giovedì 23 luglio 2015

Vecchie madri


Le ultime due donne che ho conosciuto in senso biblico odiano i bambini. A quelle precedenti erano indifferenti, ora che ci penso. I vecchi tornano bambini e infatti si parla di “infanzia di ritorno”. Una delle due, che sento ancora per telefono, pochi giorni fa mi ha stupito per la brutalità con cui definiva sua madre come una vecchia stronza. Il motivo consiste nel fatto che la vecchia signora non fa altro che ciabattare per casa, sporcare, mettere in disordine e correre dietro ai cinque gatti di casa, che scagazzano in ogni angolo. Se la mia amica definisce stronza sua madre novantunenne, bisogna considerare anche lo stress che le sta avvelenando l’esistenza, giacché lavora in una casa di riposo pulendo, per tutto il giorno, la merda degli anziani ospiti. Quando poi torna a casa deve portare il cane fuori, pulendo anche la sua merda, se no il Comune e la cittadinanza s’incazzano e quando rientra in casa deve pulire la merda dei gatti. Di modo che, ‘sta donna gestisce merda altrui dalla mattina alla sera, tutti i santi merdosi giorni. E infatti, per sua stessa ammissione, fa una vita di merda. Tuttavia, anche se il dente batte dove la lingua duole, non è della mia amica che voglio parlare, né della sua rispettabile madre, che fra l’altro non conosco, ma di mia madre, che penso di conoscere abbastanza bene, se non altro dall’ultimo mezzo secolo in qua.



Per un lungo periodo pensavo che le sue fossero solo fissazioni nevrotiche, finché non mi capitò per le mani un certificato del suo medico che parlava, papale papale, di Alzheimer. A quel punto, cambiò la mia prospettiva. Già da tempo voleva che io dormissi sotto lo stesso tetto della casa avita, lei al piano terra e io di sopra, cosa che feci sentendo che era mio dovere farlo. Per tre anni il mio miniappartamento ATER, che si trova non molto distante, rimase vuoto. Io utilizzavo il suo Bancomat per fare la spesa per entrambi e così ho potuto tirare avanti con la sua pensione, visto che un lavoro non ce l’ho. Non mi sono mai dato alla pazza gioia, spendendo i soldi di mia madre per cose che non fossero il cibo e altri beni necessari ad entrambi, ma le malelingue, che infestano il pianeta Terra come zecche sulla pelle di un cane randagio e che vanno ricercate nella categoria dei parenti serpenti, dicevano che sfruttavo mia madre, ma quelle malelingue stanno nel cavo orale di crani senza cervello, né coscienza, perché non hanno mai provato a convivere con un malato di Alzheimer e non sanno di cosa stanno parlando.


Dopo due fratture, una dietro l’altra, di altrettanti femori, verificatesi nei primi mesi del 2015, ci si è messa di mezzo mia sorella, padrona della nuda proprietà, che nel frattempo si era rifatta viva dopo cinque anni di latitanza, conseguenza di screzi tra lei e mia madre successivi alla morte del babbo nel 2008. Una delle iniziative prese da mia sorella, oltre ad aver trovato un posto in una casa di riposo per nostra madre, è stata quella di rivolgersi al tribunale per chiedere la nomina di un amministratore fiduciario, il quale, anzi, la quale, la prima cosa che ha fatto è stata di chiudere il vecchio conto su cui finiva la pensione materna e aprirne un altro. Subito dopo mi è arrivata l’ingiunzione da parte dell’avvocatessa di mia sorella di consegnare la carta di credito ormai inservibile, ma non ho neanche risposto perché la putrida melma che ristagna nel cuore degli avvocati deve essere lasciata in loco e non fatta circolare, in modo che faccia meno danni possibili. Se la putredine delle anime avvocatesche viene contenuta all’interno di una cintura sanitaria, l’intera umanità ne potrà trarre giovamento e quando il Padreterno si deciderà a sterminare la schiatta dei giureconsulti, sarà sempre ora.


