Fonte: News notizie
Un mese fa l’Ambasciatore palestinese
all’ONU, Ryiad Mansour, in una lettera, aveva annunciato al mondo
che il regime di Tel Aviv stava espropriando gli organi dei caduti
palestinesi durante gli scontri a fuoco nelle zone occupate. Nella
missiva al Segretario Generale delle Nazioni Unite, si parlava di
corpi restituiti privi di organi ed occhi, uno scenario agghiacciante
a cui si aggiungevano i referti medici che parlavano di percosse e
torture subite dalle vittime. Il traffico d’organi, sopratutto
nelle zone di guerra, non è una novità, negli anni scorsi sono
state scoperte diverse tratte di questo disgustoso traffico illecito
in Pakistan, in Afghanistan, in Siria ed in Ucraina. Se questa pratica è quantomeno
deplorevole anche quando si tratta di rubare organi ai caduti adulti
in battaglia, diventa terrificante e disumano quando questo commercio
riguarda dei bambini.
Qualche mese fa era stata denunciata la
scomparsa di un bambino siriano, in questi giorni il bambino in
questione è stato ritrovato in Turchia, nudo, dentro un cassonetto,
privo di diversi organi interni e degli occhi (il nome della
piccola vittima viene mantenuto anonimo per rispetto alla famiglia).
Le immagini sconvolgenti di questo efferato crimine hanno fatto il
giro del web e da fonti non confermate sembra che il corpo del
bambino sia partito proprio da Israele (anche per via delle
similitudini nei tagli riscontrate tra il bambino e i corpi dei
palestinesi trovati nei mesi precedenti), le autorità israelite
hanno prontamente smentito la notizia, ma, al di là di chi sia il
colpevole restano le immagini di quel corpo maciullato e
l’insensatezza di un delitto e di un crimine violento e orribile.
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