterraneo. Fino a ieri – e speriamo fino a ieri!
– la questione Mediterraneo – Medio
Oriente è stata ai
margini dell’azione europea”.
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