Con o senza carta di credito, io me la caverò. Con o senza reddito di cittadinanza, io non morirò di fame. Ma se mia madre non ha potuto morire nel suo letto, come romanticamente immaginavo per lei, ed è finita in ospizio dopo il calvario di due operazioni ortopediche e successiva riabilitazione, è perché vent’anni di benzodiazepine le hanno mandato il cervello in acqua e novant’anni di latte vaccino le hanno tolto il calcio dalle ossa. Naturalmente, se si dovesse parlare con il suo medico, direbbe che l’EN è un calmante di comprovata efficacia, mentre il latte di mucca è tradizionalmente consigliato a grandi e piccini e noi complottari la dobbiamo smettere di fare disinformazione. Ovviamente, a dichiararsi a favore di calmanti benzodiazepinici e secrezioni delle ghiandole mammarie delle mucche sono medici, divulgatori scientifici, insegnanti e quanti vogliono mantenere lo status quo, mentre a mettere sotto accusa il circolo vizioso delle industrie farmaceutiche che mirano a tenere l’umanità in un perenne stato di malattia sono persone disadattate che ce l’hanno con il mondo intero e che devono sempre trovare qualcosa da criticare, se no non sono contente.

Ai miei occhi di complottista, il quadro è chiaro: un lento stillicidio di benzodiazepine corrode la memoria e facilita l’insorgere della demenza senile e dell’Alzheimer, ma per mia sorella e milioni di altri utili idioti il rincoglionimento delle persone anziane è naturale, come pure la fragilità delle loro ossa, come anche i terremoti, i tornado, le alluvioni e le ondate di caldo africano come quella che stiamo vivendo in questi giorni. E’ sempre la natura la causa di tutti i nostri mali e il sospetto che gli astuti burattinai padroni del mondo si servano proprio di questo alibi, per fare le loro porcate miliardarie, agli utili idioti succubi dei telegiornali non passa nemmeno per il cervello. Rincoglioniti da giovani con le menzogne dei mass-media e rincoglioniti da vecchi in senso medico-letterale. Non c’è scampo. Poi, sono io il disadattato!

Ora mia madre è in una casa di riposo di Udine. La retta è di 1.700 euro al mese. Se la pensione è di 940 e l’accompagnatoria di circa 400, alla cifra necessaria non ci si arriva, visto che la matematica non è un’opinione. Non so come l’amministratore fiduciario potrà pagare regolarmente la retta, forse pignorando la casa avita che mia sorella vuole vendere in questo che è il peggior momento della storia immobiliare per vendere case. Forse, se l’amministratore fiduciario le pignorerà la casa, si accorgerà di aver fatto una cazzata a rivolgersi al tribunale, ma mia sorella appartiene a quel genere di persone che hanno fiducia nelle istituzioni, che quando sono sotto processo dicono di aver fiducia nella giustizia e se le autorità gli dicono che le torri gemelle sono state buttate giù da 19 beduini, non vedono ragione per dubitare. Questo genere di persone, di sudditi, sono il capolavoro dell’oligarchia dominante. Sono un assaggio della plebe che vivrà nel nuovo ordine mondiale, incapace di far funzionare il proprio encefalo anche senza la contaminazione delle benzodiazepine. Succubi di un Sistema che li terrorizza con multe, ingiunzioni, tasse e regole varie. Lo so perché anch’io, quand’ero maestro elementare, recitavo come le mie colleghe il mantra del “Nella società c’è bisogno di regole”. E i bambini, poveretti, ci credevano. E mia sorella cinquantenne ci crede ancora.


Mia madre si trova bene, benché le volte in cui sono andato a trovarla io abbia visto vecchi di ambo i sessi buttati lì come stracci e non per la negligenza delle infermiere, ma perché questo è il destino di molti rappresentanti della nostra matura società occidentale. Si vive più a lungo, ma patendo una noia mortale mentre si aspetta Godot. Forse è un bene che mia madre soffra di demenza. Quando mi vede arrivare mi butta le braccia al collo, dicendo orgogliosa: “Questo è mio figlio”, forse provocando un po’ d’invidia negli altri ospiti che di visite di parenti ne ricevono pochine, se non nessuna. Quando le consegno qualche foto di suo marito o di suo padre le bacia e comincia a raccontarmi aneddoti che ho sentito migliaia di volte ma che per lei sono sempre inediti e degni di essere raccontati. Anch’io, se devo esser sincero, dopo un po’ mi sento a disagio, dopo la centesima volta che mi ripete la stessa storia, sentita molte volte anche negli ultimi tre anni, quando vivevamo insieme.

