mercoledì 22 luglio 2015

Il paradosso dell'uccidere animali per salvarne altri



Tempi duri per i gatti selvatici in Australia. Il ministro dell'ambiente Greg Hunt ha annunciato giovedì scorso che entro il 2020 saranno uccisi almeno 2 milioni di questi predatori in modo da salvare dall'estinzione molte specie autoctone a rischio. L'Australia, come riporta il Guardian di Londra, ha uno dei peggiori record per quanto riguarda le specie estinte. Da quando gli europei, alla fine del XVIII secolo, sono arrivati sul territorio dell'Oceania, ben 29 specie di mammiferi sono scomparsi e almeno 1800 risultano minacciate. I gatti selvatici sono tra gli animali che più alterano l'ecosistema e per questo il governo ha deciso di portare avanti il programma che ha come obiettivo la salvaguardia di 20 specie di mammiferi, 20 di uccelli e 30 di piante a rischio estinzione. 

 
Gregory Andrews, delegato alla protezione delle specie in pericolo nel paese, ha annunciato alla radio che il governo di Camberra investirà almeno 6,6 milioni di dollari per portare a termine il programma: «È molto importante ricordare che noi non odiamo i gatti - ha spiegato Andrews -. È solo che non possiamo permettere a questi predatori di danneggiare irrimediabilmente la nostra fauna selvatica». Dello stesso avviso il ministro Hunt che ha tagliato corto: «Stiamo tracciando una linea sulla sabbia oggi. Dobbiamo dire stop alle estinzioni. È una sfida difficile, ma possiamo vincerla».


2 commenti:

  1. la cosa triste è che a pagare non siano mai i veri responsabili, ovvero chi introduce animali alloctoni. vedasi anche da noi con le nutrie o i gamberi della Louisiana.

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    1. In Australia l'arrivo dell'uomo bianco ha fatto disastri.
      E ora, l'unica soluzione che i sapientoni del governo australiano riescono a trovare è il genocidio.

      Da noi fanno la stessa cosa con le nutrie e i cinghiali (in Friuli è stato approvato il decreto di abbattimento per i suidi l'altro ieri).

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