mercoledì 8 aprile 2015

Se questa è la democrazia, abbasso la democrazia!



Arnaldo Cestaro è l'uomo che ha fatto ricorso alla Corte europea dei diritti dell'Uomo per vedere riconosciuto quello che da anni testimoniava, e cioè di essere stato vittima di tortura durante l'irruzione della polizia nella scuola Diaz durante il G8 di Genova del 2001. Ha vinto, e ora riceverà 45mila euro dallo Stato italiano come risarcimento. All'epoca Cestaro, originario di Agugliaro (Vicenza), aveva 61 anni. Era partito per Genova con gli amici delle sezioni di Rifondazione Comunista di Vicenza e Montecchio Maggiore e mai avrebbe pensato di finire nel mezzo di un vero e proprio massacro a opera delle forze dell'ordine. 

 
La sera del 21 luglio, dopo aver manifestato tutta la giornata, aveva trovato un posto dove dormire all'interno della Diaz, messa a disposizione dal Genoa Social Forum e dal Comune di Genova. Stanco, si era addormentato al piano terra dell'edificio ma si era svegliato improvvisamente per il rumore dei celerini che erano entrati con violenza nell'edificio. Spaventato, si era messo contro il muro con le braccia alzate. Qui, inerme, aveva ricevuto colpi alla testa, sulla testa e sulle gambe che gli provocarono fratture multiple. Racconta che gli agenti continuarono a manganellarlo nonostante gridasse: "Fermatevi, sono un uomo vecchio e pacifico!".
 
È lui "l'uomo anziano con i capelli bianchi" citato anni dopo dal vicequestore Michelangelo Fournier davanti ai giudici, quando definì l'operazione alla Diaz "macelleria messicana". Fournier raccontò che gridò ai celerini "Basta!" quando li vide picchiare Cestaro, che in effetti aveva un'età incompatibile con quella dei manifestanti ritenuti "facinorosi". L'uomo fu operato nell'immediato all'ospedale di Genova e qualche anno più tardi di nuovo al Careggi di Firenze. Le ferite, riferisce la Corte, gli hanno procurato danni permanenti, con debolezza persistente del braccio e della gamba destri.
 
"I soldi non risarciscono il male che è stato fatto. È vero, è un primo passo quello di oggi, ma mi sentirò davvero risarcito solo quando lo Stato introdurrà il reato di tortura", è il primo commento di Cestaro dopo la sentenza. Poi ha aggiunto: "Oggi ho 75 anni ma non cancellerò mai l'orrore vissuto. Ho visto il massacro in diretta, ho visto l'orrore del nostro Stato. Dopo quindici anni, le scuse migliori sono le risposte reali, non i soldi. Il reato di tortura è una cosa legale". La condanna ha scosso tutta la politica italiana, e i promotori della legge sulla tortura - di cui l'Italia è ancora sprovvista, da qui la condanna della Corte di Strasburgo - ora chiedono che venga approvata al più presto.

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