Negli ultimi tempi mi stava facendo diventare pazzo, svegliandomi a tutte le ore del giorno e della notte, ed è un bene per me che ora sia in una struttura. Quando buttava la minestra di verdure giù nel water o nel lavello della cucina, io andavo su tutte le furie. Quando buttava nel fuoco della stufa in cucina interi rotoli di carta asciugante o pacchetti di fazzolettini con tanto di cellophane, davo fuori di matto. E anch’io come la mia amica gattofila vivevo situazioni di stress, ma senza arrivare a definirla stronza. Almeno, la vecchia genitrice della mia stressata amica ha ancora la testa a posto, con i neuroni funzionanti, ma, evidentemente, ad essere stronza ci riesce benissimo lo stesso. Mia madre ha novant’anni, vedova da sette. Le piace il karaoke organizzato in ospizio e anche l’immancabile tombola. Le porto sempre le caramelle, come si fa con i bambini, ma vederla immobilizzata su una sedia a rotelle, con una gamba più corta dell’altra, conseguenza delle operazioni, mi rattrista. Quando mi aggiro nella vecchia grande casa per sgomberare oggettistica e mobilio, secondo le indicazioni di mia sorella, non posso fare a meno di sospirare e pensare a mio padre, alla triste condizione umana di quanti faticano e fanno sacrifici per un’intera vita, lavorando per i figli, e poi finiscono sotto terra o in qualche costosissima anticamera della morte.

Io spero di morire di un colpo apoplettico. Non so cosa sia ma mi piace la parola. La demenza che non permette a mia madre di accorgersi della condizione in cui si trova forse è il modo con cui la Natura (o Dio per chi ci crede) addolcisce il trapasso al regno delle ombre. La demenza senile ha la stessa funzione delle endorfine prodotte dall’organismo durante i traumi dolorosi. La demenza è, per nostra fortuna, ma non per quella delle infermiere che vi hanno a che fare, la morfina dell’anima. Riposati mammina, ché altro non puoi fare. E goditi il tuo karaoke. Per me c’è ancora tempo, credo. 
 

16 commenti:

  1. Mi piace quello che scrivi e come lo scrivi. Perché tratti argomenti complessi in modo semplice. Parole che capirebbero sia un bambino che la mia anziana madre. I genitori anziani, i parenti serpenti, le donne ed i loro pensieri, vivere e tirare avanti, non cibarsi dei cadaveri dei nostri amici (animali). Ti apprezzo molto per le tue scelte. In particolare per quella di esserti licenziato da maestro. Io odio il lavoro. L'umanoide è sostanzialmente uno schiavo. E la prima schiavitù è quella del lavoro. Sono sicuro anch'io che non morirai di fame anche senza carta di credito. La demenza è simile alla meditazione. Arrestare i pensieri. "La morfina dell'anima".... bellissimo! Il mondo sta cambiando in fretta. Forse si prepara a finire magari per poi ricominciare da zero ... altro giro altra corsa.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Gianni. Tu sei il mio estimatore più antico e non posso non esserti riconoscente, se non altro per la costanza con cui mi segui da anni.

      Io però ho rispetto per la meditazione e per chi la pratica. Sembra sia un modo per poter accedere al mondo di "Nessundove", dove vivono anche gli alieni. Per me è una meta irraggiungibile: dopo dieci minuti mi vengono dolori al culo.

      Elimina
  2. Quindi ora come paghi l'IMU? e le bollette?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Le bollette per ora riesco a pagarle. Le tasse le lascio ai tassi.

      E comunque, la Serracchiani l'altro giorno ha promulgano una legge regionale sul reddito di cittadinanza, prima regione, il FVG, a istituirla.

      Vediamo se l'odiato Stato mi viene in aiuto....

      Elimina
    2. @Roberto,

      sarà la Comunità tutta del FVG a venirti incontro NON lo STATO e questo sarà reso possibile GRAZIE anche al M5S, di cui più volte hai espresso in passato stima & simpatia politica nonnostante alcune sue "ombre" !!!

      MANDI
      Sergio

      Elimina
    3. Io pensavo, SDEI, che la Serracchiani volesse "rubare" l'idea al M5S.

      Elimina
  3. Uno dei pochi "vantaggi" della tecnologia moderna è che con l'invenzione di social network , blog e annessi vari si può bypassare una retta mensile da elargire ad uno psicoterapeuta. Tutte deformazioni di questa vita"artificiale" che stiamo conducendo ...
    Stai sicuramente passando un brutto periodo e perlomeno uno sfogo anche virtuale può servire a scaricare la tensione.
    Io ho ancora entrambi i genitori , 86 e 81 anni , mia mamma è in gamba nonostante la tossicodipendenza ventennale dalla medicina moderna che parte con screening e accertamenti per trovarti qualche valore alterato e così insinuarsi nella tua vita e drogarti quotidianamente.
    Anche mio padre è tossicodipendente , sono stato recentemente in vacanza con loro al fresco sui nostri monti e posso garantire che ci vuole un segretario per distribuire le dosi consigliate delle varie sostanze ...
    Il bello è che loro e mio fratello che vive con loro sono convinti che facciano bene.
    Faranno anche bene , allungheranno la vita statisticamente così che avranno l'alibi di spostare ancora più avanti la soglia della sempre più misera pensione ma è come giocare al casinò , solo qualcuno è fortunato ... la mamma della mia compagna di anni ne ha 83 , anche lei ha l'alzheimer , bisogna starle addosso giorno e notte altrimenti ne combina di tutti i colori ... è snervante ... capisco la tua amica che parla di vita di merda , è proprio il termine più appropriato ... e sai qual'è il lato comico ? ( per modo di dire , perchè per sopravvivere occorre anche sdrammatizzare ) che ha tutti i valori nella norma , sana come un pesce ; o meglio , sana per la nuova religione medica che ci tiene ad avere gente malata il più a lungo possibile per poter incrementare gli introiti.
    Un genitore "malato" , e per malato intendo che abbia superato il limite della naturalità , cioè tenuto in vita tramite medicinali , comporta una serie di effetti collaterali che servono a fare mercato , ci vuole una badante , o case di riposo , medicinali , analisi, sconvolgimenti nell'assetto domestico , apparecchi per la mobilità ...
    Allora appena io sento qualcuno che mi parla di progresso mi viene voglia di azzannarlo , e non solo metaforicamente , con questo caldo anche il mio cervello ha qualche scompenso ... ma di quale progresso stiamo parlando ???
    Nelle corti della pianura emiliana fino agli inizi degli anni 60 , prima che il morbo americano del consumismo e dell'individualismo pilotato ad uso mercato ci contagiasse , si viveva tutti in famiglia , il capostipite , i figli , le nuore o viceversa , i nipoti , cani , gatti , mucche , galline ... una microcollettività autosufficiente : il vecchio dava gli ordini , i figli obbedivano , le donne si occupavano della casa e dei bambini , i vecchi campavano meno ma non erano rincoglioniti e se qualcuno aveva bisogno di assistenza ce n'era a volontà , non c'era bisogno di pagare rette agli asili perchè i bimbi stavano nel cortile con galline gatti e cani e ogni tanto qualche massaia dava loro un occhiata , niente corsi di danza , pianoforte , scherma , nuoto , niente farmaci per curare la depressione ( futuri malati di alzheimer o assimilati ) ... era tutto lì
    E se penso che proprio lì è nato il germe dei "partigiani" che hanno spianato l'arrivo dei demoni da oltre oceano mi verrebbe sempre da chiedere : ma vi rendete conto di cosa avete fatto ?
    Lo rifareste ?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bella testimonianza!
      Grazie.

      La nostalgia del patriarcato e dei bei tempi passati (570 alberi da abbattere a Milano, compresi quelli della via Gluck e Celentano è furioso) credo di averla anch'io, perché mezzo secolo fa a Bertiolo, non avendo la televisione la gente si sedeva fuori casa a chiacchierare con le vicine (Leopardi docet) e noi bambini ruzzavamo nei pressi ricolmi di felicità.

      L'infanzia: il regno da cui siamo stati tutti esiliati. E che ci portiamo nel cuore.

      Elimina
  4. @Roberto,

    mi associo al giudizio di Gianni sul tuo conto scrivere di se stessi in "negativo" è SEMPRE molto difficile, ci vuole molto coraggio oppure molta incoscienza visto che la ns. SOCIETA' attuale quella dell' APPARIRE ma NON dell' ESSERE ha perso il senso della SOLIDARIETA' & della COMPASSIONE;

    tutto è monetizzato tutto è calcolato e l' Anziano è considerato di fatto una "vacca da mungere" se NON un peso superfluo, nell' EVOLUTA Società dei miei AVI i NATIVI AMERICANI era invece considerato una risorsa egli insegnava "oralmente" la CONOSCENZA & le LEGGI della tribù ai GIOVANI dalla tenera età all' iniziazione;

    ma è quasi sparita del TUTTO anche quella FAMIGLIA "patriarcale & matriarcale" così magistralmete raccontata da WB che mi riporta indietro commosso di oltre 60 anni, concludo con un Augurio sincero che tu possa "superare" queste dure avversità che ti renderanno sicuramente più forte ricordandoti che i tuoi LETTORI ti SONO ora più vicini anche se SOLO virtualmente !!!

    MANDI
    Sergio


    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Sergio. Anche tu come Gianni sai trovare parole gentili che riscaldano l'anima, anche se "riscaldano" forse in questi giorni non sarebbe il verbo più adatto.

      Nel film "Piccolo grande uomo", il nonno adottivo di Dustin Hoffman a un certo punto dice: "Questo è un buon giorno per morire" e si stende sulla terra aspettando la morte.

      Invece arriva la pioggia con grossi goccioloni e il film può continuare. Non c'erano ospizi nelle tribù native di cui facevi parte.
      Però i vecchi Inuit andavano lontano dal villaggio di igloo e si sedevano sul ghiaccio, aspettando che l'orso ponesse fine alla loro vita.
      Non so, forse sono meglio gli ospizi.

      Elimina
  5. @Roberto,

    mai a NESSUNO è stato rifiutato il cibo nelle TRIBU' dei NATIVI sopratutto all' Ospite che è da SEMPRE SACRO, vero è che quando un ANZIANO si sentiva un peso per la sua Comunità sceglieva liberamente di chiudere la Sua ESISTENZA TERRENA mettendosi nelle mani del CREATORE !!!

    MANDI
    Sergio

    RispondiElimina
  6. il "creatore" quello per fare le ruote dentate?
    Forza e coraggio possiamo inventarci nuovi arti e nuovi mestieri, tornando indietro. Rispolverare i talenti innati, coltivarli, farli fruttare nella co-operazione, MAI in competizione...attività inutile, anzi DANNOSA !
    Per esempio per chi sa scrivere, rifare i manuali d'istruzione in Italiano comprensibile, semplice, chiaro. Io comincerei dai libretti per prender la patente e dalle istruzioni per impostare la data e l'ora dei i fax nelle stampanti...io ho dovuto cercarle in “PREFERENZE" Ma lo sanno i traduttori dello yankee slang che vuol dire PREFERENZA ?
    Aug che vuol dire auguri
    Monia Fruttariana

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Oggi sei un po' più simpatico degli altri giorni, anche se si tratta, come al solito, di bla bla bla bla.....

      Elimina
    2. te sei fruttariano come io sono svedese!

      Elimina
  7. Un grande abbraccio Roberto! Sei un mito anche in questo caso. Hai compreso veramente tante cose e lo dimostri scrivendo (ma soprattutto AGENDO" in maniera sopraffina e al comtempo "vera". Sei coerente. A presto! :)

    RispondiElimina